E’ stato un gigante dello sport mondiale, uno di quelli che hanno scritto la storia dello sport. Nato nel 1936, americano di New York, questa è la storia olimpica di Al Oerter. Fin dall’antichità il lancio del disco è stata una delle discipline olimpiche per eccellenza: una delle più grandi opere della scultura classica è il discobolo di Mirone, quel discobolo che rappresenta la perfezione del movimento del corpo umano. Quella perfezione che trova la sua espressione nello statunitense Al Oerter: Al non era invincibile, ma quando arrivava la gara decisiva non sbagliava mai e vinceva sempre.
E per quattro Olimpiadi consecutive ha vinto la medaglia d’oro: e ha vinto contro avversari diversi ma anche contro l’età che avanza inesorabile e contro il tempo che scorre. La storia ci dice che sentiva molto la gara, era nervoso, tremava prima di iniziare a lanciare, poi una volta che prendeva il disco in mano non lasciava a nessuno la speranza di scalfire la sua forza. E la storia ci dice anche che in nessuna delle quattro edizioni olimpiche partiva come favorito: c’era sempre qualcuno pronto a sconfiggerlo, ma alla fine nel gradino del posio più alto ci saliva lui.
La sua leggenda d’oro inizia a Melbourne nel 1956. E’ alla sua prima partecipazione olimpica e il favorito di quel giorno è il primatista del mondo e connazionale Fortune Gordien. Ma Al Oerter al primo lancio piazza un 56m36: ed è già il lancio che vale l’oro. Gordien non va oltre i 54m81 e Desmond Koch chiude con 54m40. Quel giorno chiude sesto Adolfo Consolini che quel giorno chiude la sua splendida carriera olimpica. Per Al Oerter è il primo oro e l’inizio di un viaggio nella leggenda dello sport.
Allo Stadio Olimpico di Roma, per la meravigliosa edizione dei giochi olimpici italiani, Al Oerter deve difendere il suo titolo dal polacco Piatkowski e dall’altro americano Babka, compagno di allenamento. Questa volta Oerter non parte come quattro anni prima, e dopo quattro lanci è terzo. Poi al quinto lancio ecco la misura che vale oro: 59m18. E’ ancora un podio tutto americano con Babka secondo e Cochran terzo.
Dopo Roma ecco Tokyo e i giochi del 1964 dove il mito di Oerter scrive un’altra pagina, forse la più bella. Pochi giorni prima Oerter si è incrinato una costola: ha dolori forti e i medici gli consigliano di non gareggiare. Invece Oerter scende in gara, lo sterno fasciato, il ghiaccio e l’ammoniaca per alleviare il dolore: ad ogni lancio lo sguardo di Al è sofferenza e dolore. Lo stadio di Shinjuku è tutto per lui. Dopo quattro lanci è in terza posizione dietro al cecoslovacco Danek, favorito del giorno: ma come a Roma, anche a Tokyo, il quinto lancio è un capolavoro olimpico. E’ 61m00, è ancora oro davanti a Danek e allo statunitense Weill. Al Oerter è già nella storia dello sport con tre ori consecutivi, nella stessa specialità. Ma Tokyo non lo ha soddisfatto del tutto: ha vinto, ma ha sofferto il dolore e forse non ha assaporato troppo il profumo di quella vittoria. E inizia ad allenarsi con obiettivo Città del Messico, di quattro anni in quattro anni per scrivere la leggenda sportiva.
Ed anche nell’altura di Città del Messico non è lui il favorito, anzi qui per gli esperti non deve neanche andare a podio: ci sono i tedeschi Milde e Losch, il ceco Danek, gli americani Silvester e Carlsen. E in qualificazione Oerter è solo sesto. Il 15 Ottobre allo Stadio Olimpico Universitario piove, la pedana è bagnata e il clima è quello delle grandi imprese sportive. E con la sua infinita esperienza e la sua infinita classe Al Oerter, studia al meglio la pedana, capisce i segreti di quella pedana bagnata, e al terzo lancio fa arrivare il suo disco a 64m78. Troppo per tutti, inarrivabile per tutti. Oro davanti a Milde e Danek. Ancora oro, ancora splendidamente oro per la quarta olimpiade consecutiva per una storia riscritta e destinata a rimanere nel grande libro dello sport. Al Oerter dopo il suo quarto oro dirà che è stato quello più semplice.
Una leggenda olimpica che sembra finire a Città del Messico ma che invece rinasce sul finire degli anni 70 quando torna a gareggiare per tornare alle Olimpiadi: e alle Olimpiadi ci sarebbe tornato se non ci fosse stato il boicottaggio del 1980 e poi una maledetta tendinite nel 1984. Ma può bastare lo stesso, Oerter la sua leggenda l’aveva già scritta. Dopo di lui solo altri due campioni hanno vinto quattro ori consecutivi nella stessa specialità: Carl Lewis e Michael Phelps, ma queste sono altre pazzesche storie di sport. Oggi vi abbiamo raccontato la leggenda d’oro di Al Oerter, il discobolo che divenne uno dei giganti della storia dello sport.