Michael Jeffrey Jordan, ovvero la storia del basket e la storia dello sport.
E solo i campioni eterni possono dividere in due la storia di uno sport, tra il prima e il dopo.
Michael Jordan è stato il basket dal 1985 al 1998. Tra il 1991 e il 1998 ha riscritto la storia dei Chicago Bulls che fino a quel momento non avevano mai vinto l’anello e dopo quegli anni non lo vinceranno più.
Michael Jordan ha segnato il primo Three-Peat con i tre successi consecutivi tra il 91 e il 93; poi si è fermato per un anno per il dramma dovuto alla morte del padre o forse per una mancanza di nuovi stimoli; poi un giorno ha detto “I’m Back” ed è tornato, per il secondo Three-Peat tra il 96 e il 98.
In quegli anni forse c’è stata la squadra più forte della storia del basket: quei Chicago Bulls allenati da Phil Jackson con Michael Jordan, Dennis Rodman e Scottie Pippen, squadra che infranse tutti i record, ma questa è un’altra storia.
La pagina che vogliamo raccontare oggi è l’ultima partita di Michael Jordan con i Bulls, la gara 6 giocata contro gli Utah Jazz a Salt Lake City, l’ultima di Michael Jordan (ci sarà un altro ritorno con Washington nel 2001, ma per noi l’ultima di MJ è questa). È il 14 Giugno 1998.
Era notte in Italia e le finali NBA ci venivano raccontate su Telepiù da Flavio Tranquillo e Federico Buffa due che storie di sport ne hanno raccontate tante e che in ogni frase sanno trasmettere passione ed emozione. Chicago è in vantaggio per 3-2 dopo 5 partite combattute, dal punteggio basso e dominate dall’equilibrio. Se da un lato c’è la squadra dei sogni dell’Illinois, dall’altro ci sono gli Utah dei due fenomeni Karl Malone e John Stockton, quelli del Stocktone to Malone.
Siamo a 43”9 dalla fine, il momento in cui finisce la storia ed inizia la leggenda, del basket e di Michael Jordan. Siamo 83-83. Stockton si smarca, riceve palla da Malone e il suo tiro da tre è perfetto: 86-83.
Dopo il timeout la palla arriva nelle mani di MJ23 che segna da sotto canestro: 86-85.
La palla è in mano ai Jazz, ma c’è sempre lui, Michael Jordan che porta via palla a Karl Malone.
Il rumore della retina è leggero e impercettibile, ma il frastuono di quel momento segna la storia dello sport. È l’ultimo tiro di Michael Jordan, il tiro del 86-87, il tiro del sesto anello dei Bulls e del secondo Three-Peat, semplicemente THE LAST SHOT. Ed è il tiro che chiude una leggenda senza tempo che ha scritto la storia del basket. Forse anche James Naismith, colui che a Springfield inventò il basket, da lassù avrà applaudito quel tiro leggendario di Michael Jordan.
Le parole di Flavio Tranquillo hanno trasmesso l’emozione per quel momento indimenticabile e sicuramente, chi quella notte di inizio estate era davanti alla tv, non potrà mai dimenticarle:
Ultimi 15 secondi, -1 Chicago, il palleggio per Michael Jordan che ha spazio, tutti lo aspettano, può essere l’ultima azione della sua carriera NBA, arresto…, tiro…Jordan, Jordan, Michael Jeffrey Jordan
Flavio Tranquillo
È questa una delle pagine più indimenticabili dello sport, perché l’ultima scritta da un campione che con le sue imprese, la sua leggenda, il suo mito è andato oltre lo sport, scrivendo un’epoca. È l’ultimo tiro, THE LAST SHOT di sua maestà, Michael Jeffrey Jordan
Foto di copertina: https://biografieonline.it/biografia-michael-jordan