Vincere un oro Olimpico, vincerlo il giorno del proprio compleanno, vincerlo 20 anni dopo l’oro del proprio allenatore.
È la storia magica, unica, ma ricca di sacrifici e di fatica di Daniele Molmenti.
Daniele è friulano, di Pordenone e a 11 anni chiede ai suoi genitori di andare in canoa perché fa caldo. Da quel momento la vita di Daniele cambia, la canoa diventa il suo primo amore, i fiumi i suoi compagni da conoscere e con cui parlare, l’oro olimpico diventa il suo sogno.
La sua carriera di vittorie nel K1 Slalom inizia già nel 2001 quando a diciassette anni vince l‘oro agli Europei Juniores. Una carriera che sembra interrompersi nel 2007 quando un incidente in moto lo costringe a una lenta riabilitazione. Pechino 2008 è per Daniele una gran delusione per il decimo posto, ma anche la ripartenza verso una gloria che sarebbe arrivata alla successiva Olimpiade.
Merito anche del suo allenatore, tale Pierpaolo Ferrazzi che in una mattinata catalana di 20 anni prima ha vinto uno splendido oro a Barcellona 1992. Ferrazzi ha insegnato a Molmenti a usare anche la testa nelle discese, di essere meno arrembante e meno spericolato. E Daniele ha iniziato a vincere.
Ma l’Olimpiade è un’altra storia e non sempre i favoriti vincono.
L’appuntamento con la storia è dal 29 luglio al 01 agosto al Lee Valley White Water Centre. Il secondo tempo in batteria e il terzo tempo in semifinale portano Daniele in finale. Una finale che si disputa il 01 agosto, giorno in cui Daniele compie 26 anni.
Quando Molmenti scende al comando c’è il ceco Vavrinec Hradilec davanti al tedesco Hannes Aigner.
Quando taglia il traguardo il cronometro dice 93”43, 1”35 meno del ceco Hradilec. Daniele sbatte forte il pugno sull’acqua, pieno di gioia perché capisce che quel sogno rincorso è molto vicino. Sia Polaczyk, sia Kauzer non si avvicinano al campione di Pordenone e la festa può iniziare.
È un oro splendido perché frutto di tanta fatica, tanti sacrifici, tante rinunce. E tanto allenamento, tra le rapide dei fiumi, in palestra e davanti alle tv per capire gli errori delle discese precedenti. E Daniele lo dice spesso che dagli errori ha imparato moltissimo.
La canoa di Molmenti è rosso fiammante, rosso Ducati, una delle sue passioni. Nel 2007 Molmenti ha venduto quella moto Ducati che tanto amava per pagarsi gli allenamenti in Australia, perché nella canoa non ci sono tanti soldi. Una rinuncia pesante per rincorrere un sogno.
Un sogno che diventa realtà e Daniele può lasciarsi andare alla gioa, alla felicità di una vita, alle lacrime di emozioni ed anche a ringraziare i genitori figli di quel Friuli laborioso e concreto.
Mentre Daniele lotta per l’oro il padre è a more nei campi perché la tensione è troppo alta: un semplice particolare che rende ancora più bella questa vittoria.
È stata una pagina bellissima dello sport italiano, una pagina di passione e sacrifici, ma una splendida pagina d’oro.
Ce l’ha scritta Daniele Molmenti in un fantastico pomeriggio di Londra 2012
Foto di copertina: http://www.giornaletrentino.it/sport/adigemarathon-di-borghetto-il-testimonial-è-molmenti-1.1182795