È l’ultimo giorno di gare dell’Olimpiade coreana di Seul, il giorno della Maratona, forse la gara più attesa e più leggendaria del calendario olimpico.
Quei 42 km e 195 metri che spesso hanno scritto pagine epiche di sport nel ricordo di quella corsa di Filippide, da Maratona ad Atene.
Tra i possibili favoriti di Seul c’é anche un italiano: il suo nome è Gelindo Bordin, vicentino di Longare e una carriera iniziata tra il fango delle corse campestri. Bordin viene dal terzo posto ai mondiali di Roma ed ha preparato tutta la stagione puntando all’obiettivo olimpico tra allenamenti durissimi e una media di 200 km a settimana. In Italia è l’alba della prima domenica di Ottobre.

ph. Wikipedia.it
La corsa è combattuta e avvincente. Al km 35 in testa ci sono quattro uomini: l’italiano Bordin, il giapponese Nakayama, il keniano Wakiihuri e il gibutiano Saleh. Al km 37 il giapponese perde terreno, rimangono in tre, gli stessi tre del mondiale romano dell’anno precedente. Al km 38 i due africani se ne vanno e per Bordin sembra profilarsi un’altra medaglia di bronzo, non sarà così. Il ritmo dei due è folle, Bordin non lo può reggere e prosegue con il suo passo.
Il km 40 è il momento in cui cambia la storia della gara, ma anche della carriera di Bordin e dell’atletica italiana.
L’azzurro cambia passo e in breve raggiunge il keniano Wakiihuri. Rimane Saleh, trenta metri più avanti, a dividere Gelindo dal sogno olimpico.

ph. Repubblica.it
In Italia ormai è arrivato il mattino e tutti gli appassionati stanno facendo colazione ascoltando la voce inconfondibile di Paolo Rosi che parla da Seul. Mancano 1,5 km quando avviene il sorpasso: Gelindo Bordin passa Saleh e si invola verso lo stadio, verso la gloria di Olimpia.
Dentro lo stadio la fatica passa ed ecco il bellissimo sorriso di Gelindo. E al traguardo quella splendida immagine di un atleta italiano, con la maglia bianca, che si inginocchia e bacia quella pista dorata, ma simbolicamente bacia l’asfalto, suo compagno di vita, compagno di fatiche e di sacrifici.

ph. Correre.it
È la prima vittoria italiana in una maratona, è una vittoria anche per Dorando Pietri che 80 anni prima a Londra era stato squalificato dopo aver vinto la gara olimpica, ma è soprattutto la vittoria di un grande uomo e di un atleta eccezionale che ha unito alla forza fisica anche un’intelligenza unica nella gestione della gara.
È la vittoria dei mille sacrifici, dei mille allenamenti, delle mille rinunce, è la vittoria della determinazione tipica del popolo veneto, della voglia di raggiungere il proprio traguardo.
Una vittoria indimenticabile, epica ed esaltante che chi ha vissuto in diretta non potrà mai dimenticare.
“Gelindo, eccolo. Bellissimo. Dai Gelindo, trecento metri. Hai messo in ginocchio i grandi corridori degli altopiani. Tu che vivi in pianura. Grande, bravissimo Gelindo. Ultimi cento metri. Fai anche uno scatto. Eccolo…stupendo Gelindo!”
Paolo Rosi, telecronaca dell’evento
02 Ottobre 1988, Seul: è una delle albe più belle dello sport italiano. Gelindo Bordin è campione olimpico della maratona, Gelindo Bordin è nell’Olimpo dello sport.
Foto di copertina: https://www.lastampa.it/2016/08/06/biella/bordin-il-campione-che-diventato-eroe-loro-di-seul-unimpresa-indimenticabile-bHxo3MaJy2y9U5FlcSgUPM/pagina.html