Pietro Nicolodi, telecronista Sky dal 2005, è uno delle voci più apprezzate e amate della televisione sportiva italiana. Lo abbiamo incontrato in un bar di Santa Giulia e ci ha raccontato la sua storia e il suo grande amore per lo sport
Pietro, come e quando nasce questa grande passione per lo sport?
Diciamo che fin da piccolo ero malato di sport. Mio padre mi ha trasmesso questa passione, ma lui seguiva una decina di sport io invece ho iniziato subito a seguirne più di venti. Quando ero bambino poi facevo le cosiddette “scemate”: mi chiudevo in stanza e facevo le telecronache dei vari sport con movimenti e rumori di fondo!
Vivendo a Bolzano poi era più facile appassionarsi anche ad altri sport oltre al calcio: perché il calcio a Bolzano c’è, ma non con grande seguito. E lo sport più seguito è l’hockey
Chi sono i primi campioni che ti ricordi e quali i primi eventi seguiti?
I primi eventi furono le Olimpiadi del 72 e del 76 e poi tante gare di sci. I primi campioni: avevo il poster di Gigi Riva in camera, poi Franz Beckenbauer, Pietro Mennea, Gustav Thoeni e Toni Innauer. Ma sicuramente ne dimentico altri. Ai mondiali del 1974 ci fu la mia prima delusione sportiva. Io simpatizzavo la grande Germania Ovest e in macchina, tornando dal mare, alla radio dissero che Sparwasser aveva fatto gol e la Germania Est aveva vinto 1-0. E piansi
Come sei entrato nel mondo dello sport e della TV?
Fare sport era la mia scelta, ma non essendone capace optai per la seconda scelta: vivere e parlare di sport.
Nel 1991 scrissi il mio primo articolo sul “Mattino di Bolzano” per una gara di Biathlon a Lahti. Poi iniziai in televisione a fare le cronache del Bolzano Hockey e nel frattempo scrivevo per la Gazzetta per sport invernali
Chi erano i tuoi modelli tra i commentatori?
Imparai molto da Franco Bragagna che commentava in Radio Bolzano. Poi c’era Sergio Tavcar per lui passavo interi sabato pomeriggio a guardare il Buducnost, il Radnicky Nis e la Jugoplastika. La sua ironia l’ho portata anche nelle mie telecronache. Flavio Tranquillo: la prima volta che lo vidi pensai venisse da un’altra galassia, tale era la sua preparazione. Infine non posso non citare il grande Rino Tommasi: l’ho conosciuto nel 2002 in un’Italia-Spagna di Coppa Davis e in seguito ho avuto modo di lavorar con lui. Persona incredibile
Anche se in un’altra intervista dissi che il tuo vero eroe è John Logie Baird
Vero, lui è l’inventore della televisione, senza di lui chissà cos’avrei fatto
Oggi la televisione e la visione dello sport è cambiata?
Si. Moltissimo. Oggi puoi vedere tutto. Puoi avere cinque schermi accesi con cinque eventi diversi. Una volta c’erano trasmissioni che erano vere attese: pensa a “Mercoledì Sport”, non potevi perderlo, altrimenti quei gol non li vedevi più. Poi io ricordo la Spengler Cup di hockey: non avrei perso questo evento per nulla al mondo. Le vacanze di Natale per me erano Spengler Cup, era un’attesa pazzesca
A inizio 2000 arrivano Rai Sport e Sky
Dopo la gavetta iniziale, Ezio Zermiani, Stefano Bizzotto e Franco Bragagna (tutti da Bolzano) fecero il mio nome a RaiSport. E così mi trasferii a Milano. Nel 2002 feci le mie prime Olimpiadi a Salt Lake City quando non avevo ancora un contratto indeterminato. Poi nel 2005 Giovanni Bruno mi chiese di passare in Sky, ed ora sono qua. In Sky ho vissuto tre Olimpiadi splendide
I tuoi sport preferiti sono tanti: riesci a fare una classifica?
No, perché cambio idea ad ogni stagione. Potrei dire l’hockey perché è il mio primo sport. Ma adoro l’atletica, il biathlon, lo sci. Poi spesso è questione di eventi: alcuni eventi non li perderei mai, come la discesa di Kitzbuhel o il meeting di Atletica di Zurigo
L’amore per gli sport americani come nasce? Basket e hockey sono molto radicati in Europa, per il baseball avevo il campo vicino a casa. Per il football, non può non piacerti
Pagine di Sport racconta spesso storie olimpiche, perché l’Olimpiade per noi è l’essenza più bella dello sport. Che cos’è per te l’Olimpiade vissuta dalla parte di chi quelle emozioni le racconta?
Fai fatica a spiegarlo, è qualcosa di unico, qualcosa che ti entra dentro e non dimentichi. Prima delle gare non dormi, pensi a quello che devi dire il giorno dopo o a quello che non hai detto il giorno prima. Vivi in uno stato elettrizzante per 15 giorni. Non pensi ad altro. A parlarne mi vengono i brividi, aver commentato i giochi per me è stato un sogno.
