C’è una notte nella storia del calcio Italiano che scrive per sempre il mito dell’ AC Milan e che forse cambia per sempre l’idea di calcio moderno. Ed è la notte del 19 Aprile 1989, Milan-Real Madrid.
E’ il 1989, l’Italia del calcio vive anni d’oro e tutto il paese si sta preparando ad ospitare il mondiale del 1990, il mondiale delle notti magiche. Sono gli anni del Napoli di Maradona e Careca e dell’Inter di Matthaus e Brehme, ma sono soprattutto gli anni del Milan di Silvio Berlusconi e di Arrigo Sacchi.
Ci sono grandi speranze nel cuore dei rossoneri
quel Luglio del 1986 quando all’Arena di Parco Sempione arriva con il suo elicottero Silvio Berlusconi: il Milan viene dagli anni più tristi della sua storia con lo scandalo scommesse prima e la retrocessione sul campo poi. Ma quel pomeriggio di Luglio la storia cambia, per sempre.
Inizia una nuova era, l’era in cui il Milan diventa la squadra più bella prima e più vincente poi del mondo intero.
Se nel primo anno il Milan finisce quinto assistendo al primo scudetto del Napoli, è l’87-88 l’anno della definitiva rinascita.
Arriva Arrigo Sacchi, tecnico di Fusignano reduce da una grande stagione a Parma e arrivano due olandesi, Ruud Gullit e Marco Van Basten.

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L’avvio dell’annata non è facile: un’eliminazione con l’Espanol in Coppa Uefa e un inizio sofferto di campionato fanno muovere le prime critiche al tecnico e alla squadra. Ed è nella Verona spesso fatale per i colori rossoneri che avviene la svolta: il Milan arriva dall’eliminazione europea e il pubblico sta dimostrando la sua rabbia. Berlusconi prima della partenza per Verona partecipa ad un allenamento e dichiara riferito a Sacchi:
“Lui rimane, Voi non lo so”
e la squadra risponde sul campo dominando e vincendo al Bentegodi. Il campionato è un avvincente testa a testa con il Napoli che si conclude con la doppietta di Virdis al San Paolo in una splendida Napoli-Milan 2-3.
E nella stagione 88-89 il Milan riassapora l’atmosfera della manifestazione europea più importante: la Coppa Campioni, competizione che il Milan ha già vinto 2 volte. E l’avventura inizia in una Sofia che si sta avvicinando alla caduta del regime comunista contro il Vitocha Sofia: ed è tutto facile, 2-0 in Bulgaria e 5-2 in casa.
Come in tutte le annate magiche è negli ottavi che il Milan capisce che il destino è dalla sua parte e lo capisce nella famosa notte di Belgrado. C’è il Marakana, ci sono Dragan Stojkovic e Dejan Savicevic figli di quella generazione slava di fenomeni, ci sono centomila anime dannate che spingono la Stella Rossa verso la qualificazione: il Milan soffre e dopo l’1-1 dell’andata è sotto 1-0. Ma c’è anche la nebbia, non si vede nulla e al 57’ l’arbitro rinvia la partita. All’epoca si rigioca il giorno dopo e si riparte dallo 0-0: qui non c’è la nebbia, ma ci sono le parate di Giovanni Galli ai rigori.
Nella bolgia di Belgrado, il tifoso rossonero capisce che è l’anno della svolta.
Ci sono i quarti, c’è il Werder Brema e il gol fantasma, ma lo spauracchio tedesco non fa paura.
Il Milan è in semifinale contro i più forti. E i più forti si chiamano Real Madrid che in casa giocano nel mitico Santiago Bernabeu, lo stadio dell’Italia Mundial, ma anche lo stadio delle rimonte impossibile delle Merengues.
Nel Real ci sono Butragueno, Hugo Sanchez, Schuster, Gordillo, Sanchis, Chendo…una di quelle formazioni che chi ama il calcio conosce a memoria
Ma è qui in questi 15 giorni della primavera del 1989 che il calcio cambia. Arrigo Sacchi ed il suo Milan vanno a Madrid e danno una lezione di calcio al Real: ma finisce solo 1-1 con gol di Hugo Sanchez e pareggio impossibile di testa del “Cigno di Utrecht”, Marco Van Basten. La qualificazione si deciderà nella scala del Calcio, a San Siro.
E cosi torniamo a quel 19 Aprile, alla notte che ha cambiato per sempre il calcio.
Galli, Tassotti, Maldini, Colombo, Costacurta, Baresi, Donadoni, Rjikaard, Van Basten, Gullit, Ancelotti.
E’ la cantilena più bella della storia del Milan perche quella notte finisce il mito delle Merengues di Madrid e inizia la leggenda di un Milan stellare.
In un San Siro stracolmo, in una notte in cui neppure la pioggia fermò gli 85mila cuori rossoneri,
il Milan diede vita a uno dei più bei capolavori della storia del calcio, scrivendo una pagina di sport indimenticabile per chi era a San Siro ma anche per chi era davanti alla TV.

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Segnarono Carlo Ancelotti dopo 18 minuti da fuori area, Rjikard di testa su cross di Tassotti, Gullit su cross di Donadoni. 3-0 e cosi si chiuse il primo tempo in cui il Milan gridò al mondo che era tornato, gridò al mondo chi era il più forte. Ma non è finita: prima Van Basten al 49’ fa poker, poi Donadoni al 59’ fa pokerissimo. E forse se i diavoli rossoneri non si fossero fermati quel risultato poteva assumere dimensioni mostruose.
Il Milan aveva distrutto il grande Real Madrid. San Siro era in delirio, la gente piangeva per l’emozione di una notte entrata nel mito.

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Finì 5-0, Milan-Real Madrid 5-0. E il calcio cambiò. C’era un calcio prima di Sacchi e c’è un calcio dopo Sacchi: Guardiola, Mourinho, Klopp, Ancelotti…tutti hanno studiato il fenomeno di Fusignano.
La finale fu la festa del popolo rossonero con quell’esodo dei 90mila a Barcellona che fece epoca: la partita invece non ebbe storia, il Milan sconfisse la Steaua Bucarest 4-0 e tornò vent’anni dopo sul trono d’Europa.
Ma la notte, la notte che cambiò per sempre il calcio e cambiò per sempre l’orgoglio e il sogno rossonero è quella del 19 Aprile 1989: MILAN-REAL MADRID 5-0, l’inizio della leggenda rossonera.
“Saremo una squadra di diavoli. I nostri colori saranno il rosso come il fuoco e il nero come la paura che incuteremo agli avversari!”
Herbert Kilpin, 16 Dicembre 1899
Foto di copertina: https://it.m.wikipedia.org/wiki/File:Van_Basten_Gullit_Rijkaard_(1988).jpg#mw-jump-to-license