Estate 1982, calda, torrida e indimenticabile. È l’estate della generazione dei nostri padri che ha sentito lontanamente parlare dei mondiali degli anni 30, che ha vissuto il Cile e la Corea del Nord, che ha fatto i caroselli la notte della partita del secolo nel 1970 e che finalmente in una notte di Luglio del 1982 può gridare orgogliosa: “Siamo campioni del mondo”
La manifestazione viene assegnata alla Spagna ben 16 anni prima, nel 1966. È un Mundial davvero mondiale: per la prima volta partecipano 24 squadre divise in sei gironi e per la prima volta partecipano squadre da tutti i continenti con tante nazioni alla prima assoluta a dimostrazione di un evento che ormai sta assumendo un fortissimo potere mediatico. All’esordio ci sono Honduras, Algeria, Camerun, Kuwait e Nuova Zelanda: il calcio è un fenomeno globale.
L’esordio è dei campioni in carica e la tradizione negativa per i detentori continua: il Belgio batte l’Argentina 1-0. Entrambe passeranno il turno ai danni di Ungheria ed El Salvador. Ungheria-El Salvador è una partita record nella storia dei mondiali: finisce 10-1, l’esordio salvadoregno è da dimenticare.
Il girone B inizia con un’altra clamorosa sorpresa: l’Algeria con Madjer e Belloumi sconfigge la Germania 2-1. L’Algeria verrà comunque eliminata in una delle partite più combinate e scandalose della storia: la non contemporaneità dell’ultima giornata permette a Germania ed Austria di giocare sapendo che in caso di 1-0 tedesco entrambe si qualificherebbero. Dopo 10 minuti la Germania segna e da quel momento in poi saranno 80 minuti di vergognosa farsa: la televisione tedesca interrompe la diretta, la tv austriaca chiede agli spettatori di cambiare canale. La farsa passa alla storia come il “patto di non belligeranza di Gijón”.
Nel girone C non ci sono problemi per Francia e Inghilterra contro Cecoslovacchia e Kuwait ma anche in questo girone un fatto fa storia: durante Francia-Kuwait Il gol di Giresse scatena le proteste dei giocatori arabi. Scende così in campo lo sceicco Fahad e il gol viene annullato.
Passano i padroni di casa della Spagna e l’Irlanda del Nord nel gruppo D, Brasile e URSS nel gruppo F.
Il girone A è quello dell’Italia ed è senza dubbio il girone meno spettacolare: Italia, Polonia, Camerun e Perù danno vita a uno spettacolo di basso livello e cinque partite su sei finiscono in pareggio. Passa la Polonia come prima, l’Italia come seconda per aver segnato un gol in più rispetto al Camerun. L’opinione pubblica italiana è schierata contro Bearzot e contro le sue scelte: le critiche più pesanti sono per l’attaccante Paolo Rossi.
La seconda fase prevede quattro giorni da tre squadre in cui le vincitrici si qualificano alle semifinali. Dieci squadre su dodici sono europee. La Polonia supera il Belgio e pareggiando con l’URSS in una partita dai fortissimi connotati politici accede alle semifinali. Vola la Francia con Austria e Irlanda del Nord. La Germania sconfigge la Spagna e pareggia con l’Inghilterra: l’ultima giornata l’Inghilterra deve vincere con la Spagna mentre per i padroni di casa rimane solo l’orgoglio. Finisce in parità e la Germania è in semifinale.
E l’Italia tanto criticata dopo i pareggi con Polonia, Perù e Camerun? Agli azzurri tocca il girone impossibile con Argentina e Brasile: l’opinione pubblica scherza su quanti gol prenderemo dagli strafavoriti brasiliani. Ma gli dei del calcio hanno pensato diversamente. E l’Italia brutta a cui Bearzot ha imposto il silenzio stampa per fare gruppo e rimaner lontani dalle critiche, si trasforma.
La prima partita è con l’Argentina e dopo un primo tempo noioso l’Italia cambia ritmo: segnano Marco Tardelli e Antonio Cabrini, accorcia Passarella. 2-1 Italia.
Ma il Brasile fa meglio: con l’Argentina vince 3-1 e tutto si decide all’ultima giornata. Il 5 luglio al Sarriá di Barcellona si celebra così una giornata storica per il calcio italiano: l’Italia può solo vincere. Il Brasile è fortissimo ed è convinto di esserlo: Cerezo, Júnior, Sócrates, Zico, Falcão nomi che fanno parte del mito del calcio, una squadra stellare ma che forse si specchia troppo nella sua bellezza.
Passano cinque minuti e Paolo Rossi si sblocca. Il sogno azzurro dura poco: dopo solo sette minuti Sócrates pareggia. Ma quel 5 luglio l’Italia ha un appuntamento con la storia e al 25° minuto, su errore del Brasile, ancora Rossi fa 2-1. A metà secondo tempo ci pensa Falcão a fare il 2-2 e a smorzare il sogno azzurro.
