Parigi, Olimpiadi 1924. Una grande pagina di sport, che rimarrà legata per sempre ad un grande film, Momenti di gloria, appunto, (titolo originale Chariots of Fire) di Hugh Hudson e ad una delle colonne sonore più iconiche della cinematografia, composta dal greco Vangelis.
È la storia di Harold Abrahams, inglese e studente all’Università di Cambridge, e di Eric Liddel, scozzese iscritto all’Università di Edimburgo. Entrambi sono molto veloci e sognano l’oro olimpico di Parigi, nonostante i favoriti siamo gli americani Scholz, Bowman e Paddock.
Abrahams e Liddell rappresentano due modi diversi di interpretare lo sport. Abrahams, ebraico, è estremamente competitivo, vuole la vittoria ad ogni costo ed è uno dei primi ad avere un allenatore professionista. Liddell, invece, corre per trasmettere il messaggio di Dio e per la sua forte fede cristiana anglicana. Due campioni, due atleti, due amici tanto vicini e tanto diversi.
L’Olimpiade di Parigi è per entrambi il sogno di una carriera, entrambi vogliono vincere. Ma le qualificazioni dei 100 metri si svolgono la domenica e Liddell decide di non correre, perché la domenica è per lui il giorno dedicato alla sua fede religiosa (lo stesso atteggiamento di rispetto del giorno del Signore per motivi religiosi osserverà molti anni dopo, per lungo tempo, un altro inglese Jonathan David Edwards, campione olimpico e mondiale del salto triplo). Ma Liddell non vuole rinunciare al suo sogno olimpico: decide così di cambiare il proprio obiettivo e di focalizzarsi su 200 e 400 metri, dove vincere per lui sarà senza dubbio più difficile.
Il 7 Luglio allo Stadio di Colombes di Parigi si svolge la finale dei 100 metri. Se fino ai 30 metri tutti gli atleti sono alla pari, negli ultimi 70 esce la forza e l’eleganza di Harold Abrahams che taglia il traguardo e vince quello splendido oro olimpico.
Passano quattro giorni e si corre la finale dei 400 metri. Liddell si è allenato per le gare più veloci e non è il favorito. La leggenda narra che Liddell pregò tutta la notte e che Scholz, oro nei 200, prima della partenza consegnò a Liddell un pezzo di carta con un versetto di Samuele che diceva: “Quelli che mi onorano, li onorerò”. Liddell parte fortissimo e va in testa, negli ultimi 200 rallenta, ma non perde quel primo posto che significa oro anche per lui, come per l’amico Harold. Non solo vince, ma stabilisce il nuovo record del mondo, con 47”6. Ci sarebbe anche la staffetta 4×400 da fare, ma si corre di domenica e Liddell, fedele alla sua religione, non partecipa. Campione e, prima ancora, coerente con le sue idee.
Entrambi i campioni si ritireranno dalle gare l’anno successivo: Liddell per iniziare l’attività di insegnante missionario e pastore di anime, Abrahams per dedicarsi al giornalismo. Liddell morì durante la seconda guerra mondiale in un campo di prigionia, Abrahams visse sino al 1978.
Una storia di sport magica, un film e una colonna sonora che rimarranno per sempre immortali con quell’immagine iconica di una corsa nelle spiagge britanniche. Una storia forse poco nota, ma una storia da conoscere. Quella di Harold Abrahams ed Eric Liddell.
Foto di copertina: https://www.olympic.org/news/the-story-of-abrahams-and-liddell-at-paris-1924