Dopo l’edizione brasiliana choc del 1950, la FIFA che compie 50 anni, decide per il 1954 di ospitare i mondiali in casa: la Svizzera sarà quindi il paese che ospiterà la quinta edizione dei mondiali di calcio.
L’Europa si sta risollevando dopo la guerra mondiale e la Svizzera, paese neutrale durante il conflitto, è il paese che più di altri ha la forza economica per ospitare l’evento.
Al mondiale partecipano 16 squadre suddivise in 4 gironi. Il regolamento è quantomeno cervellotico: le due teste di serie non si sarebbero incontrare tra loro per cui ogni squadra nel girone gioca due partite. Tra le grandi non partecipa l’Argentina: è invece la prima volta di Germania Ovest, Scozia e Corea Del Sud. La favorita è una: è la grande Ungheria che due anni prima aveva trionfato alle Olimpiadi di Helsinki.
Negli altri gironi l’Italia viene eliminata dalla Svizzera padrona di casa mentre passano il turno agevolmente Brasile e Uruguay.
I quarti di finale sono un esempio di quel calcio spettacolo che esalta il pubblico incollato alle prime TV. L’Austria sconfigge la Svizzera 7-5 in quella che è la partita con il maggior numero di gol di un mondiale, Uruguay e Germania Ovest eliminano Inghilterra e Jugoslavia. La partita più attesa dei quarti passa alla storia come “la battaglia di Berna”: Ungheria- Brasile. E’ una partita fallosa e violenta che si chiude con tre espulsioni . Ai magiari manca Puskas che nel precedente incontro con i tedeschi aveva subito un numero infinito di falli da Liebrich. Ma l’Ungheria è troppo per quel Brasile: segnano due volte Kocsis, Hidegkuti e Lantos, 4-2.
Nelle semifinali esplode la Germania Ovest che surclassa l’Austria con un tennistico 6-1 qualificandosi alla finale di Berna. L’Ungheria ha la meglio sull’Uruguay solo ai supplementari in una delle partite più belle della storia mondiale nonostante le assenze di Puskas e Varela (l’eroe del Maracanazo): Czibor e Hidegkuti portano i magiari sul 2-0 ma nel secondo tempo esce la garra uruguaiana e la doppietta di Pepe Schiaffino porta le squadre sul 2-2. I supplementari hanno come protagonista Kocsis che con una doppietta porta l’Ungheria alla finale di Berna.
E così Ungheria e Germania Ovest si giocano il mondiale con una favorita netta. E dopo 8 minuti Puskas e Czibor hanno già portato l’Ungheria sul 2-0: sembra una passeggiata trionfale, ma non sarà così. Perchè la Germania non demorde e dopo 18 minuti, grazie a Morlock e Rahn, il punteggio è 2-2. L’Ungheria prova a vincerla in tutti i modi ma negli ultimi minuti è evidente che la Germania ne ha di più, corre di più, aggredisce di più. E al minuto 86 succede l’impensabile: Helmut Rahn segna il 3-2 e la Germania diventa per la prima volta campione del mondo tra l’incredulità dei giocatori dei magiari che da 4 anni stanno dominando il mondo.
Si raccontano tante storie su questa partita narrata come “il miracolo di Berna”: arbitraggio sfavorevole per aiutare il blocco occidentale, sconfitta decisa in partenza in cambio di forniture di trattori, ma soprattutto si parla per la prima volta di doping. Molti tedeschi, a pochi giorni dalla finale, vengono colpiti da ittero e molti di loro si ritirano poco dopo.
Storie o forse leggende per quella che rimane una delle sorprese più incredibili della storia dello sport: quel giorno però nasce anche una delle grandi potenze del calcio, la Germania.
Nessuna squadra ha cambiato il calcio come quella nazionale allenata da Gustav Sebes, una squadra meravigliosa che ha scritto pagine indimenticabili. Una squadra di stelle che appartengono alle due squadre più forti di quel periodo: l’Honved Budapest (la squadra dell’esercito) e l’MTK Budapest. La leggenda di questa squadra corre dal 14 maggio 1950 al 04 luglio 1954 (la finale di Berna) e i numeri raccontano il mito: 32 partite, 29 vittorie, 3 pareggi, 143 gol fatti e soprattutto autentiche esibizioni e lezioni di calcio ovunque.
Un fenomeno in porta, Gyula Grosics e quattro campioni leggendari davanti: Ferenc Puskas, Nandor Hidegkuti, Zoltán Czibor e Sandor Kocsis. Il metodo WM utilizzato già dall’Austria nel 1934 con questi protagonisti diventa arte, diventa capolavoro.
Il mondo si accorse di questa generazione di fenomeni a Helsinki durante le Olimpiadi del 1952. Dopo la semifinale vinta con la Svezia 6-0 Vittorio Pozzo commenta di non aver mai visto nulla di così spettacolare; una rivista tedesca scrive che 90 minuti erano troppo pochi per una meraviglia così. L’Ungheria vince l’oro olimpico ma il capolavoro ancora non era avvenuto.
Quel capolavoro che avviene un anno dopo, durante il mese di novembre del 1953 in quella che viene definita una delle partite più significative del secolo. I maestri inglesi ospitano l’Aranycsapat a Wembley, quei maestri inglesi che mai in casa avevano perso: ed è un’autentica lezione di calcio, forse la più grande lezione di calcio che il mondo ricordi. Hidegkuti realizza tre gol, Puskas due e Czibor uno. Inghilterra-Ungheria 3-6, il calcio ha i nuovi maestri. Qualche mese a dopo a Budapest viene concessa la rivincita che finisce cosi: Ungheria-Inghilterra 7-1.
E poi ecco il mondiale, quel mondiale maledetto dove la squadra più forte della storia del calcio perde. Il mito ungherese poteva continuare dopo quel mondiale, poteva continuare almeno fino al mondiale svedese del 1958 ma arriva la notte che cambia tutto, la notte che cambia il calcio ma anche la storia dell’Ungheria. È una notte di Ottobre del 1956, è la notte della rivolta ungherese soffocata dai sovietici. Quella notte l’Honved Budapest è in Spagna per una partita di Coppa Campioni e si trova impossibilitata a tornare in patria. E mentre la situazione in patria degenera i fenomeni della squadra d’oro si rifiutano di tornare nel paese dove ormai comandano i carri armati sovietici.