Montréal, Giochi Olimpici 1976. Sono giochi magici per un atleta cubano: il suo nome è Alberto Juantorena e sarà l’unico nella storia dell’atletica a realizzare un’incredibile doppietta nei 400 e negli 800 metri. Risultato incredibile perché, tra i 400 e gli 800, c’è il passaggio tra la velocità e il mezzofondo e per vincere in entrambe le distanze devi essere semplicemente un fenomeno.
Juantorena era favorito nei 400, non negli 800, specialità in cui aveva iniziato gli allenamenti solo nell’anno olimpico.
La sua leggenda inizia il 25 luglio, finale degli 800. Non è favorito, anche nei turni preliminari non è stato il migliore. Ma alla partenza imprime alla gara un ritmo folle che lo fa passare ai 400 in 50”85. Si pensa possa cedere e infatti un po’ rallenta. Ma ai 600 metri il suo scatto è imponente; solo l’americano Rick Wolhuter ne tiene il passo e, anzi, sembra superarlo in rettilineo. Ma “El Caballo”, come è soprannominato il fenomeno di Santiago de Cuba, ha l’ultimo decisivo scatto. Ultimi 100 metri in 11”9, finale in 1’43”5, record del mondo pazzesco. Alberto vince un oro inatteso, e si emoziona perché l’indomani a Cuba si ricorda l’inizio della Revolución Cubana.
Per scrivere una delle pagine di sport più incredibili della storia olimpica è necessaria la seconda impresa, nei 400 metri, la sua corsa. Qui parte favorito, ma forse la pressione della storia lo porta a una partenza non positiva, mentre il rivale Fred Newhouse, un altro americano, vola in testa e vi rimane, ma solo fino ai 350 metri. Poi arriva Alberto Juantorena, con la sua corsa bella ed elegante, con la sua accelerazione impressionante. Finisce in 44”26, ancora oro, un oro che profuma di leggenda e di storia dello sport.
È il 29 luglio, quattro giorni dopo l’oro dei 800. Alberto Juantorena, “El Caballo”, riscrive la storia: dell’atletica, dello sport
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