Judo, sport di antica tradizione orientale fondato dal maestro Jigoro Kano, sport di forza fisica e mentale, sport dove il rispetto è la prima regola. Judo che fa il suo esordio olimpico a Tokyo 1964. A Rio 2016, 16 anni dopo l’oro di Pino Maddaloni a Sydney, la gloria è tutta per Fabio Basile. E’ il 7 agosto 2016, l’Italia nella storia olimpica ha vinto fino a quel momento 199 medaglie d’oro. Tocca a Fabio, per fare 200.
Fabio ha 22 anni, è nato a Rivoli nel Torinese nel 1994 e si è innamorato del judo sotto la guida del maestro Pierangelo Toniolo. La scuola è quella dell’Akiyama di Settimo Torinese, società storica in Italia. Fabio esplode nel 2016: a inizio anno non ha grosse speranze di partecipare alle Olimpiadi brasiliane ma la storia è destinata a cambiare. Arrivano risultati nei Grand Prix, arriva il bronzo agli europei di Kazan ed ecco la qualificazione Olimpica e il sogno che diventa realtà, il sogno di un giovane sportivo che arriva a gareggiare sotto il fuoco di Olimpia.
E il suo esordio olimpico è qualcosa di memorabile: il percorso di Fabio è uno show, uno spettacolo, un capolavoro che lo sport italiano non potrà mai dimenticare. E’ il 7 agosto e siamo all’Arena Carioca di Rio de Janeiro. La categoria è quella dei 66 kg. Basile è inserito nella pool C e il primo incontro è contro il tedesco Seidl: è subito Ippon. Al secondo turno l’avversario è il pericoloso azero Shikhalizada: ancora Ippon è Basile ai quarti. Il turno successivo vede Basile sfidare il mongolo Tomorkhuleg: doppio waza ari e semifinale raggiunta.

Ph: International Judo Federation
Ormai nulla può fermare Fabio che corre veloce verso il sogno di una vita. In semifinale lo sloveno Gomboc in un incontro molto nervoso: doppio shido comminato allo sloveno e finale olimpica. In Italia l’attesa è alta: può essere l’oro numero 200 della storia italiana. Lo ha appena sfiorato Odette Giuffrida, sempre nel judo che si è fermata all’argento. Per Basile l’ultimo ostacolo viene dall’estremo oriente: è il coreano Baul Un, campione del mondo in carica. E dopo 84 secondi ecco l’ennesimo, splendido, bellissimo ippon di Fabio Basile che può gridare la sua gioia: è oro olimpico. Ippon significa uno solo, è il colpo finale del judo quello che chiude la contesa: e Fabio in questo torneo olimpico ne ha collezionati tanti, non ha risparmiato nessuno.

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E pensare che a quest’Olimpiade non ci doveva andare: il direttore tecnico Kiyoshi Murakami gli aveva detto che sarebbe stato la punta della spedizione azzurra a Tokyo 2020. Lui aveva semplicemente risposto che voleva esserlo anche a Rio 2016. E aveva ragione. Perchè quel 7 agosto 2016, l’Arena carioca si colora d’azzurro e Fabio Basile entra nella storia sportiva italiana
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