Tra l’inizio degli anni 70 e la fine degli anni 80 il basket italiano dei club domina il panorama Europeo: la coppa Campioni viene vinta 5 volte da Varese (la mitica Ignis), due da Milano, due da Cantù e una da Roma. Ma l’edizione per il basket azzurro che più passerà alla storia è quella del 1982/1983, l’anno del derby nella finale di Grenoble tra la Ford Cantù e la Billy Milano.
scudetto conquistato contro Pesaro e che ha portato le due stelle alla società meneghina.
dopo la vittoria nella finale dell’anno precedente a Colonia contro il Maccabi Tel Aviv.
I primi due turni non portano difficoltà alle due italiane: Cantù elimina i lussemburghesi del Dudelange e gli svizzeri del Friburgo, Milano i turchi dell’Eczascibacsi e i francesi del Le Mans. Il girone a sei che funge da semifinale vede le due compagini lombarde chiudere ai primi posti davanti a Real Madrid, Maccabi, CSKA Mosca e Cibona Zagabria….e così per la prima volta nella storia il trono europeo del basket verrà conteso da due squadre italiane, Milano e Cantù, distanti tra loro 20 km, così vicine, così lontane.
E così a Grenoble il 24 marzo 1983 davanti a diecimila spettatori ha luogo la finale, la grande sfida tra Milano e Cantù. Due squadre fenomenali: da un parte la Billy Milano con Roberto Premier, Mike D’Antoni, Dino Meneghin, i gemelli Dino e Franco Boselli, John Gianelli, Vittorio Ferracini e Vittorio Gallinari (il padre di Danilo), dall’altra la Ford Cantù con Pier Luigi Marzorati, Antonello Riva, Renzo Bariviera, i due americani Wally Bryant e Jim Brewer, Giorgio Cattini ed i giovani talenti Beppe Bosa, Corrado Fumagalli e Denis Innocentin.
La partita non è bella, la posta in palio è tanta, la tensione è altissima e le squadre si conoscono a memoria ( si sono già incontrate quattro volte nell’anno in corso): ne viene fuori una partita nervosa e dal punteggio basso. Cantù parte forte, nonostante un Marzorati lievemente infortunato, e chiude il primo tempo 29-22. E anche l’inizio ripresa vede il dominio di Cantù, fino al minuto 27:
Ma il basket lo sappiamo, non finisce mai e sa regalare emozioni continue…e così quando sembra sul punto di cadere Milano risorge.
L’inerzia ora è dalla parte di Milano, ma Cantù in squadra ha un fenomeno che si chiama Pierluigi Marzorati: è lui che prende in mano la squadra e porta i suoi sul 69-62 a un minuto dal termine. Partita finita? No, neanche per idea. Gianelli porta i suoi a -5, D’Antoni recupera palla e Milano è a -3. Dopo il timeout chiamato da Giancarlo Primo Cantù continua il suo panico: altra palla persa e Boselli porta Milano a -1, 69-68.
È finita. Cantù batte Milano 69-68. Nella cittadina brianzola può iniziare la festa: Cantù è ancora la regina d’Europa. È la vittoria che chiude gli anni più belli della storia dei canturini, gli anni in cui la Pallacanestro Cantù era una delle squadre più forti, più belle e più temute d’Europa.
Quell’anno magico del basket italiano si chiude sempre in Francia, a Nantes in una magica notte di iniziò estate in cui la nazionale di Sandro Gamba vince il campionato Europeo, ma questa è un’altra storia.
La pagina di sport di oggi è quella finale, tutta italiana, tutta lombarda, orgoglio di un movimento cestistico italiano che in quegli anni dominava l’Europa