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La Coppa Italia del Vicenza

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https://it.wikipedia.org/wiki/Coppa_Italia_1996-1997#/media/File:Gioved%C3%AC_29_maggio_1997_i_festeggiamenti_del_Vicenza_per_la_conquista_della_Coppa_Italia_1996-1997.png

È stata forse l’ultima pagina di un calcio di provincia vincente, un calcio dove le vittorie non arrivano mai ma quando arrivano rimangono per sempre. È la Coppa Italia del Vicenza.
Il Vicenza nel calcio italiano ha lasciato pagine importanti

ed è stata definita la nobile provinciale per i 20 anni continuativi di permanenza in serie A e per una stagione chiusa al secondo posto nel 1978 con un certo Paolo Rossi.

Poi anni bui, la serie C, lo spareggio per non retrocedere in C2 fino alla risalita conclusa nel 1995 con il ritorno in A sotto la guida di Francesco Guidolin. Dopo un primo anno con una salvezza tranquilla sarà la stagione 1996-1997 a entrare nella storia del Lanerossi Vicenza (L.R. Vicenza Virtus). Una stagione che inizia con il botto: la prima giornata il Vicenza passa 4-2 a Firenze con una quaterna di Marcelo Otero, poi alla quinta giornata la vittoria 2-1 contro una Juve fenomenale con un gol bellissimo di Beghetto e infine alla decima giornata la doppietta di Ambrosetti nel 2-0 alla Reggiana

che porta per la prima volta il Vicenza in testa alla classifica della serie A.

La squadra berica chiuderà il campionato all’ottavo posto ma nel frattempo porterà avanti una cavalcata epica in Coppa Italia.
Inizia a Lucca a fine agosto la stagione dei biancorossi in Coppa e inizia con un 2-1 contro la Lucchese con i gol di Maurizio Rossi e Cornacchini, nomi che sentiremo ancora. Agli ottavi c’è il Genoa: finisce 1-1 a Marassi e serve la ripetizione. Al Menti sarà ancora Cornacchini a regalare i quarti alla squadra di Guidolin. 
Ed è ai quarti che inizia il miracolo vicentino. C’è il Milan e c’è San Siro: Ambrosetti porta avanti i berici, pareggia Baggio e finisce 1-1. Il ritorno è il 27 novembre, il Vicenza da tre giorni è primo in classifica e l’entusiasmo del Menti è altissimo. Il tutto esaurito attende il Milan.

Quel giorno finisce 0-0 ma il Vicenza dà una lezione di calcio ai più quotati rossoneri

dimostrando che il primo posto in classifica non è un caso. Il Vicenza vola in semifinale contro il Bologna di Ulivieri, colui che ha portato il Vicenza dalla C alla B qualche anno prima. All’andata a Vicenza è una brutta partita, ostica e combattuta decisa da un colpo di testa di Murgita che vale l’1-0. Altra battaglia a Bologna e quando le squadre si avviano ai supplementari a pochi secondi dal triplice fischio un assist di Beghetto serve la palla buona a Cornacchini, 1-1 e Vicenza in finale. 
La finale è storia del calcio vicentino. L’andata a Napoli i partenopei vincono 1-0 con gol di Pecchia e poi arriviamo al 29 maggio 1997, la data che nessun vicentino scorda. È una bellissima serata a Vicenza e due ore prima lo stadio è pieno. Non c’è nessuno per le strade, chi non è allo stadio è incollato alla TV.

Coreografia dello Stadio Menti in occasione della finale di COppa Italia

Ph. napoliflash24.it

Vicenza sogna, sogna la notte più bella della sua storia.

Tutti allo stadio hanno una maglietta celebrativa che rimarrà un ricordo per tutti i ventimila di quella notte. Lo stadio è il Romeo Menti, quello diventato famoso per il palo che nascondeva la vista completa alle telecamere, altro calcio.

Il Vicenza prima della finale di Coppa Italia

Ph. Foxsports

Dopo venti minuti di equilibrio Jimmy Maini realizza l’1-0. La sfida è nervosa, la tensione è altissima perché entrambe le squadre si giocano un pezzo della loro storia sportiva. Si va ai supplementari ma il risultato non si sblocca. Fino al minuto 118 quando Di Carlo ottiene una punizione dal limite. Il coro dello stadio che si sente bene dalla cronaca di quella sera è semplice e deciso,

un po’ come il carattere del popolo berico: “Forza Vicenza facci un gol”.

Il tiro di Beghetto non viene trattenuto e Maurizio Rossi si avventa sul pallone per il 2-0.

Un boato scuote Vicenza, dallo stadio Menti fino a Piazza dei Signori, dal Teatro Olimpico sale fino a Monte Berico.

È un gol che consegna il Vicenza alla storia. Ma non è finita perché al minuto 120 mentre tutto lo stadio salta e trema un rimpallo lancia Iannuzzi che segna il 3-0 per l’apoteosi finale di una squadra, di un allenatore, di un presidente e di un popolo. Quando Giovanni Lopez alza la coppa Vicenza si riscopre campione, protagonista di un sogno inatteso e per questo ancor più bello. 

Il Vicenza festeggia la Coppa Italia

Ph. Wikipedia


Un Vicenza voluto dal presidentissimo Pieraldo Dalle Carbonare nei tempi bui in cui la C2 era molto vicina, un Vicenza disegnato e orchestrato perfettamente da un allenatore che a Vicenza realizzò il suo capolavoro, Francesco Guidolin. In quegli anni la curva cantava “Noi vogliamo tanto bene a Guidolin” e forse quel bene rimarrà per sempre. E poi i giocatori, nomi che hanno scritto la pagina più bella del calcio vicentino e forse l’ultima pagina romantica del calcio italiano: Pierluigi Brivio, Luca Mondini, Massimo Beghetto, Davide Belotti, Alessandro Dal Canto, Gilberto D’ignazio, Giovanni Lopez, Gustavo Mendez, Luigi Sartor, Gabriele Ambrosetti, Daniele Amerini, Domenico ‘Mimmo’ Di Carlo, Fabio Firmani, Giuliano Gentilini, Jimmy Maini, Rossi Maurizio, Fabio Viviani, Mariano Sotgia, Pierre Wome, Giovanni Cornacchini, Ferdinando Gasperini, Alessandro Iannuzzi, Roberto Murgita, Marcelo Otero Larzabal.

Se andate a Vicenza e chiedete a qualcuno cos’è successo la notte del 29 maggio 1997, non avrà alcun dubbio nel rispondervi:”Quella notte il Lanerossi Vicenza ha vinto la Coppa Italia”


Il Vicenza e la Coppa Italia, l’ultima storia romantica del calcio italiano.

Ph copertina: it.wikipedia.org

Roberto Vallalta
Roberto Vallalta

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