La storia dello sport ci ha regalato tante pagine entrate nel mito collettivo di un popolo e la vittoria di Alberto Cova ai mondiali di Helsinki è una di queste. Una vittoria meravigliosa legata anche ad un’indimenticabile telecronaca di Paolo Rosi.
Alberto Cova viene dall’oro europeo di Atene nei 10000m ma ad Helsinki, prima edizione dei campionati mondiali di atletica, non è il favorito. Ci sono gli uomini degli altipiani africani, ma ci sono anche tedeschi e finlandesi che in quegli anni dominano la scena. Cova invece viene da Inverigo, in provincia di Como, famosa per il viale dei Cipressi e si allena a Milano.
Forse nessuno più di Cova sa leggere la gara, contare i passi, contare il tempo: è questa sua caratteristica che lo renderà uno dei grandissimi dell’atletica leggera italiana.
È il 9 agosto e l’Olympiastadion di Helsinki è in attesa della grande finale dei 10000 metri con in gara, tra i favoriti, l’eroe di casa Martti Vainio. Il favoritissimo è il portoghese Mamede che poche settimane prima ha realizzato il record del mondo della specialità. La gara si racconta tutta in quegli ultimi duecento metri,
Cinque uomini sono in testa: i tedeschi Schildhauer e Kunze, il tanzaniano Shahanga, il finlandese Vainio e il nostro Cova. A 150 metri dal traguardo Schildhauer è davanti e sembra lanciato verso il titolo, Cova è quinto staccato di quasi 20 metri. Ma Schildauer inizia a cedere. Ai 100 metri si avvicinano Kunze e il finlandese sospinto dal boato della folla. Ma eccolo dall’esterno sta arrivando il ragioniere di Inverigo che negli ultimi 80 metri compie un capolavoro:
La volata è così imponente che a Cova rimane anche il tempo di levare le braccia al cielo azzurro come la sua canotta.
Sono solo 80 metri, una quindicina di secondi, il tempo necessario per passare da un quinto posto a uno splendido oro mondiale, da una buona gara a una gara da leggenda.
Alberto Cova nel 1982 aveva conquistato l’Europa, nel 1983 in questa magica gara conquistò il Mondo e infine nel 1984 come nei film più belli, nella mitica Los Angeles conquistò l’Olimpo.
Ma Helsinki rimarrà il capolavoro di questo grande uomo dell’atletica italiana, il ragioniere Alberto Cova