Il giorno è il 27 luglio 1998, le strade sono quelle del Tour de France, il mito è il Col du Galibier, l’eroe è uno scalatore di 28 anni, il suo nome è Marco Pantani.
È una pagina di sport che potrebbe chiudersi qui perché nell’immaginario collettivo bastano queste due righe per raccontare quella giornata leggendaria che mai potremo dimenticare.
È una Francia in festa quella del 1998, una Francia che ha appena vinto il mondiale di calcio in casa scatenando un’incredibile festa lungo i Campi Elisi. Ed i tricolori francesi sventolano ogni giorno lungo le strade del Tour.
Il dominatore di quel Tour però è tedesco e si chiama Jan Ullrich. Nulla sembra possa scalfire il suo dominio: i km a cronometro sono tanti per pensare in una sua sconfitta. Ma non la pensa così Jean-Marie Leblanc dopo aver visto i primi attacchi del Pirata di Cesenatico nei Pirenei: il direttore del Tour è convinto che dopo il Giro Pantani vincerà anche il Tour.
Quel giorno si parte da Grenoble e in lontananza si vede il Galibier che è già avvolto dalle nuvole minacciose. Si parte con Ullrich in giallo, con Pantani staccato di oltre tre minuti. Pantani sognava il sole e il caldo per sfiancare il tedesco, ma invece trova il freddo e la pioggia. Quel giorno il Galibier è un inferno d’acqua, un inferno di gelo.
Mancano 4 km alla vetta del Galibier e la voce di Adriano De Zan scalda il cuore degli italiani:
Tre parole che aprono uno dei capitoli più belli della storia del ciclismo italiano. Il Pirata se ne va, si volta e vede che Ullrich non reagisce. E allora rimane lui, lui e il Galibier. Attacca quei 4 km con una rabbia pazzesca, che non possiamo dimenticare: Marco aggredisce ogni curva, ogni tornante, ogni metro della montagna sacra. In vetta al Galibier il vantaggio è di quasi tre minuti: Pantani vola, Ullrich soffre, come mai nella sua carriera.
C’è una discesa da affrontare e Pantani si ferma, si mette la mantellina perché in discesa sarà ancora più freddo ed anche se sei un pirata, il freddo è meglio non sfidarlo. La discesa del pirata è uno spettacolo, la strada è bagnata ma ormai Pantani vola, vola verso la gloria.
Rimane la salita di Les Deux Alpes che non è il Galibier ma dopo una tappa così può lasciare il segno. E lo lascia: perché Pantani attacca tra due ali impazzite di folla e perché Ullrich sprofonda in una crisi senza fine.
Ullrich arriva sconfitto quasi nove minuti dopo. Quel giorno Pantani ipoteca il Tour de France e quella maglia gialla la terrà fino a Parigi realizzando la storica doppietta Giro-Tour. Per i giornali francesi è “Fantastique”, per La Gazzetta dello Sport è “Un’eroe nella bufera”.
Ma quel giorno, quel 27 luglio è qualcosa di più. È il racconto di un’impresa leggendaria, di una pagina epocale dello sport italiano. E il protagonista è un campione unico che ha fatto innamorare l’Italia per il suo essere attaccante e spettacolare. E l’impresa del Galibier rappresenta quel Pirata che ha regalato agli appassionati emozioni uniche.
Marco se n’è andato il giorno di San Valentino di 15 anni fa ma ha lasciato tanti innamorati, innamorati di un ciclista unico e di un ciclismo che forse non c’è più. Le sue gesta eroiche no, quelle non se ne andranno mai ma rimarranno custodite nella memoria di tutti. Perchè Marco nel cuore dei tifosi sarà sempre immortale.
Foto di copertina: https://www.foxsports.it/2017/07/19/tour-de-france-galibier-onore-pantani-impresa-pirata/
1 Comment
Storia incredibile, complimenti per come è stata raccontata e per tutto il sito!