È nato a Birmingham, in Alabama nel 1961, è vissuto in New Jersey, è diventato leggenda a Los Angeles. È Carl Lewis, è il figlio del vento.
Carl Lewis viene dall’Alabama, una terra che in quegli anni vive la segregazione razziale. È figlio di atleti per cui fin dalla tenera età inizia a fare atletica. Non poteva immaginare che sarebbe diventato uno degli atleti più iconici della storia dello sport.
Era convocato per Mosca 1980 ma la follia della guerra fredda gli precluse quel sogno. A Helsinki 1983 il mondo iniziò a conoscerlo con quei tre ori mondiali nei 100, nel lungo e nella 4×100.
Ed ecco Los Angeles, dove Carl Lewis diventa il Figlio del Vento, dove il campione diventa leggenda. Prima di quell’edizione solo un uomo aveva vinto quattro ori nella stessa Olimpiade, si chiamava Jesse Owens. Carl Lewis racconta sempre che il momento più emozionante della sua vita fu quando Jesse lo premiò in una gara giovanile.
In quell’edizione dei Giochi inaugurati da un uomo a razzo che voleva ricordare il primo uomo sulla luna, Carl voleva raggiungere quei 4 ori, voleva riscrivere la storia olimpica.
Il 4 agosto si corre la finale dei 100 metri e il figlio del vento inizia la sua rincorsa: 9”99 il suo tempo, ed è oro davanti a Sam Graddy e a un tale Ben Johnson.
Passano due giorni ed ecco la finale del lungo dove non c’è storia: Lewis vola a 8’54, Gary Honey è secondo mentre il nostro Giovanni Evangelisti è terzo.
Per raggiungere Owens la gara più complicata sono i 200 metri, è l’8 agosto. Qui Carl Lewis non è assoluto dominatore ed è la gara sulla carta più rischiosa. Ma non sarà così: la partenza non è perfetta, ma con la curva e il rettilineo Lewis vola verso il terzo oro e chiude con 19”80 in una tripletta tutta stelle e strisce con Kirk Baptiste e Thomas Jefferson.
Rimane solo la staffetta, dove gli Stati Uniti possono perdere solo se sbagliano il cambio (la storia ci insegna che è successo spesso). Ma al Los Angeles Memorial Coliseum questo non accade e gli Stati Uniti volano con Sam Graddy, Ron Brown, Calvin Smith e sua maestà Carl Lewis. il tempo è 37”83, record del mondo.
Per Carl Lewis è il quarto oro. Come Jesse Owens che ci aveva lasciati 4 anni prima. Carl Lewis in quel momento entra nel mito dello sport e ci rimarrà per sempre. Non sappiamo dire se è stato il più forte della storia dell’atletica, sicuramente è stato un’icona: è stato forza, è stato immagine, è stato un simbolo, è stato un brand.
Lewis ha continuato a vincere fino al 1996, quando ad Atlanta, alla sua ultima Olimpiade vinse un indimenticabile oro nel salto in lungo sconfiggendo quel Mike Powell che a Tokyo, qualche anno prima, con quel 8m95 aveva sconfitto Lewis e sconvolto il mondo. Con quell’oro Lewis eguaglia Al Oerter che vinse il disco per quattro edizioni olimpiche consecutive.
Carl Lewis è una leggenda dello sport mondiale, una leggenda che nasce a Los Angeles nel 1984: 100-200-salto in lungo-staffetta, 4 volte oro. È la leggenda del Figlio del Vento