E’ una decisione storica quella che avviene nel 2005 a Zurigo: per la prima volta il mondiale si terrà in Africa e sarà il Sudafrica il paese organizzatore. Tante polemiche attorno a quest’assegnazione (forse) pilotata per favorire il Sudafrica al posto del Marocco e tante polemiche negli anni che portano al 2010 tra lavori in ritardo e altre nazioni pronte a subentrare in caso di abbandono del Sudafrica.
Ma è un mondiale voluto, fortemente voluto da Nelson Mandela nel suo lungo viaggio che ha portato il Sudafrica a essere un paese nuovo e libero ma comunque ancora pieno di forti problemi sociali.
E quando viene nominato il Sudafrica si scatena la festa con Desmond Tutu e la Shosholoza, la canzone simbolo dell’Apartheid. Alla fine il Sudafrica si fa trovare pronto con 10 stadi moderni e innovativi tra cui il bellissimo Soccer City di Johannesburg sede dell’incontro inaugurale e della finale della manifestazione.
Partecipano alle qualificazioni 204 nazioni, un numero che aumenta ad ogni edizione. E’ un’edizione in cui le piu forti ci sono tutte e solo la Slovacchia è al suo esordio. Ritorna la Corea del Nord dopo la celeberrima partecipazione del 1966.
Dopo il trionfo di Berlino l’Italia si è affidata a Donadoni che ha condotto la squadra a Euro 2008 con eliminazione ai quarti contro la Spagna futura campione d’Europa, quella squadra che a Vienna inizierà il suo magico ciclo. E anche in quell’occasione furono i rigori a tradire l’Italia. Non fece male comunque Donadoni ma il dopo Euro 2008 riporta alla guida Marcello Lippi, il ritorno dell’artefice della notte di Berlino.