Qual è l’evento più emozionante che hai raccontato?
2010, finale dei Giochi Olimpici di Vancouver di Hockey. In Canada l’hockey è qualcosa di parossistico, l’attesa era incredibile. Dall’inizio del torneo tutto titolava “Drop the pack”. E in finale c’erano il Canada e gli Stati Uniti, era la sfida più bella. Quando Zack Parise a 25 secondi dalla fine pareggió il 2-2 e la partita si prolungò ai supplementari fu ancora più bello, e poi il gol decisivo del 3-2 lo fece Sidney Crosby. Pazzesco
Vancouver 2010 è stata la prima Olimpiade integrale trasmessa da Sky
Fu una bellissima esperienza in cui persi anche 9kg. La sera facevo l’hockey a Vancouver, al mattino le gare in montagna. C’è stato un Russia-Slovacchia che non finiva mai e quando lo slovacco Pavol Demitra ha segnato il rigore decisivo sono corso come un pazzo per le vie di Vancouver per prendere l’ultimo autobus per le montagne. Storie olimpiche
C’è stato poi uno dei momenti più belli per la storia della TV: Londra 2012 e quella copertura SKY che fece impazzire noi appassionati
Si, me lo hanno detto in tanti che fu spettacolare. Rispetto all’Invernale, l’Olimpiade estiva è diversa, tutto è più grande e più eclatante. L’atmosfera in città era incredibile, fiumane di gente in ogni impianto.
Io avevo l’onore di raccontare la scherma, lo sport più vincente della storia italiana. E con Sanzo e Diana Bianchedi abbiamo creato un bel trio
E a Londra sei stato il cantore di uno dei momenti storici dello sport italiano: Di Francisca, Errigo, Vezzali, oro, argento e bronzo.
Esperienza bellissima, un bell’evento da raccontare. Mi soffermo su Valentina Vezzali, perché solo lei poteva recuperare da quella situazione durante la finale per il bronzo. Per me Valentina è uno degli esempi più belli e veri di sport. Ho avuto modo di seguirla e conoscerla nella sua carriera. Difficile essere come lei
C’è qualcosa che ti manca e che vorresti commentare?
No, dopo Salt Lake City avevo fatto tutto. Da piccolo sognavo di raccontare le Olimpiadi. In quelle Olimpiadi feci la telecronaca delle qualificazioni del Salto con gli Sci. Alla fine mi chiamò Franco Bragagna e mi disse di fare anche la finale. Io che da piccolo facevo le telecronache da solo chiuso in stanza avrei commentato una finale olimpica. Per me in quel momento “Tutto era stato fatto”
Chi sono i tuoi campioni dello sport?
Difficile dirne qualcuno e non dimenticarne altri. Toni Innauer era il mio idolo quand’ero ragazzino, Alberto Tomba aveva una classe innata e una capacità di lettura delle gare incredibile; Stefan Edberg e Bjorn Borg, molto diversi nello stile, ma veri signori in campo. Nel basket Magic Johnson. Io in quegli anni provavo a giocare a basket: quando vedevo Magic in tv credevo fosse un altro sport. Carl Lewis e Jonah Lomu sono stati altri due campionissimi che metto nell’album dei miei miti
Qual è il tuo rapporto con il calcio?
Il calcio lo seguo, anche se non in modo pazzo come una volta. Seguo la Bundesliga che ritengo un ambiente più sereno e meno teso che il campionato italiano. In Italia si parla troppo di arbitri e di VAR: vai allo stadio, guarda la partita, divertiti sia se vinci sia se perdi. Ci sono cose più importanti.
A Germania 2006 hai partecipato come inviato, che esperienza è stata?
Si, da brividi. Germania – Italia è l’evento più emozionante a cui ho assistito come spettatore. Lo stadio, il clima, l’Italia che vince. Il mondiale senza l’Italia è stato traumatizzante anche nel vedere lo sconcerto dei figli
Tra le interviste che hai fatto, ce n’è una che ricordi con più emozione
Intervistare Viacheslav Tretjak è stato uno dei momenti più belli della mia carriera. Lui era il portiere dell’URSS nel celeberrimo USA-URSS di Lake Placid 1980. Gli chiesi perché durante la partita era stato sostituito con Tykonov. Mi rispose tra il beffardo e l’ironico: “Non avrebbero mai potuto girare il film Miracle on Ice”. Quello è un momento unico della mia carriera.
Parliamo delle telecronache: come si prepara e come è cambiata nel tempo?
Adesso è molto più facile. Con il web e con i social già un’ora prima dell’inizio dell’evento hai tutte le informazioni. Una volta arrivavi all’ultimo minuto senza avere tutte le notizie necessarie.
