26 luglio 2017, un caldo pomeriggio estivo a Budapest dove si stanno svolgendo i campionati mondiali di nuoto: è il momento della finale dei 200 stile libero femminile. Federica Pellegrini dopo la grande delusione olimpica di Rio vuole una medaglia per dire al mondo che a distanza di 13 anni da Atene 2004, lei c’è ancora. In piscina c’è il fenomeno Katie Ledecky, si lotta per il secondo posto.

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La gara è un testa a testa tra Ledecky e McKeon fino ai cento metri. Dietro c’è l’idolo di casa Katinka Hosszu che ai 150 metri si avvicina al duo di testa.
Ai 150 metri invece Federica è quarta, lontana dal trio che si gioca le medaglie
Ma invece succede quello che nessun tifoso e nessun italiano in quel momento davanti alla tv pensi possa succedere: Federica recupera, recupera, passa al comando e negli ultimi venti metri compie un capolavoro. Federica vince.
50 metri in cui Federica fa un salto nel tempo e sconfigge le atlete di due generazioni successive.
La rimonta è epica, impressionante, leggendaria: nessun aggettivo può forse spiegare cosa ha fatto Federica in quegli ultimi 50 metri. Lì in quei 50 metri è uscita la sua forza, ma anche la sua volontà di raggiungere l’obiettivo e il suo coraggio nel voler arrivare alla gloria; lì in quei 50 metri è uscita quella forza che ha spinto la Pellegrini nel mito.

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Per la Divina è il terzo oro mondiale nei 200 stile: il più difficile, il meno atteso e quindi il più bello.
La Danube Arena riserva un’ovazione, forse la più grande ovazione di quei mondiali dopo quelle agli idoli di casa Katinka Hosszu e Laszlo Cseh.
Inutile raccontare la carriera della Pellegrini: è vero, non è Phelps, ma è la più grande nuotatrice italiana di tutti i tempi.
Federica ha vinto tanto (europei, mondiali e Olimpiadi) e soprattutto ha vinto per tanti anni e nessuno nel nuoto femminile è rimasto ai vertici per 13 anni.
La pagina più bella però nasce circa un anno e mezzo fa, a Rio de Janeiro. Federica arriva quarta e dichiara il suo ritiro tra le lacrime e la delusione. E come previsto i social impazzano di offese, attacchi e insulti all’atleta Pellegrini e alla donna Federica.
E nel silenzio invece Federica riprende ad allenarsi: costanza, determinazione, passione, voglia di mostrare al mondo chi è Federica Pellegrini. E forse in quei mesi avrà messo in pratica anche gli insegnamenti mentali dell’indimenticabile coach Alberto Castagnetti, un coach e un uomo a cui Federica deve tantissimo e che da lassù avrà spinto l’incredibile rimonta.

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Ed in questi mesi duri di allenamento lontano dalla ribalta, la campionessa diventa leggenda. C’è la splendida Budapest, l’Isola Margherita, la Danube Arena. C’è l’Ungheria che al nuoto ha regalato miti senza tempo come Kristina Egerszegi e Tamas Darnyi.
E poi c’è Federica che quel giorno alle 17:40 ferma il tempo, riscrive la storia, racconta una pagina di sport e può esclamare al mondo “Ora sono in pace!”
Federica Pellegrini, quel 26 luglio 2017, più divina che mai.