Settembre 1977, San Cristóbal, Venezuela: per la seconda volta il mondiale di ciclismo si disputa fuori Europa, la prima fu a Montreal nel 1974 e vinse il cannibale Eddy Merckx.
L’anno precedente, nel 1976, il mondiale si era svolto a Ostuni, in Puglia e Maertens in volata aveva battuto Moser.
Il Venezuela è quindi il momento della rivincita, il momento in cui il trentino Francesco Moser si deve riprendere quello che ha perso in terra pugliese. E per Moser è un anno positivo in cui ha già vestito tredici giorni la maglia rosa al Giro e ha vinto la Freccia Vallone.
È l’ultimo mondiale di Eddy Merckx, forse il più grande ciclista di tutti i tempi.
In quel mondiale partono in 89 sotto un clima tropicale, tra acquazzoni violenti e raggi di sole. Il CT italiano è Alfredo Martini, protagonista di tante pagine di questo sport così amato.
È il belga Maertens a provare la prima fuga vera, neutralizzata da un giovane Giuseppe Saronni che quel giorno dovrà aiutare Moser nella conquista del suo oro.
Sará una fuga a sei quella decisiva: i protagonisti sono gli italiani Moser, Gimondi e Bitossi, l’olandese Kuiper, il belga Godefroot e il tedesco Thurau. I sei viaggiano assieme fino all’ultimo giro e lì ecco un nuovo attacco del trentino Moser, violento e deciso al quale solo il tedesco Thurau resiste.
Si va verso una volata a due quando a 5km dal traguardo succede l’inatteso:
Il cambio bici dura otto secondi, così veloce che Thurau non se ne accorge, e in pochi metri Moser torna a fianco del tedesco.
Inizia così una volata lunga tre km in cui Moser si mette davanti e non lascia spazio al tedesco.
Poteva essere un azzardo perché Thurau era (forse) più veloce, ma quel giorno Moser aveva davanti a se la delusione di Ostuni e nulla poteva batterlo. Moser diventa così campione del mondo, terzo è Bitossi a completare il primo capolavoro firmato Alfredo Martini.
Al traguardo nella concitazione generale Moser ebbe un incidente e la sua maglia si macchiò di sangue: ma pochi minuti dopo quella maglia venne tolta
E su San Cristobal si scatenò un nuovo nubifragio e mai nubifragio fu così bello.
Bellissime le parole di Bruno Raschi sulla Gazzetta dello Sport:
La sua vittoria, oltre che una grande impresa atletica, rappresenta anche un successo spirituale. Il campione ha fatto strada all’uomo, lo ha reso simpatico al mondo, lo ha fatto applaudire da tutti. Ogni analisi tecnica della sua giornata, cede spazio e sentimento a questa conclusione. Possiamo scrivere che ha vinto il più forte e che il più forte è uno dei nostri, un montanaro del Trentino al quale più nessuno conterà i giorni. Possiamo scrivere queste cose esaltando il successo di tutta una squadra con la commozione nobile da vecchio libro di lettura. La commozione che rende il ciclismo moderno eguale al ciclismo antico, il Moser di San Cristobal eguale al Binda di Adenau”.
Bruno Raschi
San Cristóbal, Venezuela, 04 Settembre 1977: Francesco Moser è campione del mondo e l’Italia si innamora di questa splendida pagina di sport