Il Brasile si sente più forte, vuole vincere e attacca ma è l’Italia ad avere un calcio d’angolo: batte Conti, testa di Leandro, tiro di Tardelli, deviazione di Paolo Rossi e 3-2.
Rimane poco ma rimane il tempo per la parata più bella della carriera di Dino Zoff su colpo di testa di Oscar. Finisce 3-2, miracolo italiano e semifinale. È la partita che cambia la storia del mondiale, Paolo Rossi diventa Pablito, l’Italia si riversa nelle strade. Dopo il famoso 4-3 di Città del Messico questa è un’altra giornata storica per il calcio azzurro: ora l’Italia è consapevole della sua forza.
E la semifinale è la logica conseguenza: l’Italia passeggia contro una Polonia senza Boniek. Rossi e Rossi, 5 gol in due partite, 2-0. Siamo in finale.
La seconda semifinale è tra Francia e Germania, una partita splendida. Littbarski e Platini portano le squadre ai supplementari dove la Francia con Trésor e Giresse va sul 3-1; la storia dice che i tedeschi non muoiono mai ed è così, Rummenigge e Fischer fanno 3-3 e ai rigori gli errori di Six e Bossis condannano i francesi.
A Madrid l’11 luglio, in uno stadio dove regna il tricolore, Italia e Germania si giocano la finale, e questa è la storia di questo mondiale.
Madrid, 11 luglio ore 20. Tutti gli Italiani che all’epoca avevano almeno 5 anni ricordano dov’erano. È la notte che l’Italia sogna da 54 anni, è la notte che la generazione dei nostri padri vuole vivere.
Il Santiago Bernabéu è la casa di quella notte, la casa del calcio. Ci sono 90 mila spettatori, 80 mila italiani. Il verde, il bianco e il rosso riempiono lo stadio.
Zoff, Gentile, Cabrini, Bergomi, Collovati, Scirea, Conti, Oriali, Rossi, Tardelli e Graziani: vengono i brividi solo a scrivere questi nomi.
Il primo tempo non è bello, tattico, nervoso. Verso la fine del tempo rigore per l’Italia: Cabrini sbaglia, forse per rendere ancora più epica la notte di Madrid.
Il secondo tempo è show azzurro. Sul cross di Gentile, ancora Paolo Rossi fa 1-0, dopo le critiche e gli insulti, ora Pablito è l’uomo mondiale.
A metà secondo tempo il gol della storia del calcio italiano, il gol icona della nazionale azzurra, il gol più bello: Scirea-Bergomi-Scirea-Tardelli-gol. 2-0.
È l’urlo più indimenticabile dello sport italiano, un urlo che va dal Friuli alla Sicilia, dal Piemonte alla Puglia, un urlo che unisce tutti e che fa abbracciare tutti. La corsa di Tardelli racchiude tutto: gioia, incredulità, emozione, sogno.
Non è finita: c’è spazio anche per Altobelli, 3-0.
Si alza anche Pertini: “non ci prendono più”.
Una frase detta da 60 milioni di Italiani che in quel momento sono il centro del mondo. Rimangono solo le parole di Nando Martellini quando l’arbitro Coelho prende in mano la palla:
« Palla al centro per Müller, ferma Scirea, Bergomi, Gentile, è finita! Campioni del mondo, Campioni del mondo, Campioni del mondo!!! ».
E Dino Zoff, immenso capitano, può alzare al cielo la coppa del mondo, un cielo di Madrid mai azzurro come quella notte. Una coppa del mondo che sarà al centro di un tavolo d’aereo dove 4 uomini semplici stanno facendo una partita a carte, come quelle che si fanno tra amici al bar: sono Sandro Pertini, Dino Zoff, Enzo Bearzot e Franco Causio in una delle immagini simbolo di una nazionale di grandi campioni e grandi uomini.
Quella notte In Spagna fa caldissimo, in Italia anche: è un estate torrida e calda riempita dalla passione e dal cuore degli italiani. È una notte lunga e dolce: c’è da festeggiare un mondiale, c’e da festeggiare un gruppo unico che nelle difficoltà si è unito ancora di più, c’è da festeggiare il paese più bello del mondo che in questa notte è ancora più bello.
È la notte della generazione dei nostri padri, una notte che racconteranno ai propri figli come una delle notti più belle delle loro vite, a quei figli che dovranno aspettare 24 anni per vivere una notte simile.
Immagine di copertina: https://it.wikipedia.org/wiki/Campionato_mondiale_di_calcio_1982#/media/File:Italia82.JPG
3 Comments
Io me lo ricordo. Avevo 14 anni e fu una grande festa☺️
Grazie campioni che ci avete regalato una notte indimenticabile!
Mai più vissuta una gioia sportiva così …..avevo 16 anni , ed il ricordo è ben impresso in me !!!