Siamo negli anni 80 e mentre spinge forte il vento che porterà alla conclusione del patto di Varsavia, alla fine del regime sovietico e, il 23 ottobre 1989, alla nascita della nuova Ungheria, nelle piscine di Budapest due atleti si stanno allenando e si stanno preparando a riscrivere la storia del nuoto mondiale. L’Ungheria nel nuoto e negli sport acquatici ha una tradizione unica, basti pensare che ad Atene, nelle prime Olimpiadi dell’era moderna, l’oro nei 100 Stile libero andò ad Alfred Hayos.
Tamas Darnyi inizia la sua carriera nel 1982 a 15 anni, ma un infortunio all’occhio non permette al magiaro di partecipare agli Europei del 1983. Darnyi non può partecipare ai giochi del 1984 a causa di quel boicottaggio USA-URSS. La voglia di partecipare e di vincere di Darnyi viene sfruttata al meglio dal suo allenatore Tamas Szechy e agli Europei di Sofia del 1985 ha luogo la prima recita del fenomeno magiaro, la prima sinfonia di un qualcosa che rimarrà unico. Darnyi è oro nei 200 misti e oro nei 400 misti.
Darnyi farà doppietta nei misti ai mondiali di Madrid del 1986 e agli Europei di Strasburgo del 1987. Ma si sa, l’appuntamento olimpico è quello che vale di più e Seul, la prima Olimpiade del dopo boicottaggio, è il momento della verità della sua carriera.
Whitney Houston canta “One moment in time” e Tamas Darnyi vive il suo più bel momento nel tempo nei giochi coreani. Non vince, domina; non batte i record, lì demolisce. Oro nei 200 misti, oro nei 400 misti.
Agli Europei di Bonn del 1989 altra doppietta ma nel frattempo alla ribalta sale David Wharton che toglie a Darnyi il record del mondo. Uno stimolo in più per il magiaro che a Perth nel 1991 realizza l’ennesima doppietta ma soprattutto abbatte il muro dei due minuti nei 200misti.
Rimane Barcellona 1992 per chiudere quel cerchio magico iniziato dieci anni prima. Gli anni iniziano a pesare, ma la classe e la forza di Darnyi sono immutate: i 400 misti sono suoi nel primo giorno di gare. L’ultimo passo per la leggenda è la finale dei 200 misti contro avversari in crescita quali gli americani Karnaugh e Burgess e il finlandese Sievinen.
L’ultima vasca è un thriller dal finale incerto, ma Tamas Darnyi rincorre il mito e con le ultime energie vince quell’oro che lo proietta tra gli dei di Olimpia.
Seconda doppietta consecutiva olimpica, settima doppietta consecutiva tra Europei e mondiali. I 200 e i 400 misti sono terra sempre e solo di Tamas Darnyi. Il magiaro chiuderà la sua carriera a Sheffield, agli Europei del 1993 con quell’ultima recita che rimane un po’ incompiuta considerando che Darnyi vincerà i 400 misti ma non prenderà parte ai 200 misti.
E mentre il nuoto maschile applaude i trionfi di Tamas Darnyi,il nuoto femminile assiste ammaliato alle imprese di Krisztina Egerszegi, la bella fidanzata d’Ungheria.
La giovanissima magiara inizia la sua carriera mentre il mondo del nuoto femminile è dominato dalle valchirie della Germania dell’Est e dal doping di stato che segna una pagina nera nello sport. Krisztina partecipa agli Europei di Strasburgo del 1987 (dominati da Kristin Otto) con discreti risultati. E come per Darnyi, anche per la Egerszegi l’appuntamento è Seul, Olimpiadi del 1988.
Krisztina vince uno splendido argento nei 100 dorso prima di stupire il mondo nei 200 dorso diventando la più giovane campionessa olimpica della storia.
La Egerszegi ha 14 anni, il mondo è già ai suoi piedi. Se Bonn nel 1989 rappresenta l’europeo con gli ultimi successi delle valchirie dell’Est, l’Olimpiade di Barcellona, sotto i colori di una nuova Ungheria che sta vivendo il suo sviluppo economico dopo gli anni sovietici, diventa l’appuntamento più importante della carriera della Egerszegi. Il primo giorno di gare vede la finale dei 400 misti. Krisztina è già la più forte dorsista del mondo, ora vuole dimostrare di essere anche la più forte mistista. E la sua gara è perfetta: la cinese Lin è battuta e il sorriso di Krisztina contagia il mondo.
Le finali dei 100 e dei 200 dorso sono due dimostrazioni eccezionali di talento, forza, potenza, eleganza e bellezza: la fidanzata d’Ungheria le domina entrambe vincendo tre ori nell’edizione catalana dei giochi. La Egerszegi ha 18 anni e ha già vinto quattro medaglie d’oro olimpiche.
Per scrivere definitivamente una storia già unica, la Egerszegi vuole vincere anche ad Atlanta nel 1996. L’ombra del doping è ancora forte e aleggia sulle cinesi vincitrici di tanti ori ai mondiali romani del 1994 e su Michelle Smith, irlandese che esplode tra il 1995 e il 1996. Il 25 luglio al Georgia Aquatic Centre è in programma la finale dei 200 dorso: e qui la Egerszegi si prende il posto tra gli dei di Olimpia.
Krisztina eguaglia Dawn Frazer e vince l’oro olimpico per la terza edizione consecutiva. Il suo distacco sulla seconda, 4”15, segna un altro piccolo record nella carriera di questa regina delle vasche.
Finisce ad Atlanta a soli 22 anni la carriera della più grande dorsista di tutti i tempi, forse una delle sportive più amate dal pubblico di tutto il mondo.
È l’Ungheria degli anni 80 e 90, è questo paese che, uscendo dagli anni bui del regime sovietico, regala al mondo due eccezionali sportivi, due campioni infiniti, due nuotatori unici e indimenticabili, due fuoriclasse che rendono magica l’acqua delle piscine di tutto il mondo: sono TAMAS DARNYI e KRISZTINA EGERSZEGI
Foto di copertina: https://www.maszol.ro/index.php/sport/20691-egerszegi-es-darnyi-az-elsok-kozott-a-magyar-uszo-hiressegek-csarnokaban