Padre napoletano, madre australiana. Qual è l’occasione migliore dove coronare il sogno sportivo di Massimiliano Rosolino, se non Sydney 2000?
Max Rosolino nasce a Napoli, ma dai 3 ai 6 anni vive in Australia dove si innamora di quella terra ed anche dell’acqua del mare e delle piscine. Inizia così la carriera di un campione che a Sydney ci farà gioire ed emozionare.
16 settembre, primo giorno dei primi Giochi Olimpici del Nuovo Millennio. È la finale dei 400 stile libero dove c’è un favorito d’obbligo, idolo d’Australia: Ian Thorpe. Il Sydney Park Aquatic Centre è tutto per lui e lui non tradisce demolendo il record dì Sadovyi. Ma al secondo posto ecco Rosolino che chiude in 3’43”40 portando la prima medaglia italiana in un’edizione olimpica del nuoto che sarà memorabile.
18 settembre: 200 stile libero. Due mostri in vasca: Thorpe e Van Den Hoogenband. Vince l’olandese per la delusione del pubblico di casa, secondo è Thorpe. Poi ancora Rosolino, terzo posto e seconda medaglia.
Ma Rosolino sa che ha un’altra occasione dove può puntare al traguardo massimo ed è il 21 settembre, giorno della finale dei 200 misti, una gara bellissima, gara in cui ad ogni vasca cambi stile e in cui i colpi di scena sono continui. In semifinale ottiene il secondo tempo e quindi la quinta corsia. Il Sydney Aquatic Centre è tutto esaurito, come tutti i giorni, in questa splendida edizione olimpica per il nuoto.
La prima vasca a farfalla vede Wouda al comando con Rosolino solo settimo. Dopo la frazione di dorso in testa passa l’ungherese Czene, campione olimpico in carica con Rosolino al terzo posto. Rana è la frazione in cui il napoletano si scatena: il suo stile è perfetto, la sua nuotata è impressionante. Rosolino vira in testa davanti all‘americano Dolan. E nell’ultima frazione a stile, il suo stile, Max vola verso quella gloria Olimpica che lo consegna tra i grandi del nuoto italiano. Chiude in 1’58”98, nuovo record olimpico.
“Non ce n’è più per nessuno” “li ha distrutti” dirà in diretta il grande cantore del nuoto Sandro Fioravanti, uno che con la sua voce sa emozionare.
Un oro ancor più bello perché seguito con trepidazione da tutta la squadra azzurra. Rosolino, per tutti il Cagnaccio, in quella nazionale che a Sydney realizza l’Olimpiade perfetta, è un leader per il carisma e per la forza, ma anche per la voglia di sacrificarsi e di allenarsi, per la resilienza e per la voglia di raggiungere l’obiettivo che Max dimostra in ogni allenamento.
E non solo tutta l’Italia lo applaude, ma anche tutto il pubblico australiano presente quel giorno, per quel sangue un po’ australiano di mamma Carolyn che Max non ha mai negato.
Massimiliano Rosolino a Sydney scrive una pagina magnifica dello sport italiano di quelle che non si dimenticano facilmente. C’è Napoli, c’è l’Australia, ci sono i cinque cerchi, c’è l’acqua e il cloro e c’è un meraviglioso Max Rosolino
Foto di copertina: https://www.swimbiz.it. Foto Ansa