Una carriera purtroppo breve, un destino crudele che ha spento una vita bella, piena e felice. Abbiamo pianto tutti quel 18 luglio 1995 quando in una discesa del Tour Casartelli trovò la morte,
E’ il 2 agosto, una caldissima domenica di agosto. Si corre a San Sadurnì De Noia, un circuito di 16 km per 12 giri. È l’ultima Olimpiade in cui partecipano i dilettanti. L’Italia schiera tre corridori: Davide Rebellin, Mirco Gualdi e Fabio Casartelli. Ci sono nomi poco noti al mondo del ciclismo in quel 1992 ma che lasceranno un segno profondo in questo sport negli anni successivi: Lance Armstrong, Erik Zabel, Erik Dekker.
La gara è tattica, con solo tre corridori per nazione il gioco di squadra è complesso. La gara è monotona fino a due giri dal termine quando la maglia azzurra di Gualdi scatena la bagarre, ma la fuga viene ripresa.
I tre arrivano a giocarsi il titolo olimpico in volata, una volata che praticamente non c’è perché Fabio quel giorno è il più forte.
È un’immagine bellissima con Casartelli, Dekker e Ozols tutti a braccia alzate, tutti consapevoli di aver raggiunto il grande sogno olimpico, tutti felici come nelle più belle pagine di sport.
Ed è un sorriso bello, sincero, felice, tutto italiano quello che Fabio ci regala sul podio olimpico mentre risuona l’inno di Mameli. Un sorriso che racconta la grande emozione di un sogno raggiunto e di una carriera pronta a spiccare il volo nel mondo professionistico.
Fabio Casartelli ci ha lasciato il 18 luglio del 1995, in una discesa del Tour de France, aveva solo 25 anni. Ma il ricordo di quella giornata olimpica, di quelle braccia alzate e di quel sorriso, no, quello non ci lascerà mai.
Foto di copertina: https://giornaledicomo.it/attualita/fabio-casartelli-23-anni-fa-la-tragedia-al-tour-de-france/