È stata una delle pagine più belle della storia del calcio perchè racconta un popolo, una storia, un dramma. È la storia della Coppa d’Africa del 2012, una coppa vinta tra la sorpresa generale dallo Zambia.
È una storia magica, quasi mistica, ma meravigliosamente bella.
È il 12 febbraio 2012 e siamo a Libreville, in Gabon. In finale ci sono la favoritissima Costa d’Avorio e la sorpresa Zambia che ha eliminato ai quarti il Sudan e in semifinale il Ghana. Per tutti non c’è partita: è la generazione d’oro della Costa d’Avorio, quella di Barry, Kolo Touré, Yaya Touré, Kalou, Gervinho e Drogba.
È una storia che inizia diciannove anni prima, in un giorno di Aprile del 1993, ed inizia sempre a Libreville. Quel giorno dalla capitale del Gabon parte un aereo con a bordo la nazionale dello Zambia, in direzione Dakar. A Dakar quella nazionale non ci arriva: l’aereo cade e non si salva nessuno. È la fine di una generazione che divenne famosa in un Zambia-Italia 4-0 a Seul 1988. Muore una squadra, muore un paese intero. Si salva solo un giocatore che decide di raggiungere Dakar con mezzi propri: Kalusha Bwalya.
E il destino nel 2012 riporta i sogni di un paese in quella Libreville, in quella finale di Coppa d’Africa.
La Costa d’Avorio attacca, lo Zambia si difende. Al minuto 70, il primo segnale magico: è rigore per la Costa d’Avorio. Drogba calcia alto e il portiere Mweene quasi lo irride. Sullo 0-0 si va ai supplementari e non cambia nulla. Saranno i rigori a decidere le sorti di un meraviglioso destino.
Il Gabon ora è la terra di un terribile ricordo ma anche di un sogno che è lì, a undici metri.
I cinque rigori li segnano tutti: è ancora pari tra i canti commoventi dei Zambiani. Drogba vuole distrarre Lungu sul 7-6, ma Lungu pareggia. Quando sbaglia Kolo Toure, lo Zambia ha il rigore della storia, ma lo sbaglia. E a centrocampo i giocatori si disperano e piangono.
Ma Gervinho ho sbaglia ancora e lo Zambia ha un’altra occasione.
E Sunzu continua a cantare. Poi prende la rincorsa e scrive una storia unica. Lacrime, gioia, commozione, abbracci: succede tutto sotto il cielo di Libreville. E a Lusaka al ritorno saranno in 200mila ad attendere i nuovi eroi che hanno fatto dimenticare la difficoltà della vita quotidiana.
Mweene, Nkausu, Sunzu, Himoonde, Musonda, Lungu, Chansa, Sinkala, Kalaba, Christopher Matongo, Mayuka, Mulenga, Felix Katongo. Allenatore Renard.
Non sono nomi che hanno scritto la storia del calcio, ma sono nomi che hanno scritto un romanzo epico regalando un sogno a un popolo che mai dimenticherà la tragedia del 1993. È lo Zambia, campione d’Africa
Foto di copertina: https://pensieridisport.com/2013/01/17/ce-tutto-un-calcio-intorno-la-coppa-dafrica-2013/