Rio De Janeiro, 14 agosto. Ai giochi Olimpici è in programma la finale del trampolino da tre metri. E gli occhi di tutta Italia sono puntati su Tania Cagnotto, la tuffatrice italiana più forte di tutti i tempi.
La piscina dell’Aquatic Centre di Rio sta vivendo giorni di notorietà per quel colore verde-grigio dovuto a problemi di pulitura dell’impianto ma le atlete sono in gara lo stesso, c’é l’appuntamento con la gloria olimpica.
In semifinale Tania Cagnotto è solo settima, non ha destato una gran impressione ma in finale la musica cambia. I primi tre tuffi sono ottimi e portano la Cagnotto alla terza posizione dietro ai mostri sacri cinesi. Al quarto posto, staccata di 6 punti, c’è la canadese Jennifer Abel, la grande rivale di Tania per la lotta al bronzo. La quarta serie cambia la classifica: la Abel effettua il tuffo perfetto e supera l’azzurra.
il ricordo di Londra e di quel quarto posto per venti centesimi è vivo nella mente degli appassionati e ancora vive sono le lacrime di Tania dopo quella gara londinese. Ma manca ancora un tuffo, il tuffo preferito di Tania, quello che non può sbagliare.
Esulta papà Giorgio che inizia a credere all’impresa. Ma per l’impresa manca un ultimo passo: la Abel deve fare meno di 75. E fa 69. Tania chiude così con 372,80, è il record personale, ma quel giorno c’è una cosa più importante del punteggio,
Tania scoppia in lacrime, abbraccia papà Giorgio. All’ultimo tuffo, all’ultimo atto di quello sport in cui ha dato tutto, Tania vince quella medaglia Olimpica individuale che tanto ha desiderato. Si vendica di quella a Londra che l’aveva delusa e amareggiata.
A margine della gara accade anche qualcosa che diventerà un simbolo dei giochi di Rio: dopo la premiazione entra in scena Kin Kai, altro tuffatore dello squadrone cinese, si inginocchia davanti a He Zi, medaglia d’argento, e le chiede di sposarlo. He Zi dice sì e rende ancora più memorabile la sua giornata Olimpica.
In quella gara olimpica Tania ha messo dentro tutte quelle ore di allenamento che l’hanno resa una campionessa, ore di sacrifici, di fatica, di lacrime e di passione. In ogni tuffo forse c’era una parte di lei e dei suoi amatissimi genitori ai quali ha dedicato la medaglia.
Ci auguriamo,come sembra, che Tania torni e che sia nuovamente protagonista a Tokyo in coppia con l’altra mamma Francesca Dallapè. Perché quell’ultimo memorabile tuffo di Rio de Janeiro non sia l’ultimo della carriera olimpica della più grande tuffatrice italiana di tutti i tempi
Foto di copertina: https://www.federnuoto.it/discipline/tuffi/tuffi-news/item/38007-olimpiadi-tania-da-leggenda.html