L’ultima giornata del mondiale di biathlon 2019 rimarrà stampata nella mente di tutti gli appassionati di questo sport. Siamo a Ostersund, in Svezia, patria di molti campioni degli sport invernali, è il 17 marzo, un incubo per i superstiziosi. Infatti il tempo non è dei migliori: neve e vento rendono ancora più imprevedibile l’andamento delle due mass start in programma.
Si inizia con la gara femminile, dove l’Italia ha due carte da medaglia che portano il nome di Lisa Vittozzi e Dorothea Wierer, rispettivamente prima e seconda della classifica generale.
un po’ perché la prima in stagione ha faticato in questo format di gara e la seconda ha dovuto saltare la staffetta del giorno precedente a causa di una congestione. Ma in palio ci sono medaglia mondiale e punti importanti per la coppa del mondo, un duello nel duello, che sembra risolversi a favore di Dorothea già al primo poligono: zero errori per lei, mentre Lisa ne commette addirittura tre, mai così male a terra in stagione. Il secondo poligono conferma questo andamento: ancora uno zero per Doro, un altro errore per Lisa. A questo punto ci si divide tra lo shock nel vedere Lisa nelle estreme retrovie e la speranza di vedere Dorothea con una medaglia al collo.
Si arriva al terzo poligono, che si rivelerà essere quello decisivo. Il vento gira, Dorothea arriva nella prima piazzola, apparentemente la più protetta dal vento, che gira continuamente e manda in tilt molte atlete,
anche Lisa ritrova la sua consueta precisione e recupera diverse posizioni. Vedere Wierer da sola al comando con ampio margine fa salire l’emozione e riporta anche alla mente quella domenica canadese di Canmore di tre anni prima che regalò all’Italia una storica doppietta d’oro grazie a Windisch e Wierer, richiamata anche dai telecronisti:
“quella giornata magica, storica… Abbiamo un’altra mass maschile dopo eh, intanto vediamo questa come va a finire…”
Dario Puppo
“se vogliamo le condizioni sono anche comparabili perché in quella giornata a Canmore c’era fortissimo vento”
Max Ambesi
per la serie “non succede, ma se succede…”. Si ritorna sulla gara in corso di svolgimento, ultimo poligono: Dorothea sbaglia il secondo bersaglio (ci può stare) e purtroppo anche l’ultimo. L’oro sembra allontanarsi, ma fioccano gli errori per le inseguitrici: la russa Yurlova commette un errore, così come la tedesca Herrmann.
Queste le atlete che rappresentano un pericolo per l’oro,
Peraltro Lisa, grazie ad un ultimo poligono preciso, arriva al traguardo in ottava posizione e perciò la classifica di coppa del mondo vede le due italiane in testa a parità di punti a tre gare dal termine della stagione. Già così sarebbe stata una domenica memorabile.
Giusto il tempo di riprendersi un po’, ascoltare l’inno di Mameli e asciugarsi le lacrime di gioia, che parte la gara maschile, dove l’Italia è rappresentata da Lukas Hofer e Dominik Windisch, che però devono fare i conti con il dominatore stagionale Johannes Thingnes Boe. Il primo poligono vede davanti Hofer assieme al norvegese, ma poi la nevicata sempre più fitta complica le cose e gli italiani si allontanano dalle prime posizioni.
Così succede che all’ultimo poligono Garanichev, che era primo, commette 4 errori su 5 e Johannes Boe, secondo, sbaglia tutti i bersagli (“il big five!” dice Dario Puppo al commento). Ma non sono i soli: il poligono diventa una lotteria, fioccano gli errori, il giro di penalità è sempre più trafficato e la gara si riapre totalmente.
Dominik Windisch si presenta al poligono in undicesima posizione dopo averne recuperate un paio con un grande giro sugli sci;
esplosione di gioia in cabina di commento:
“Cinque, cinque, cinque!”
Dario Puppo
“Può essere davanti! Può vincere la gara!”
Max Ambesi
È un poligono perfetto che lo porta in testa alla gara con ben 33 secondi di vantaggio. Dominik continua a spingere sugli sci, anche perché non ha capito di essere primo, lo scopre quando uno dei tecnici azzurri sul percorso glielo comunica. Come quel 6 febbraio 2016 è
“Doppia vittoria italiana! Fermate le rotative! Dalla stessa valle [Anterselva], nello stesso giorno, pazzesco!”.
Max Ambesi e Dario Puppo
Il giro prosegue tra l’incredulità e l’emozione, Dominik arriva sul traguardo ed è festa grande per l’Italia: dopo un digiuno durato 22 anni arrivano ben due medaglie d’oro a poche ore di distanza.
Foto di copertina: http://www.scifondo.eu/rasun-festa-wierer-windisch/