È una calda serata di inizio Agosto al Centennial Olympic Stadium di Atlanta dove si stanno svolgendo le Olimpiadi del Centenario. Ed è una serata tanto attesa perché in pista c’è Michael Johnson nella finale dei 200 metri, quel Johnson che pochi giorni ha vinto i 400 metri. Pochi mesi prima ai Trials Americani Michael aveva appena battuto il record di Pietro Mennea con un 19”66 che aveva cancellato l’azzurro dal libro del record.
In Italia è notte e la voce di Franco Bragagna è pronta a raccontare una finale destinata ad entrare nel mito olimpico.
Oltre a Johnson, texano di Dallas, gli altri favoriti sono il namibiano Frankie Fredericks e l’uomo di Trinidad e Tobago Ato Boldon. Michael è all’ottava fatica olimpica ma dentro di sè vuole dare tutto per riprendersi dalla delusione di Barcellona 92, quando era tra i favoriti, ma dovette rinunciare alla finale per un’intossicazione.
I 90 mila di Atlanta attendono lo starter: il silenzio è sacro e impressionante. Allo start i tre favoriti sono subito davanti mentre il pubblico segue la corsa con un urlo continuo.
Ai 100 metri Michael Johnson e Frankie Fredeicks sono appaiati.
Poi Michael decide che è arrivato il tempo di segnare un solco con la storia, di scrivere qualcosa che deve rimanere scalfito nell’epopea sportiva. La sua accelerazione è qualcosa di spettacolare.

ph. Nike.com
Difficile descrivere le emozioni di quei secondi, le lasciamo alle parole usate in diretta da Bragagna:
”Attenzione al tempo, attenzione al tempo, un siluro, una palla di fucile, attenzione, il primato del mondo!! Straordinario, 19”32”
Franco Bragagna
Il pubblico di Atlanta rimane qualche secondo in silenzio, quasi sotto choc, poi si lascia esplodere al boato più grande di quell’edizione dei giochi Olimpici.
Gli ultimi cento metri lanciati vengono calcolati in 9”20, semplicemente stratosferico.
Michael non era una star come Carl Lewis, non era forse spettacolare ed estetico come altri, ma le sue scarpe dorate, quei suoi passi corti e quel suo busto rigido, in quella notte cambiarono per sempre la storia della velocità. E solo la discesa in terra di un marziano come Bolt fu necessaria per abbassare quel tempo, ma questa è un’altra storia.

ph. Mobiefit.com
Un’impressionante 200metri, una pazzesca accelerazione all’uscita dalla curva, una gara che rimarrà sempre un’icona dello sport mondiale e dell’Olimpismo: è Michael Johnson, uno dei miti dell’atletica in quel fantastico 19”32, uno di quei tempi che scrivono una linea netta tra gli umani e le divinità dello sport
Foto di copertina: https://www.si.com/vault/1996/08/12/215896/michael-johnson-1996-olympics-200m-record