È stato senza dubbio uno dei campionati più emozionanti del calcio italiano: grandi squadre, colpi di scena, casi di falso doping, spareggio. È il campionato 1963-1964. E una cosa è certa: alla fine vinse la squadra più forte, il Bologna.
Era il Bologna del presidente Dall’Ara, dell’allenatore Bernardini e di una squadra che a ventitré anni dall’ultimo titolo tornò a far gioire la propria gente. Bologna aveva dominato prima della guerra. Il presidente era sempre Dall’Ara e allenatore era Arpad Weisz, un’altra pagina di calcio e di storia tragica degli anni dell’Olocausto.
Nel dopoguerra invece il calcio a Bologna fatica a tornare grande, il distacco dalle metropolitane del Nord é troppo marcato.
Ma quel distacco inizia a ridursi con l’arrivo di Fulvio Bernardini che pochi anni prima aveva compiuto un altro miracolo a Firenze portando per la prima volta lo scudetto sotto la Fiesole. Avevano idee diverse Dall’Ara e Bernardini: amava il catenaccio stile Rocco il presidente, amava il bel calcio l’allenatore.
In una squadra già forte vengono aggiunti due tasselli fondamentali: l’attaccante danese Nielsen e il centrocampista tedesco Haller si uniscono a quella squadra che aveva in Giacomo Bulgarelli e Pascutti i punti di forza. Il Bologna regala prestazione di grande calcio, ma poi nei momenti decisivi si scioglie e lo scudetto non arriva. Fino alla stagione 1963-1964.
La rincorsa all’Inter di Herrera inizia il 15 settembre 1963, e il Bologna inizia con due pareggi con Genoa e Torino che fanno mugugnare una piazza che da troppi anni vuole tornare a vincere. Ma dalla terza giornata il Bologna inizia a macinare gioco e risultati e raggiunge l’Inter in vetta. La sesta giornata i felsinei ospitano il Milan: in vantaggio 2-0 si fanno raggiungere all’ultimo minuto sul 2-2 facendo pensare alla solita provinciale incompiuta.
La successiva sconfitta a Genova con la Sampdoria e il pareggio con la Spal allontanano il Bologna dalla nuova capolista Milan.
La decima giornata segna l’inizio del capolavoro del Bologna e di Bernardini. A Milano con l’Inter finisce 0-0 ma il Bologna regala una gran dimostrazione di forza.
Quando il Bologna vince 2-1 a San Siro con il Milan con reti di Nielsen e Pascutti, lo scudetto sembra indirizzarsi verso la città delle due torri, ma ecco un clamoroso colpo di scena. Il 4 marzo la Federazione dichiara che cinque giocatori del Bologna sono stati trovati positivi a sostanze anfetamino simili dopo la partita con il Torino. La città si ribella convinta di esser vittima di un complotto. L’esito delle indagini conferma sconfitta a tavolino e punto di penalità. Nessuna squalifica (decisione strana) per i giocatori, squalifica invece per Fulvio Bernardini.
In una città arrabbiata e in lacrime per la rabbia arriva l’Inter che vince 2-1 allontanando i sogni scudetto di Bologna.
Fino al 16 Maggio, quando la CAF restituisce al Bologna i punti tolti dichiarando in modo chiaro che le provette erano state manipolate da ignoti. Un giallo ancora aperto.
Girano tante voci su chi manipolò quelle provette: noi diciamo solo che le dosi di anfetamine ritrovate erano troppe anche per i cavalli e questo dimostrò come chiaramente c’era stato un sabotaggio contro quel Bologna.
Le ultime due giornate vincono sia Bologna sia Inter e il campionato finisce a pari punti.
Viene deciso che uno spareggio a Roma avrebbe deciso la vincitrice di questo infinito campionato. Ma la storia di quest’annata non è finita.
Mentre Bernardini porta i suoi a Roma ad allenarsi sotto il grande caldo della capitale, a Milano é in corso una riunione della Lega. E durante quella riunione, il presidentissimo Dall’Ara viene colpito da infarto e muore.
Il 7 Giugno a Roma con un inedito spareggio si chiude così il campionato. L’Inter del mago Herrera e il Bologna di Bernardini, due squadre che segnarono un momento unico del calcio italiano.
Il primo tempo si chiude sullo 0-0, nel secondo tempo è un monologo bolognese, è un capolavoro di Bernardini. Quando Fogli segna su punizione all’Olimpico è un tripudio di gioia e di rossoblu; quando raddoppia Nielsen la festa può iniziare. Quando Lo Bello fischia la fine, Bernardini abbraccia tutti i suoi campioni protagonisti di un capolavoro sportivo.
I nomi di quella squadra che fece innamorare una città e forse una nazione intera: William Negri, Carlo Furlanis, Mirko Pavinato, Paride Tumburus, Francesco Janich, Romano Fogli, Giacomo Bulgarelli, Helmut Haller, Marino Perani, Harald Nielsen, Ezio Pascutti.
Foto di copertina: https://it.m.wikipedia.org/wiki/Bologna_Football_Club_1963-1964
TIRANA, ALBANIA - MAY 25: Lorenzo Pellegrini of AS Roma lifts the UEFA Europa Conference League Trophy after their sides victory during the UEFA Conference League final match between AS Roma and Feyenoord at Arena Kombetare on May 25, 2022 in Tirana, Albania. (Photo by Valerio Pennicino - UEFA/UEFA via Getty Images)