27 febbraio 1988, sabato sera. L’Italia è davanti alla tv perché è la serata finale del Festival di Sanremo. Ma non è solo la notte del Festival. In Canada, a Calgary, si stanno svolgendo I giochi della XV edizione delle Olimpiadi Invernali. E in gara c’è un bolognese, si chiama Alberto Tomba.
Alberto in stagione ha vinto già sette gare tra slalom e gigante e si è presentato ai Giochi come uomo da battere. Ma si sa, l’Olimpiade è altra cosa, lì la tensione può giocar brutti scherzi, lì un errore può buttar via quattro anni.
L’esordio olimpico del campione bolognese è stato eccezionale: ha realizzato una gara fantastica, una prima manche fantascientifica e una seconda di controllo. Ha vinto la medaglia d’oro davanti a Hubert Strolz e Pirmin Zurbriggen, staccati di oltre un secondo.
Il sabato sera c’è lo slalom speciale. Vincere significa fare una doppietta storica riuscita finora solo a Toni Sailer, Jean Claude Killy e Ingemar Stenmark, nomi che hanno scritto il mito delle Olimpiadi.
E la prima manche, forse Alberto sente la pressione e non è perfetto. In testa c’è il tedesco Frank Worndl, al secondo posto lo svedese Jonas Nilsson staccato di 45 centesimi e al terzo Alberto Tomba, staccato di 63 centesimi. Vincere l’oro è un impresa con questo distacco nella pista di Nakiska.
La seconda manche si corre durante la finale del Festival di Sanremo, in un incrocio di emozioni che collega Sanremo a Calgary, la musica allo sport. Ed ecco che il mito di Tomba entra anche nella storia della televisione.
Quando tocca a Tomba, Sanremo si ferma: Miguel Bose e Gabriella Carlucci danno la linea a Calgary.
All’Ariston intanto è tifo da stadio. Quando scende Jonas Nilsson si capisce da subito che per lui Tomba non è raggiungibile: conclude quinto e altro boato all’Ariston. Tocca a Worndl. Erano altri tempi anche nel cronometraggio perché anche nelle seconde manche il tempo partiva da zero e a casa dovevi fare i conti per capire chi era davanti, altri tempi, altre storie.
Il tedesco per vincere deve chiudere in 54”48. Scende forte, attacca i paletti, ma alla fine il tempo dice 54”54. Sei centesimi, il tempo di un impercettibile battito di ciglio, ma il tempo che regala l’oro olimpico a Tomba.
In quella indimenticabile notte Massimo Ranieri vince il festival di Sanremo, cantando una splendida “Perdere l’amore“, al secondo posto arriva Toto Cotugno, cantando “Emozioni”.
Ma quella notte l’Italia tutta non perde l’amore, anzi, si innamora, si innamora di quel ragazzo di 22 anni, si innamora delle emozioni che quel ragazzo regala. Quel ragazzo è bolognese, quel ragazzo diventa leggenda di Olimpia, quel ragazzo è ALBERTO TOMBA
Foto di copertina: https://www.skimania.it/alberto-tomba-bambino-con-al-collo-le-due-medaglie-doro-di-calgary/