Cassius Clay Muhammad Ali e George Foreman, due miti della boxe in una calda, indimenticabile e leggendaria notte africana. È il racconto della “Rumble in the Jungle”, la rissa nella giungla,
È il 1974, in Zaire il presidente è Mobutu, un dittatore megalomane che vuole celebrare al mondo intero la nuova costituzione dello Zaire. Ed è un anno magico per lo sport di quel paese: anche la nazionale di calcio vive il suo massimo momento di gloria partecipando al mondiale tedesco (ma questa è un’altra storia). L’evento dell’anno è previsto in settembre, ed è l’incontro di boxe valido per il mondiale pesi massimi tra il campione George Foreman e Muhammad Ali. Sarà Kinshasa il teatro di questo evento che scrisse per sempre la storia di questo sport.
C’è l’esaltazione di Mobutu, c’è il primo evento organizzato da Don King, ci sono i due più forti pugili e c’è tutto l’orgoglio del popolo nero.
George Foreman è il campione in carica, ha sconfitto nettamente l’anno precedente Joe Frazier in un match a senso unico. Nella vita Foreman è un patriota, è amato dall’opinione pubblica americana. Quando scende dalla scaletta dell’aereo è accompagnato da un pastore tedesco, il cane usato dai Belgi nella loro occupazione. Kinshasa non può amare Foreman.
Muhammad Ali invece si era rifiutato di andare in Vietnam, per la sua religione e per la sua opposizione alla guerra e per questo era stato squalificato per tre anni perdendo il titolo mondiale. Aveva provato a riconquistarlo contro Frazier, ma aveva perso.
Se Foreman per il pubblico di Kinshasa era il nero passato dalla parte dei bianchi, Ali è l’orgoglio nero. Una sfida nella sfida nella notte africana.
L’incontro era previsto per Settembre ma fu rinviato a causa di un infortunio di Foreman. A margine era prevista una mega manifestazione musicale per l’Africa, chiamata Zaire 74. Si tenne lo stesso e fu un evento unico per l’immensa partecipazione del popolo zairese: parteciparono artisti di livello mondiale come BB King e Miriam Makeba.
Ma l’attesa era tutto per quel 30 ottobre 1974: Kinshasa, stadio Tata Raphael, George Foreman contro Muhammad Ali. Anche Archie Moore, leggendario campione della boxe, era nelle prime file ed anche lui aveva dichiarato che Foreman avrebbe vinto, perché più potente e più giovane.
Foreman partiva nettamente favorito e nelle prime sei riprese dimostrò tutta la sua forza costringendo spesso Ali alle corde. Ma Ali si difendeva bene e colpiva con colpi diretti e precisi al viso. La tattica di Ali era chiara: appoggiarsi alle corde per meglio sopportare i colpi del picchiatore Foreman cercando di colpire poche volte ma in modo decisivo.
Chi assisteva al match poteva avere l’impressione di una supremazia di George, ma non era così: col passare delle riprese la stanchezza iniziava ad affiorare anche in Foreman.
E intanto i 60mila erano tutti per Muhammad Ali e quel coro che fece storia risuonava nelle tribune di Kinshasa: ALI BOMAYE, ALI BOMAYE (Ali uccidilo). Il capolavoro tattico di Ali continuava e con ormai le luci dell’alba che salivano dalle immense distese africane, iniziò l’ottava ripresa. Foreman iniziava ad essere sempre più stanco e Ali ne approfittò.
Cassius Clay Muhammad Ali aveva vinto.
Ali cercò Moore nel pubblico e gli gridò: “ Sono troppo vecchio Archie?”. Pochi minuti dopo la fine del match
Dopo molti anni George Foreman, dopo aver scoperto la fede, dichiarò che quello fu l’incontro più importante della sua vita perché lo cambiò per sempre,
Muhammad Ali combatté fino al 1981 e poco dopo gli fu diagnosticata la malattia di Parkinson. Il mondo vide quella malattia in una notte estiva di Atlanta durante l’apertura dei giochi Olimpici, un’immagine che diventò leggenda e dramma umano nello stesso momento. I due si reincontrarono nel 1997 per la premiazione del film “Quando eravamo Re”: Foreman aiutò Ali malato a salire sul palco in un momento che segnò la pace definitiva tra i due 23 anni dopo la notte di Kinshasa.
Ali Foreman non è stato solo un incontro di boxe, è stato uno degli eventi più importanti del ventesimo secolo, un evento che incollò il mondo davanti alle tv e che scrisse per sempre nel libro dello sport il nome di Muhammad Ali.
quella notte Ali sconfisse il grande rivale, quella notte Ali scaldò il cuore di tutta l’Africa…quella notte a Kinshasa Ali tornò ad essere il Re e Re rimase per sempre
Foto copertina:Ph. telegraph.co.uk