È durante il congresso Fifa di Stoccolma tenutosi nel mese di Ottobre del 1932 che avviene l’assegnazione del Mondiale 1934. Sarà l’Italia ad ospitare la seconda edizione di una manifestazione che assumerà nella storia sempre più importanza.
È il mondiale fortemente voluto da Giorgio Vaccaro, presidente FIGC e membro del partito, ma voluto soprattutto da Benito Mussolini e dal suo regime che aveva visto nell’organizzazione di questo evento un eccezionale strumento di propaganda. È il mondiale del grande rifiuto dell’Uruguay campione del mondo, una ripicca verso la non partecipazione azzurra ai mondiali in casa della Celeste, ma anche della partecipazione sottotono di Brasile e Argentina che temono che i propri giocatori firmino contratti con club europei. È il mondiale dell’indimenticabile Nicolò Carosio che con la sua voce e con le sue cronache simili a poesie teneva incollato gli italiani alla radio. È il mondiale dei portieri: lo spagnolo Ricardo Zamora e il cecoslovacco Frantisek Planicka, due dei tre migliori portieri della storia del calcio (il terzo è un tale Lev Jascin). È il mondiale di Vittorio Pozzo: qui inizia la sua epopea azzurra. È il mondiale del “Balilla” Giuseppe Meazza, forse il più forte giocatore italiano della storia, colui che ha dato il nome alla Scala del Calcio.
Sono otto le città che ospitano il mondiale: Bologna, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Roma, Torino e Trieste. Partecipano 16 squadre e il tabellone è ad eliminazione diretta. L’esordio azzurro è facile: 7-1 agli Stati Uniti a Roma con tripletta di Schiavio, doppietta di Orsi e reti di Ferrari e Meazza . Brasile e Argentina abbandonano il torneo già al primo turno, rimangono invece tutte in corsa le grandi favorite esponenti di quel calcio mitteleuropeo che a quei tempi domina in Europa: l’Austria e il suo Wonderteam e la Cecoslovacchia.
Ai quarti all’Italia tocca la Spagna. A Firenze le furie rosse vanno in vantaggio e poi Zamora para tutto e più di tutto e la vittoria tanto sognata dal regime sembra svanire. La partita è una battaglia epica e in campo succede di tutto. Ma ci pensa Ferrari all’80 a pareggiare su un’azione viziata da un fallo di Schiavio che l’arbitro non vede. Si va ai supplementari ma il risultato non cambia e all’epoca il regolamento dice che la partita si ripete il giorno dopo. E il giorno dopo Zamora non gioca, segna Meazza e l’Italia e in semifinale.
La semifinale si gioca a San Siro contro l’Austria: partita dura in cui l’Italia ha la meglio. Segna Guaita e tutta Italia inizia a sognare il mondiale.
La finale si gioca a Roma allo Stadio del Partito Nazionale Fascista (quello che oggi è il Flaminio) il 10 giugno: Italia-Cecoslovacchia, la squadra del capitano Frantisek Planicka, il ‘Gatto di Praga’. Lo stadio è una bolgia che ribolle di passione per quello sport che è ormai parte della tradizione e della cultura italiana. La partita è combattuta fino al 71 quando il ceco Puc porta in vantaggio la propria nazione e ancor una volta l’Italia è vicino all’abbandonare quel sogno mondiale. Il terzo palo salva i nostri dal crollo e all’ 81′ è Orsi a regalare l’insperato pareggio e i supplementari.
Inizia una storia, una storia fantastica con 4 titoli del mondo, e tanti racconti tramandati dai nonni ai padri ai figli…di generazione in generazione…iniziano quelle estati piene di sogni e di attese…quei sogni che nel 2018 e nel prossimo mondiale in Qatar non potremo vivere.
Jorge Luis Borges in una sua frase dice:
Ogni volta che un ragazzino prende a calci qualcosa per strada, ricomincia la storia del calcio.
Jorge Luis Borges
E forse quel 1934 è l’inizio per il popolo italiano della storia del calcio. Ricordatevi questi nomi perché sono i pionieri del sogno azzurro: COMBI, MONZEGLIO, ALLEMANDI, FERRARIS, MONTI, BERTOLINI, GUAITA, MEAZZA, FERRARI, SCHIAVIO, ORSI. Allenatore: VITTORIO POZZO.
LA PRIMA ITALIA CAMPIONE DEL MONDO…