Il Giro ha raccontato spesso tante storie epiche e immortali. Oggi vi raccontiamo la storia del 1967 e del suo vincitore, Felice Gimondi.
Due tappe, due racconti, due storie di quel ciclismo che amiamo e che difficilmente dimenticheremo.
L’8 Giugno si parte da Udine e l’arrivo è alle Tre Cime di Lavaredo, le montagne che il mondo ci invidia. È una giornata fredda con pioggia prima e neve poi, è una di quelle tappe destinate a lasciare un segno. Durante la terribile salita alle Tre Cime Gimondi attacca: deve recuperare terreno alla maglia rosa Silvano Schiavon, ma soprattutto al grande rivale Anquetil. Si staccano tutti dietro all’attacco violento del bergamasco. Ma succede ciò che non ti aspetti: dietro iniziano a spingere ed aiutare i corridori. Poco dopo succede lo stesso davanti con Gimondi. Il bergamasco conquista la Rosa ma tutto viene annullato e cancellato. La classifica rimane immutata.
Il 10 Giugno il Giro affronta lo Stelvio. Nel frattempo Anquetil ha preso la maglia rosa e Gimondi ha così l’ultima occasione per attaccare il francese. Ma c’è neve, tanta neve e il percorso cambia. Si scalano solo Tonale e Aprica e l’impresa per il bergamasco pare impossibile.
Anquetil arriva con quattro minuti di distacco. Gimondi conquista la rosa, Gimondi vince il Giro. Una grande pagina di sport che poteva essere scritta solo da un campionissimo: ma in fondo come diceva lui:
Un campione unico, uno dei grandissimi del ciclismo. Uno dei pochi ad aver vinto Giro, Tour e Vuelta. Uno dei pochissimi ad aver aggiunto anche il mondiale. Una rivalità infinita con Merckx, il rivale amico: è chissà quanto avrebbe vinto Gimondi senza “il cannibale” .
Ma Felice era soprattutto un uomo, un uomo vero, un uomo onesto con tanti valori che lo hanno reso una persona amata da tutti. Felice con i suoi valori ha fatto innamorare una generazione intera, quella generazione che lo ha pianto il giorno della sua morte.
Foto di copertina: www.telegraph.co.uk/obituaries/2019/08/25/felice-gimondi-cyclist-won-three-grand-tours-france-spain/