Nel 2007 a Zurigo viene affidata l’organizzazione del mondiale 2014 al Brasile: durante la corsa all’assegnazione si ritirarono Argentina e Colombia e il Brasile rimase unico candidato. Il mondiale si giocò in 12 stadi.
In Brasile il calcio torna nella terra di chi, a questo sport, ha dato tanto: campioni ma anche passione e religione verso uno sport che spesso aiuta i bambini ad uscire dal dramma della povertà.
Germania, Brasile, Spagna, Italia e Argentina si presentano come favorite nell’estate brasiliana. La Spagna ci arriva dopo 4 anni di successi con Euro 2008, mondiale 2010 ed Euro 2012 dove in finale ha sconfitto l’Italia. La Germania dal 2006 è presente almeno alle semifinali di tutte le manifestazioni ed è pronta a tornare sul tetto del mondo.
Il 12 Giugno si apre il mondiale con Brasile-Croazia e dopo dieci minuti primo choc: Croazia in vantaggio. Il Brasile alla fine vince 3-1 grazie anche a un rigore ampiamente contestato ma si intravedono le prime crepe. Il girone si chiude con il passaggio di Brasile e Messico che nell’incontro decisivo sconfigge 3-0 la Croazia. L’Italia di Prandelli è inserita nel girone della morte ma l’esordio nella caldissima Manaus (in Amazzonia) fa ben sperare: Marchisio e Balotelli ci regalano i tre punti. Sembra una facile qualificazione ma non è così: perdiamo contro la sorpresa Costarica e all’ultima giornata ci serve un punto con l’Uruguay.
Pensiamo di aver toccato il fondo, ma negli otto anni successivi capiremo che il fondo non era stato toccato. Nel gruppo B arriva la sorpresa: all’esordio l’Olanda di Van Persie distrugge la Spagna per 5-1. I campioni non reagiscono e alla seconda giornata subiscono un netto 2-0 dal Cile: Spagna fuori dopo due turni, incredibile. Avanti Olanda e Cile. Vibrante il girone C che si decide all’ultimo secondo: con una super Colombia a punteggio pieno tutto si gioca tra Costa d’Avorio e Grecia. Al minuto 94 sul punteggio di 1-1 rigore per la Grecia e gol di Samaras: greci in delirio, Costa d’Avorio ancora fuori al primo turno. Nessun problema nel girone E per Francia e Svizzera che hanno la meglio su Ecuador e Honduras e per Argentina e Nigeria,nel gruppo F, contro Bosnia e Iran. Viene eliminato il Portogallo di Cristiano Ronaldo nel girone G con Germania e Stati Uniti: la sconfitta per 4-0 con la Germania nella prima partita è decisiva nella differenza reti con gli americani. Contro il Ghana la Germania fa 2-2 e Klose segna il gol numero 15 della sua strepitosa carriera mondiale. Il gruppo H, dal basso contenuto, qualifica Belgio e Algeria: esce la Russia tra le papere di Akinfeev.
Con gli ottavi il mondiale entra nel vivo, ancora una volta senza l’Italia. Brasile-Cile apre le partite ad eliminazione diretta. David Luiz e Sanchez portano il risultato sull’1-1. Ai rigori vince il Brasile ma all’ultimo secondo dei supplementari, Pinilla colpisce una traversa che ancora trema, quella traversa che si tatuerà nel suo corpo in ricordo di quella notte in cui poteva diventare l’eroe di un popolo. Ma il Cile viene eliminato. È invece uno strepitoso James Rodriguez che con una doppietta meravigliosa regala i quarti alla Colombia facendo tornare alla mente i tempi della generazione di Valderrama e Rincon.
Vince l’Olanda con il Messico mentre la Costarica continua la sua magica corsa eliminando la Grecia ai rigori in un ottavo inusuale per la storia mondiale.
Passa la Francia con la Nigeria mentre ha bisogno dei supplementari la Germania per aver la meglio su una bella Algeria. Argentina-Svizzera è un ottavo combattutissimo in cui gli svizzeri tengono testa ai più quotati avversari: sarà Di Maria al minuto 117 a rompere l’equilibrio in un finale convulso in cui la Svizzera colpirà un palo. L’ultima qualificata è il Belgio: 2-1 sugli Stati Uniti e diavoli Rossi ai quarti dopo 28 anni.