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Il 13 Giugno a Johannesburg tra le vuvuzela impazzite che suonano dal primo all’ultimo minuto di ogni partita inizia il mondiale sudafricano. Non è un match inaugurale da ricordare: tra Sudafrica e Messico finisce 1-1 con gol di Tshabalala e Rafa Marquez. E’ il girone della disfatta transalpina, disfatta che ricorda quella del 2002: 0-0 con Uruguay, 0-2 con Messico e 1-2 con Sudafrica in un clima rovente tra squadra e tifosi e Domenech. Passano Uruguay e Messico mentre il Sudafrica entrerà nella storia come unica squadra di casa a non superare il primo turno.
L’Italia arriva in Sudafrica da campione in carica ma le amichevoli premondiali non sono state positive e su Lippi piovono tante critiche: il girone però è davvero facile e non ci si aspettano sorprese. L’esordio è col Paraguay che al minuto 37 passa; pareggia De Rossi e finisce 1-1. E’ una brutta Italia ma il Paraguay è l’unico impegno complicato del girone. La seconda è con la Nuova Zelanda e dopo 7 minuti l’Italia va sotto per una dormita difensiva; con un rigore di Iaquinta facciamo 1-1 ma il risultato non cambia. Con la Slovacchia basta un punto, ma è un’Italia spenta e scarica: va sotto 2-0, fa 2-1 e ha la grande occasione del pareggio, ma in contropiede gli slovacchi colpiscono ancora. Finisce 3-2, dal trionfo di Berlino alla vergogna sudafricana: l’Italia è fuori, passano Paraguay e Slovacchia.
Nel gruppo B passeggia l’Argentina che si qualifica con la Corea del Sud ai danni di Grecia e Nigeria. Inghilterra e Stati Uniti passano nel gruppo C, girone poco spettacolare ma avvincente che si decide all’ultima giornata con le vittorie di inglesi e americani contro Slovenia e Algeria. Combattuto anche il gruppo D dove Germania e Ghana vincono le prime partite con Australia e Serbia; la seconda giornata rimette tutto in gioco grazie alla sorprendente vittoria dei serbi con la Germania e ci si gioca tutto all’ultima giornata dove la Germania batte il Ghana e l’Australia la Serbia. Passano Germania e Ghana, ma il mondiale si dimostra davvero equilibrato in ogni partita. Il gruppo E vede la sorpresa Giappone che si qualifica come seconda eliminando la Danimarca nell’ultimo decisivo turno; vince a punteggio pieno l’Olanda mentre chiude a zero punti un deludente Camerun. Il gruppo G regala ancora un sorteggio sfavorevole alla Costa d’Avorio, forse la squadra piu forte d’Africa. Nella prima giornata Costa d’Avorio e Portogallo pareggiano mentre il Brasile soffre molto con la Corea del Nord. La seconda giornata cambia tutto: il Brasile batte la Costa d’Avorio mentre il Portogallo con sette reti sommerge la Corea del Nord e all’ultimo giornata basta un pareggio a Brasiliani e portoghesi per passare il turno. Il girone H è quello della Spagna che dopo Euro 2008 parte con il ruolo della favorita: l’esordio choc, la Spagna domina ma perde 1-0 con la Svizzera. Le vittorie con Honduras e Cile porteranno comunque gli Spagnoli a qualificarsi con la Svizzera.
Il primo turno racconta di un calcio molto piu livellato dove le partite decise in partenza non ci sono più, dove ogni partita va preparata nel migliore dei modi. In un calcio sempre piu globalizzato anche le squadre piccole, con poca tradizione, pur giocando un calcio semplice, sanno tener testa agli squadroni piu blasonati. Non è un bel mondiale ma sicuramente uno dei più combattuti.
I primi due ottavi sono senza dubbio incontri non usuali a questi livelli. L’Uruguay domina un tempo ma poi soffre con la Corea del Sud: la decide Suarez al minuto 80 portando 40 anni dopo l’Uruguay tra le migliori otto al mondo. Kevin Boateng e Asamoah fanno continuare il sogno al loro Ghana e a tutto il continente africano che sogna finalmente di arrivare tra le prime quattro: 2-1 con gli Usa e Ghana ai quarti. Germania-Inghilterra è invece una classica del calcio mondiale, una di quelle partite che comunque vada lasciano il segno e un ricordo: ed anche in Sudafrica è cosi. La Germania va 2-0 con Klose e Podolski, ma Upson dimezza lo svantaggio inglese. E al minuto 38 Lampard fa 2-2 da fuori area: il gol è valido per tutti, ma non per il segnalinee che non si accorge che dopo aver colpito la traversa il pallone cade in porta. La rabbia inglese sale e i tedeschi ne approfittano: finisce 4-1, Inghilterra di Capello a casa. Vola l’Argentina contro il Messico e si candida per un ruolo da protagonista: 3-1 per gli uomini di Maradona. Tutto facile per l’Olanda contro la Slovacchia e per il Brasile con il Cile. Bruttissimo 0-0 invece tra Paraguay e Giappone (altro ottavo poco usuale): ai rigori vince l’albirroja, per la prima volta ai quarti. Chiude il programma il derby iberico, partita spigolosa e poco spettacolare decisa dall’asse Iniesta, Xavi, Villa: 1-0 e Spagna avanti.
E’ una Germania spettacolare quella che ai quarti di finale distrugge l’Argentina: Muller, Klose, Friedrich e ancora Klose firmano un 4-0, umiliazione per l’Argentina e umiliazione per Maradona. Brasile-Olanda è il quarto piu spettacolare e forse una delle partite piu belle del mondiale. Dopo 10 minuti Robinho porta avanti i verde oro che continuano ad attaccare come insegna la storia brasiliana e il primo tempo si chiude sull’1-0 Brasile. La ripresa vede invece una spettacolare Olanda che trova il pareggio grazie a un autogol di Felipe Melo e il vantaggio con Snejder. Il Brasile prova a rimetter in piedi la partita ma non riesce: dopo 32 anni l’Olanda torna in semifinale mondiale. Tutte nel secondo tempo invece le emozioni di Spagna-Paraguay: al minuto 58 il Paraguay fallisce quel rigore che può portare un popolo in paradiso. Passa un minuto e il rigore viene dato alla Spagna: Xavi segna, ma l’arbitro fa ripetere e come spesso accade al secondo tentativo Villar para. Solo al minuto 84 Iniesta inventa per Pedro che colpisce il palo, ma appostato c’è il solito David Villa: 1-0 Spagna e semifinale. L’ultimo quarto è Uruguay-Ghana, la storia del mondiale perchè poteva cambiare la storia del calcio: vince l’Uruguay ai rigori, la racconteremo poi.
Olanda e Uruguay si sfidano a Città del Capo per l’accesso in finale ed è una partita bellissima che ricorda un pò quel calcio spettacolo che rappresentò la grande Olanda degli anni 70. Il primo tempo si chiude 1-1 con reti di Van Bronchorst e Forlan. L’Uruguay nel secondo tempo è più deciso e attacca ma in tre minuti cambia tutto: al minuto 70 Snejder, al minuto 73 Robben. Accorcia l’Uruguay, ma non basta. L’Olanda è in finale, il popolo arancione si può riversare nelle strade di Amsterdam per una folle notte di festa.

