Fino al 2015 nessun’italiana aveva mai vinto gli US OPEN a Flushing Meadows; fino al 2015 nessun’italiana aveva mai raggiunto la finale a Flushing Meadows; fino al 2015. E neanche il più ottimista dei tifosi poteva pensare a un epilogo così incredibile dell’edizione numero 129 degli US OPEN, l’edizione in cui Flavia Pennetta è testa di serie numero 26 e Roberta Vinci non è neppure testa di serie.
Flavia è testa di serie numero 26 ed elimina senza particolari difficoltà l’australiana Gajdosova, la rumena Niculescu e la ceca Cetkovska. Dagli ottavi in poi aumenta il livello di difficoltà
vengono eliminate l’australiana Stosur e la ceca Kvitova, in semifinale la Pennetta gioca la partita perfetta demolendo con un netto 6-1 6-3 la rumena Halep. È finale, bella, inattesa, meravigliosa in cuor suo perché lei dentro di se conosce la sua decisione.
Roberta Vinci supera l’americana King, la ceca Allertova, la colombiana Mariño e la canadese Bouchard approdando così ai quarti dove sfida e supera al termine di un sofferto incontro la francese Mladenovic. Un bel percorso per la Vinci, inatteso ma destinato a fermarsi in semifinale dove l’avversaria si chiama Serena Williams, la più forte, la più temuta, la numero uno.
E qui si compie la prima storia all’interno di questa eccezionale pagina di sport. Serena Williams ha vinto tutti i tornei dello slam finora disputati, vincendo Flushing Meadows eguaglierebbe il capolavoro di Steffi Graf. Si gioca l’11 Settembre e questa è una spinta patriottica ancora più forte per il popolo americano. La forza di Serena è devastante, Roberta non si illude e il primo set lo vince facilmente l’americana.
Sembra tutto finito, ma non per gli dei dello sport e non per la tarantina.
Vince il secondo set facendo innervosire Serena. E nel settimo game del terzo set il punto che cambia la storia del torneo, ma anche la storia di Serena e Roberta: uno scambio infinito chiuso con una volée dell’italiana che guarda il pubblico e dice: “
Ed ora applaudite anche me!”.
Roberta Vinci
Roberta va 4-3 e vince il set 6-4 per l’apoteosi italiana.
I sogni di due ragazzine di sei e sette anni che iniziano a giocare tra Brindisi e Taranto, due ragazzine che sono forti e diventano amiche, si allenano assieme e diventano inseparabili. Due ragazzine che diventano grandi e si trasferiscono a Roma per diventare ancora più forti. Poi due compagne di squadre che assieme a Francesca Schiavone e Sara Errani segnano l’epopea d’oro dell’Italia in Federation Cup con quattro trionfi. Due ragazze belle, forti che diventano famose ma che non dimenticano da dove vengono, la Puglia. Due campionesse che quel giorno risvegliano l’amore per il tennis degli italiani che rimangono incollati davanti alla tv mentre a New York si sta scrivendo la storia.
La finale, all’ Artur Ashe Stadium, vive un primo set combattuto che la Pennetta si aggiudica al Tie Break. Il secondo invece è la perfezione di Flavia che non sbaglia più nulla come non ha sbagliato nulla per tutto il torneo e vince meritatamente 7-6 6-2 conquistando il suo primo grande Slam. Flavia è la seconda italiana a vincere un torneo dello slam.
Flavia quel 12 settembre raggiunge il sogno di una carriera che l’ha vista approdare tra le prime dieci al mondo e l’ha vista essere tra le più forti italiane di tutti i tempi. Sventola il tricolore a New York, sventola l’orgoglio italiano per questa finale memorabile. Ma le emozioni di quel giorno non sono finite.
Ne rimane una, inattesa, ma magicamente coinvolgente.
“Prima di iniziare questo torneo un mese fa, ho preso una decisione molto importante nella mia vita. Questo è il modo in cui voglio dire addio al tennis. Sono davvero felice. Questo è stato il mio ultimo match agli US Open e non riuscivo a pensare ad un modo migliore per finire”.
Flavia Pennetta
Le parole di Flavia forse lasciano anche un po’ di tristezza perché in fondo non ce l’aspettavamo, ma rendono ancora più eterna quell’eccezionale domenica di Flushing Meadows, la domenica in cui ha vinto Flavia, ha vinto Roberta, ha vinto il tennis, ha vinto l’Italia, ha vinto la Puglia.
Questa è la storia di Flavia Pennetta e Roberta Vinci e di quel giorno in cui New York si colorò d’azzurro.
Ph copertina: ubitennis.com