E’ il 14 Settembre 1986 quando inizia la nuova stagione del calcio italiano e sarà una stagione memorabile per il calcio Napoli. Sarà il primo scudetto e il primo scudetto non si scorda mai. Un primo scudetto legato a un nome che mai sarà dimenticato all’ombra del Vesuvio: Diego Armando Maradona.
Parte forte la Juve che va in testa al campionato. Nel frattempo il Napoli di Maradona subisce una inaspettata eliminazione in coppa Uefa ad opera dei francesi del Tolosa. Passano pochi giorni e il Napoli ha di fronte il Torino: è il primo momento in cui il Napoli dimostra che quell’anno tutti dovranno fare i conti con lui. Finisce 3-1 in rimonta con reti di Bagni, Ferrara e Giordano.
La nona giornata è un momento della verità: al Comunale di Torino si gioca Juventus-Napoli. Entrambe sono in testa a pari punti: è la presa di Torino. Laudrup porta in vantaggio i bianconeri a inizio ripresa, poi tra il minuto 73 e il minuto 75, i due minuti che cambiano la storia del campionato con le reti di Ferrario e Giordano. E’ poi Volpecina all’ultimo minuto a fare il 3-1 e il Napoli vola al comando della classifica.Il Napoli inizia la sua corsa in testa nonostante i pareggi con Verona e la sconfitta con la Fiorentina.
L’inizio del girone di ritorno rappresenta la fuga dei partenopei: sono quattro vittorie consecutive necessarie a staccare le avversarie. L’entusiasmo della città è incredibile: il San Paolo è sempre pieno, ogni domenica diecimila tifosi invadono gli stadi avversari. Una festa del calcio, quel calcio che in fondo ci manca. Ma come in tutte le belle storie arriva il momento della paura che si traduce in due sconfitte nel pieno della primavera: 1-0 a Milano con l’Inter e 3-0 a Verona con le avversarie che tornano sotto.
Il 26 aprile al San Paolo arriva il Milan, quel Milan destinato a diventare leggenda calcistica. Maradona quel giorno è uno spettacolo e i novantamila del San Paolo sono deliziati: il primo tempo è FantaNapoli con le reti di Carnevale e del fuoriclasse argentino. Nella ripresa il Milan accorcia con Virdis ma il risultato non cambia: è 2-1 e Napoli vicino allo scudetto.
E la festa può arrivare il 10 maggio quando a Napoli arriva la Fiorentina in cui giocava un certo Roberto Baggio (cos’era la serie A in quegli anni). Il Napoli con la vittoria è campione altrimenti dovrà attendere il risultato da Bergamo dove si gioca Atalanta-Inter. E quando dopo mezz’ora Carnevale segna l’1-0 la festa può iniziare. Poco importa se Baggio fa 1-1 perchè l’Inter sta perdendo a Bergamo. E al fischio finale esplode la gioia di un popolo intero, un popolo caldo e passionale, un popolo legato indissolubilmente a quella maglia azzurra.
E’ la vittoria di una città, ma è la vittoria di tanti grandi giocatori che in quell’anno si sono espressi al massimo delle loro capacità. E’ la vittoria dei tanti napoletani come De Napoli, Ferrario, Bagni, Ferrara e Volpecina; è la vittoria di chi a quella squadra diede un contributo eccezionale come Giordano, Carnevale e Garella. E’ la vittoria di Ottavio Bianchi e del suo gioco non sempre spettacolare, ma sempre efficiente. E infine è la vittoria di colui che indossava la maglia numero 10, colui che al suo primo ingresso al San Paolo fece innamorare e sognare una città intera, colui che pochi mesi prima aveva portato l’Argentina al titolo mondiale, colui che era nato per insegnare il gioco del calcio. E lui è Diego Armando Maradona. E’ il 10 maggio 1987 e come disse Enrico Ameri “e’ finita, è finita, il Napoli è campione d’Italia!”
Foto di copertina: www.pianetazzurro.it