I quarti propongono una sfida storica per il calcio: Germania-Francia. La vincono i tedeschi con gol di Hummels: la Germania di Low si sta dimostrando solida come la storia tedesca vuole ma in quest’edizione mondiale esprime un bel gioco. Continua la corsa anche il Brasile che supera 2-1 la Colombia ma vive attimi di paura per l’infortunio di Neymar che dovrà abbandonare il mondiale e il sogno di alzare la coppa sotto il cielo di Rio de Janeiro. Olanda e Costarica danno vita a un brutto quarto di finale che finisce ai rigori con il punteggio di 0-0: finisce dagli 11 metri la corsa dei Los Ticos accolti a San José da una folla oceanica. Da ricordare la sostituzione di Van Gaal che al minuto 120 inserisce il portiere di riserva Krul, eroe poi di quella notte. È l’Olanda ad andare per la seconda volta consecutiva in semifinale in quello che sarà il canto del cigno della generazione dei Robben e degli Snejder. Infine l’Argentina, pratica e vincente: con il Belgio decide Higuaín. Altro 1-0 e Albiceleste in semifinale.
Le semifinali propongono due sfide Europa-Sudamerica. A San Paolo Argentina e Olanda è una partita molto tattica in cui nessuna delle due vuole rischiare: l’ovvia conclusione sono i rigori. E l’eroe della notte diventa Sergio Romero che neutralizza i rigori di Vlaar e Snejder. L’Argentina è in finale. La sera prima a Belo Horizonte si gioca Brasile-Germania: tutto il popolo da Copacabana alle favelas spinge il Brasile verso la finale. Il risultato finale è storia del calcio: storia di una vittoria memorabile per la Germania,
Il 13 Luglio al Maracana si gioca Germania-Argentina che per la terza volta assegna il titolo. Per la Germania scendono in campo Neuer, Lahm, Boateng, Hummels, Howedes, Kramer, Schweinsteiger, Muller, Kroos, Ozil e Klose; per l’Argentina Romero, Zabaleta, Demichelis, Garay, Rojo, Mascherano, Biglia, Pérez, Lavezzi, Messi e Higuain. Occasioni ce ne sono tante in una partita di raro equilibrio: da segnalare quelle di Higuain a tu per tu con Neuer e Howedes che colpisce il palo. Si va ai supplementari come quattro anni prima e come otto anni prima a testimoniare un calcio sempre più equilibrato. Sfiora il gol Schurrle, ha un’occasionissima che forse ronzerà sempre nella sua testa Palacio, ma il risultato non cambia. Fino al minuto 113: assist di Schurrle e gran gol di Gotze.
Rimane una punizione all’ultimo secondo per Messi: il fenomeno argentino la calcia altissima per quel mondiale che non è ancora casa sua. La Germania dopo venti anni torna campione del mondo, un successo meritato e figlio di una programmazione che nasce molti anni prima e che raccoglie nella notte del Maracana il successo più bello
8 luglio, Belo Horizonte: semifinale mondiale tra Brasile e Germania. Tensione altissima: il sogno dei brasiliani di alzare la coppa al Maracana e vendicare quella sconfitta del 1950 e la forza della consapevolezza tedesca di essere forti e anche belli. Il Brasile non perde in casa dal 1975, 39 anni. Lo stadio è esaurito in ogni ordine di posto, tutto il Brasile è davanti alle tv. Brasile con classica maglia gialla, Germania con maglia rossa e nera.
Spinto dall’entusiasmo il Brasile parte forte e sembra voler schiacciare i tedeschi nella propria area ma non sa che stanno arrivando i 18 minuti che sconvolgeranno per sempre il calcio brasiliano.
Finisce qui l’aura immacolata del Brasile e di un mito lungo 70 anni. La gente è incredula e piange, non crede a ciò che sta vedendo. Ma la Germania non si ferma perché loro sono teutonici e vogliono dire a tutti che sono forti. Ci si mette anche Neuer che para le poche occasioni che arrivano ai brasiliani.
Ma purtroppo è vero. Finisce 7-1 in quella che è la più grande umiliazione della storia brasiliana, un massacro, una distruzione sportiva. Si dice che il calcio è solo un gioco, ma in Brasile non lo è e per i giocatori è una vergogna infinita che macchierà per sempre le loro carriere. C’è stato il Maracanazo nel 1950, c’è il Mineirazo nel 2014. E neanche le future vittorie mondiali potranno far dimenticare questa tragedia sportiva brasiliana.
E si chiude così anche il mondiale 2014: la Germania è campione. Per l’Italia è altra delusione. Il mondo del calcio si sposta in Russia e lì l’Italia neanche ci sarà. È il mondiale di calcio che ogni 4 anni intreccia le nostre vite e le nostre storie.