6 maggio 1989: è un giorno storico per la boxe italiana. Da 56 anni nessun italiano è campione del mondo dei pesi massimi, ma quel giorno la storia cambia. Il protagonista è romagnolo, il suo nome è Francesco Damiani.
Quel giorno a Siracusa c’è in palio il mondiale WBO e Damiani sfida il sudafricano Du Plooy.
Francesco Damiani è un pugile di Bagnacavallo, un vero romagnolo: si avvicina alla boxe perché vuole essere “figo” quando va a ballare e da lì inizia una carriera di successi, vittorie e forse qualche occasione persa.
Francesco sale agli onori della cronaca nel 1982 quando ai mondiali dilettanti di Monaco sconfigge sua maestà, Teofilo Stevenson, che da 11 anni era imbattuto. E poi perde la finale, ingiustamente, con un verdetto controverso contro Tyrrell Biggs. Due anni dopo vive la grande occasione olimpica a Los Angeles: la finale è ancora contro Biggs e il verdetto è ancora scandaloso. Quel match Damiani non l’ha mai voluto rivedere: quella gloria olimpica la meritava lui.
Finalmente nel 1988 in un Palatrussardi gremito ha la sua rivincita e Biggs viene battuto, anzi distrutto.
E torniamo così a quel 6 maggio: lo stadio “De Simone” di Siracusa è sold out perchè quella sera per la boxe italiana sta passando il treno della storia. E in quel treno Damiani ci sale con la sua velocitá, con la sua forza, con la sua intelligenza ed anche con quell’essere romagnolo. Damiani soffre il primo round: il sudafricano Du Plooy ha un destro forte e prova più volte a colpire il nostro campione, ma Damiani è gran incassatore. Nel secondo round Damiani prende le misure e nel terzo abbatte il sudafricano con una sequenza di colpi che inizia con un Jan e si conclude con un gancio destro seguito da sinistro.
Sono quelli gli anni di Tyson, gli anni in cui la boxe ha due padroni: Mike Tyson e Don King. Tyson è campione nelle altre tre categorie e forse per questo quella cintura di Damiani è sempre vista come secondaria.
C’è un rimpianto per quell’incontro che si poteva fare contro Mike Tyson, ma che non si è fatto, perchè il manager Branchini rifiuta la proposta troppo bassa di Don King.
E c’è forse un rimpianto maggiore per quell’incontro contro Evander Holyfield, sfumato per un infortunio due settimane prima: con Holyfield il nostro Damiani poteva vincere e poteva riscrivere la storia. Si racconta che a Damiani venne chiesto di scendere lo stesso sul ring e cadere dopo poche riprese: la borsa era comunque molto invitante. Francesco Damiani è uomo vero: vuole salire sul ring solo se in grado di combattere e vincere. E così rifiuta la proposta sperando in un’altra occasione che purtroppo non arriverà. Ma Damiani è così: tenace, forte e sicuro di sé, ma onesto e sincero, come i romagnoli.
Francesco Damiani è un campione della boxe italiana, che in quella serata di maggio, in una splendida Siracusa, diventa campione del mondo dei pesi massimi, come Primo Carnera, scrivendo una bellissima pagina di boxe, una bellissima pagina di sport. Il “Gigante buono”, Francesco “Checco” Damiani
foto di copertina: https://st.ilsole24ore.com/art/notizie/2015-02-06/damiani-radio-24-quella-sera-contro-tyson-avrei-potuto-esserci-io-143000.shtml?uuid=ABpKtZqC