Nella storia dell’atletica italiana c’è un tempo che per tutti significa Record. È forse il tempo cronometrato più famoso della storia sportiva italiana, perché in molti alla domanda “quale fu il tempo con cui Mennea realizzò il record dei 200 metri?”
Un record incredibile, un record unico che ha segnato un’era del mezzo giro di pista. E il protagonista di quel giorno ha 27 anni, viene da Barletta e si chiama Pietro Mennea. E’ il 1979 e a Città del Messico si stanno disputando le Universiadi. Il record risale a 11 anni prima: lo fece Tommie Smith, l’uomo che alzando quel pugno nero nella notte olimpica di Città del Messico, cambiò anche la storia.
Il nostro atleta pugliese ha già disputato due Olimpiadi vincendo un bronzo a Monaco nel 1972 nei 200 metri al quale vanno aggiunte molte medaglie tra Europei e Universiadi.
In quel 1979 le sensazione di Pietro sono ottime: c’è la convinzione di poter scrivere la storia. Famosi sono i suoi allenamenti, ai limiti dell’umano: 12 ore al giorno, una costanza impressionante, carichi spaventosi, ma in lui c’è la voglia di fare qualcosa di grande, di riscrivere la storia. E ne è convinto anche il suo allenatore Carlo Vittori che lo segue in ogni allenamento, in ogni metro. E così Mennea costruisce il suo capolavoro.
La data è di quelle epocali per lo sport italiano: 12 settembre 1979. Non c’è la tensione delle Olimpiadi, non c’è il clima del grande evento. Ma tutti vogliono battere quel Mennea che sembra esser davvero forte. Bello il ricordo di quei momenti dell’indimenticato campione:
“Ero teso, ma non troppo, nulla a confronto della vigilia delle Olimpiadi. Gli altri atleti volevano battere l’Italiano, io invece sapevo che la lotta era solo tra me stesso e il cronometro”
Pietro Mennea
E Mennea aveva ragione. Quel giorno indossa una canotta azzurra, il numero è il 314. Pietro esce velocissimo dai blocchi, effettua una curva perfetta e nel rettilineo finale esprime tutta la sua forza ed eleganza.
Pietro Mennea diventa la freccia del Sud, quel Sud che lui mai dimenticherà nella sua vita. Si pensa che quel record avrà breve durata sia in Europa sia nel mondo. Non sarà così perché quel record fu una pietra miliare dello sport. Ci ha provato a batterlo un tale Carl Lewis, il Figlio del Vento, ma non ce l’ha fatta. Ci è riuscito un altro fenomeno dell’atletica, un certo Michael Johnson, 17 anni dopo. A livello europeo invece, no, nessuno è ancora riuscito a scendere sotto quel tempo che ha scritto un’epoca, e sono passati 40 anni.
Mennea farà un’altra memorabile impresa circa un anno dopo quando ai giochi Olimpici di Mosca vinse uno strabiliante oro nei 200 metri con una rimonta pazzesca, ma questa è un’altra storia.
Mennea non è stato solo l’uomo del 19”72, è stato molto di più.
Ed è stato un esempio di forza di volontá, di sacrificio e di tenacia per raggiungere la vittoria. Quel sacrificio necessario se vuoi scrivere la storia è se vuoi scrivere una delle pagine più belle dello sport italiano. È Pietro Mennea, la Freccia del Sud, l’uomo del 19”72, l’uomo del RECORD.
Foto di copertina: https://www.barlettaviva.it/notizie/40-anni-dal-record-l-italia-corre-con-pietro-mennea-e-barletta/