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Nedo Nadi, il re di Anversa 1920

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Olimpiadi di Anversa, 1920: la scherma italiana conosce il suo primo grande protagonista, Nedo Nadi, il più grande schermidore della storia.
Nedo nasce a Livorno, nel 1894, figlio di Beppe Nadi, fondatore del “Circolo Fides” e già a 5 anni inizia a calcare le pedane.

Il padre, brigadiere, lo educa al fioretto e alla sciabola, non alla spada, considerata con regole troppo poco rigide dal padre Beppe.

Ma Nedo vuole primeggiare anche in quello e così si allena da solo, di nascosto, per vincere tutto.
Nedo partecipa già diciottenne alle Olimpiadi del 1912 a Stoccolma dove vince l’oro nel fioretto. Ma sono gli anni della prima guerra mondiale e della morte. 

Immagine di Nedo Nadi
Ph. Wikipedia.org

Passeranno otto anni perché il fuoco di Olimpia torni a splendere e ciò avverrà nel 1920 sotto il cielo di Anversa.

E qui nella regione delle Fiandre Nedo Nadi diventa leggenda e pagina immortale dello sport.

La prima competizione è il fioretto a squadre ed è subito medaglia d’oro. Il giorno successivo è tempo di fioretto individuale: ed è un altro oro schiacciante e dominante. Un dominio raccontato dai numeri: nelle due competizioni di fioretto il numero di stoccate è 37 vincenti e 4 perdenti. 

La terza prova è la spada a squadre: anche qui è oro, un oro reso ancor più epico dal dialogo avuto sul podio con il Re del Belgio

“Siete ancora qui, Monsieur Nadi?”;

Alberto I

e l’azzurro per nulla intimorito:

«Con il Vostro permesso, conto di tornare ancora davanti a Vostra Maestà».

Nedo Nadi

Rimane la sciabola individuale e a squadre: cambia la specialità, non il colore della medaglia, oro e oro.

Memorabile la finale della sciabola individuale: Nedo Nadi sconfigge Aldo Nadi, il fratello, nell’unica finale tra fratelli della storia olimpica.

Finale tra fratelli Nadi
ph. Sport660.wordpress

Cinque medaglie d’oro, record che sarà battuto solo 52 anni dopo da un tale Mark Spitz. 
Manca la sesta, la spada individuale, quella specialità che il padre non voleva perché poco elegante, ma purtroppo un attacco intestinale non permette a Nedo la partecipazione.

Ma la leggenda di Nedo Nadi rimarrà per sempre: forza fisica, alta statura, classe sopraffina, una tecnica unica acquisita con interminabili e rigidi allenamenti sotto la guida del padre.

Le sue erano “stoccate dall’allungo implacabile, portate sempre con stile impeccabile, mai in affanno“…e sempre vincenti.

Dopo i giochi di Anversa si trasferisce in Argentina per dirigere una scuola a Buenos Aires, esperienza non positiva che porta Nedo vicino alla depressione. Torna in Italia e torna ad insegnare scherma a nuovi campioni tra cui Edoardo Mangiarotti: il mito della scherma italiana continua.

Muore giovane a 46 anni per un emorragia cerebrale nel 1940 mentre soffiano i nuovi venti di guerra, ma non morirà mai il mito di Nedo Nadi, il più grande schermidore della storia, una delle più grandi leggende olimpiche.

E nella sua tomba a Portofino sono riportate le seguenti frasi:

“Qui riposa / cullato dal ritmo alterno del mare / rapito ai cieli da una fede che mai declinò / NEDO NADI / Livorno 9-VI-1983 – 29-I-1940 Roma / A diciotto anni baciato dal trionfo olimpionico / che sei volte iterò / unico atleta al mondo / sicché per lui la scherma / fu vigilia d’armi opra d’arte viatico di gloria / non solo negli stadi e sulle pedane / rinnovate le gesta dei paladini / giacché Dio gli concesse / d’entrare vittorioso a cavallo / in Trento redenta / e di far della penna una spada / acuta e diritta come l’adamantino carattere / Col breve intenso fulgore della tua luce / illuminasti le ombre di quaggiù / tormentato poeta dell’azione / ansioso cavaliere dell’ideale”. 

Epitaffio di Nedo Nadi

Foto di copertina: https://www.azzurridigloria.com/storie/anversa-1920-nedo-nadi-scherma/

Roberto Vallalta
Roberto Vallalta

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