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Un ricordo di Florence Griffith

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1988 per l’atletica e per i 100 metri è un anno che passerà alla storia. C’è Ben Johnson e la sua storia e poi c’è Florence Griffith Joyner, una storia bella, una storia con forse tanti misteri, una storia maledetta.
Una storia, quella di Flo Jo che inizia molti anni prima: nasce nel 1959 ed è l’ultima di 11 figli. La sua carriera ad alti livelli inizia nel 1978 con un gran 10”86 ventoso. Ma in quegli anni la velocità americana è fortissima e la Griffith fatica a trovare il suo spazio. Alle gare è sempre accompagnata da Greg Foster, campionissimo dei 110 ostacoli.

Ma Florence Griffith ha qualcosa di più: ha il sorriso, la bellezza, la femminilità. In pista è sempre curata: capelli, unghie, trucco, Florence Griffith è diversa dalle altre.

Arriva seconda a Los Angeles 1984, una gran delusione per lei che cercava quell’oro olimpico. Iniziano anni deludenti, poi nel 1987 il nuovo amore con Al Kersee e il ritorno ad alti livelli ai mondiali di Roma: non arriva l’oro, ma torna la consapevolezza che nella velocità avrebbe potuto scriver la storia.

E nel 1988, la storia viene riscritta. A Indianapolis ci sono i trials per la qualificazione olimpica. Il record del mondo dei 100 metri è 10”76 di Evelyn Ashford. Quel 16 luglio la storia cambia: Florence Griffith vola, vola in una dimensione infinita e inarrivabile e chiude con 10”49. Un tempo non umano. Nello stesso periodo con quel tempo si vincono i campionati italiani maschili.
Si vola a Seul per le Olimpiadi. La Griffith vince i 100 in 10”54 rimanendo in un’altra dimensione. 
Il 29 settembre si corre la semifinale dei 200 metri: il record del mondo è 21”71. Il tempo finale della Griffith è 21”56, impressionante.

Poche ore dopo si corre la finale. Le unghie sono sempre ben curate, il sorriso è sempre bello e solare. Il tempo finale è fantascienza: 21”34.

La gioia di Flo-Jo
ph.sport660

Nel 1989 la Griffith si ritira, sparisce come una meteora dopo un’estate incredibile. Voci di doping, voci che voleva fuggire dal destino toccato a Ben Johnson, voci forse vere, forse no, non sta a noi giudicarlo.
Nel 1998 Florence Griffith Joyner muore nel sonno, silenziosamente, lontano dalla ribalta.

È vero, rimangono i dubbi su quelle prestazioni, ma la sua bellezza, la sua eleganza e il suo sorriso li ricorderemo per sempre. Gianni Merlo, giornalista della Gazzetta dello Sport scrisse queste bellissime parole all’indomani della sua morte:

Poi l’abbiamo rivista dopo il ritiro, quando si dedicava con amore alla causa di bambini colpiti da un destino crudele. A lei era stato negato il dono della maternita’. E ora vogliamo anche ricordarla con il viso illuminato da quel sorriso che le aveva addolcito la smorfia di fatica mentre volava verso il traguardo d’oro di Seul. Era un sorriso umano, non di una donna bionica”

Gianni Merlo

Oggi avrebbe compiuto 60 anni e noi abbiamo voluto ricordarla: FLORENCE GRIFFITH

foto di copertina: https://www.corriere.it/sport/19_dicembre_21/florence-griffith-oggi-avrebbe-60-anni-vita-consumata-fretta-dell-ex-donna-piu-veloce-mondo-225396c6-231e-11ea-9189-a2953c09c353.shtml

Roberto Vallalta
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Sono Roberto Vallalta, manager di giorno e appassionato di storie e di sport nel tempo libero

Questo è il mio blog, Pagine di Sport, nel quale riverso la mia passione. Mi piace leggere, informarmi e vivere la narrazione dello sport per poi creare dei post che arrivino a voi lettori e vi facciano proiettare con l’immaginazione, in quel momento, in quel luogo, dentro l’anima dello sportivo protagonista dell’episodio

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