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A Durban invece la partita non è da ricordare e mostra la Spagna in tutta la sua solidità e forza difensiva. Dopo un primo tempo alla pari, esce la forza spagnola che al minuto 71 colpisce con Puyol su calcio d’angolo di Xavi. 1-0, Spagna per la prima volta in finale.
Lo stadio Soccer City di Johannesburg ospita quindi la finale inedita tra le Furie Rosse e l’Olanda alla sua terza finale. Per la Spagna scendono in campo Casillas, Sergio RAmos, Pique, Puyol, Capdevila, Busquets, Xabi Alonso, Iniesta, Xavi, Pedro, Villa. Per l’Olanda Stekelemburg, VAn der Wiel, Heitinga, Mathjsen, Van Bronckorst, Van Bommel, De Jong, Robben, Snejder, Kuyt, Van Persie. Non è una finale spettacolare, molto fallosa e molto tattica. Nel primo tempo qualche occasione e lieve supremazia spagnola. Al minuto 62 l’occasione che può cambiare la storia: Snejder lancia Robben che a tu per tu con Casillas sbaglia un gol clamoroso. Occasioni anche per Villa e Sergio Ramos, ma la partita non si sblocca e servono i supplementari.
Minuto 116: lancio di Torres, rilancia la difesa olandese, Fabregas inventa l’assist per Iniesta che colpisce e fa 1-0. E’ il gol che vale il mondiale per la squadra di Del Bosque, il gol che vale la notte più bella per tutta la Spagna.

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E’ gioia infinita spagnola, è dramma Olanda, alla terza finale persa. E il gol lo segna il più forte, quell’Andres Iniesta che per anni ha inventato il calcio con una semplicità e una classe infinita. E nel momento più alto della sua carriera ricorda l’amico di sempre, quel Dani Jarque scomparso qualche mese prima nel ritiro dell’Espanol: quel mondiale è dedicato a lui
LA STORIA DEL MONDIALE. URUGUAY-GHANA E QUEL TRENO PER LA STORIA
Le africane al mondiale dal 1990 regalano colori, emozioni, bel calcio ed anche risultati. Ma mai una squadra africana è riuscita a raggiungere le semifinali. Fuori ai quarti il Camerun nel 90 e il Senegal del 2002, fuori agli ottavi la Nigeria nel 94 e il Ghana nel 2006. Il mondiale del 2010 è forse il momento in cui il calcio africano può raggiungere questo traguardo e dopo l’eliminazione del Sudafrica, tutto il continente tifa Ghana. Il quarto di finale di Johannesburg vede di fronte Uruguay e Ghana e mai come questa volta tutta l’Africa ci crede.
E’ un Ghana forte quello che si presenta in Sudafrica: ci sono Mensah, Asamoah Kwadwo, Boateng, Muntari, Appiah, Asamoah Gyan e in panchina siede l’esperienza di Rajevac. Al minuto 47 Muntari porta avanti le Black Stars e l’intero continente sogna. Nella ripresa pareggia Forlan e le squadre vanno ai supplementari. All’ultimo minuto del secondo tempo supplementare succede l’incredibile, passa il treno per la storia africana. In una clamorosa mischia in area uruguaiana il Ghana tira in porta due volte: la prima è salvata sulla linea da Suarez, la seconda è sempre salvata sulla linea e sempre da Suarez, ma stavolta con le mani. Suarez la definirà “la piu bella parata del torneo”. E’ rigore, il rigore che può cambiare per sempre la storia del calcio e aprire una frontiera ancora piu grande per tutto il popolo africano. Il treno è lì e tutta l’Africa ci sta salendo.
Mentre in tutta l’Africa cala il silenzio va sul dischetto Gyan Asamoah: pallone sulla traversa.

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E quella traversa forse sta ancora tremando come tutto il popolo africano quando pensa a quei secondi. Si va cosi ai rigori: sbagliano Mensah e Adiyiah e finisce tra le lacrime il sogno ghanese e il sogno africano. Una cosa va sottolineata. Gyan Asamoah sbaglia il rigore all’ultimo secondo, ma subito accetta di battere il primo della lotteria dei rigori: solo un grande campione e un grande uomo con il cuore a pezzi per quel rigore sbagliato si potrebbe prendere quella responsabilità cosi grande. E il rigore lo segna.
Si chiude un’edizione non spettacolare del mondiale con una deludente Italia e con una Spagna ormai dominatrice assoluta che dopo Euro 2008 firma uno spettacolare bis con il suo uomo in più, quell’Andres Iniesta che per molti rappresenta “il calcio”. La Spagna concluderà il suo quadriennio magico a Kiev dove conquisterà anche Euro 2012. Il mondo saluta l’Africa e si da appuntamento in Brasile. La Spagna è campione del mondo.

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