La telecronaca inizi a prepararla tre giorni prima: cerchi particolari, cerchi informazioni nella lingua originale. Sicuramente è meglio oggi rispetto ad anni fa
Tu sei un cantore di sport intensi ed anche di sport lenti. Hai una preferenza?
No, mi preparo allo stesso modo. Negli sport lenti come il baseball hai più spazio per raccontare le storie, ma tu le storie le hai pronte in ogni caso, poi se c’è spazio la racconti altrimenti dai precedenza all’evento.
Tu sei uno a cui piace lo storytelling
Lo storytelling è bellissimo, perché cerchi le informazioni, racconti storie. In Sky con Buffa e il suo team e Giorgio Porrà abbiamo una bella scuola. Però è sempre importante capire che la partita o l’evento è più importante delle storie. Il bravo cronista è colui che ha ben chiaro che il protagonista del suo racconto è l’evento
In una precedente intervista Pagine di Sport ha intervistato Silvio Martinello, uno dei commentatori tecnici più amati. Tu hai qualcuno con cui ti sei trovato particolarmente bene
Ho avuto tanti compagni di viaggio con cui mi sono trovato benissimo. Beppe Bergomi nel calcio, Paolo Bertolucci nel tennis, Sanzo e Bianchedi nella scherma, Faso e Elio nel baseball, Dan Peterson nell’All Star Game baseball 2005, Jim Corsi nell’Hockey
L’Italia ospiterà i giochi nel 2026 con Milano-Cortina
È una candidatura che rispecchia esattamente la nuova carta olimpica: andare in posti dove ci sono le struttture già pronte. Forse è questo l’unico modo per salvare le Olimpiadi.
Saranno senza dubbio Olimpiadi bellissime con Milano, Bormio, Anterselva, la Val di Fiemme. Sicuramente sarà difficile per i giornalisti seguirle
Tu ci sarai?
Questo non lo so
Chiudiamo con un po’ di domande secche. Calcio: Messi o Ronaldo?
A questa non so rispondere, un giorno ne preferisco uno, un giorno ne preferisco un altro
Calcio tedesco: Reus o Lewandowski?
Tutta la vita Reus
Tennis: Djokovic, Federer o Nadal?
Seppur a malincuore dico Djokovic: è semplicemente mostruoso e potrà vincere ancora tantissimo. Diciamo che “Se la mia vita dipendesse da un solo punto decisivo mi affiderei a Djokovic. Avrei chance anche in risposta. “
Gli anni 2000 hanno presentato al mondo due mostri: Bolt o Phelps?
Questa è difficile, dico Phelps. Il ragazzo di Baltimora è pazzesco
Lo sport italiano ha avuto due regine negli ultimi vent’anni: Vezzali o Pellegrini?
Dico Pellegrini, quello che ha fatto lei in uno sport come il nuoto è spaventoso
Passiamo agli sport americani. Hockey: Crosby o Oveckin?
Domanda a cui ho sempre fatto fatica a rispondere: dico Crosby
Baseball: Sabathia o Verlander?
Verlander
Ancora baseball, domanda solo per te: John Smoltz o Greg Maddux?
Qui ti devo rispondere con un terzo nome, Tom Glavine (e sorride)
Il biathlon, uno dei tuoi primi sport, in Italia sta spopolando. Wierer o Vittozzi?
Dorothea, ma solo perché è altoatesina come me
Qualche nome per Tokyo 2020?
Mi aspetto un grande Gregorio Paltrinieri e poi ancora Federica Pellegrini. Ci rifaremo nella scherma dopo i mondiali un po’ deludenti. Faremo molto bene nel tiro a volo e spero in pallanuoto e pallavolo
Cosa ti aspetti dallo sport in Italia nei prossimi anni?
Un’Italia più sportiva, non per forza più vincente, anche se quello potrebbe essere una conseguenza. Lo sport va praticato e va compreso. Va migliorata la cultura. Si può perdere perché gli altri sono più forti. Io non tollero critiche verso chi arriva terzo o quarto a un mondiale o a un’Olimpiade. Denota mancanza di cultura
Un saluto a “Pagine di Sport”
Intanto vi faccio i complimenti e devo dire che in quest’intervista mi sono divertito. Auguri per il riassunto!
E poi continuate a seguire lo sport, seguitelo in modo positivo, seguitelo semplicemente per quello che è, senza caricarlo di cose che non sono dello sport. Lo sport è bellissimo
Foto di copertina: https://sport.sky.it/olimpiadi/2009/10/30/nicolodi_pietro_scheda_giornalista.html
3 Comments
Grande Pietro, serate a guardare meeting di atletica giocando a Risiko su doppio tabellone… idolo
Bravo Pietro da sempre un pozzo di notizie e informazioni!!! Un vero amante dello sport!!! Un vero lavoratore e ricercatore👍👍👍👍💪💪💪💪💪
Immenso Pietro grandissimo professionista un piacere ascoltarti sempre.