Un campione dello sport, un campione della vita, una storia bella e purtroppo drammatica. E’ la storia di Carlo Galimberti e del suo oro nel sollevamento pesi a Parigi 1924. Carlo nasce in Argentina nel 1894 ma fin da bambino torna a Bollate nella periferia nord del capoluogo meneghino. Partecipa, e si ferisce, alla prima guerra mondiale dove sarà decorato con la croce di merito. Inizia a fare sport facendo lotta e pugilato ma poi scopre che il suo grande amore è il sollevamento pesi. Entra a far parte del corpo dei pompieri dove può dedicarsi alla sua grande passione.
Sollevamento pesi, sport poco noto, sport poco seguito ma che oltre alla forza necessità di velocità, mobilità, coordinamento. Sport che nel 1920, ad Anversa aveva visto il primo oro italiano con Filippo Bottino. Galimberti inizia a vincere e a dominare il panorama italiano nel 1921: sarà per 18 anni consecutivi campione dei pesi medi o dei pesi medio-massimi. E’ impressionante la sua abilità di vincere in categorie diverse.
L’appuntamento della vita sportiva è per Carlo l’Olimpiade parigina del 1924 quando si presenta tra i favoriti. La gara si svolge al Velodrome d’Hiver di Parigi. Galimberti ha un motivo in più per vincere: due giorni prima l’amico Pierino Gabetti ha vinto uno splendido oro nella categoria pesi piuma e Carlo vuole imitarlo. La prima prova è lo strappo con un braccio e l’estone Neuland con 82.5kg va al comando con Galimberti che chiude terzo con 77.5kg. Nello slancio con un braccio Galimberti recupera lo svantaggio chiudendo con 95kg contro i 90kg dell’estone. E’ parità tra i due dopo le prime due prove. Da qui in avanti ecco lo show di Carlo Galimberti: 97.5kg nella distensione lenta, 95kg nello strappo a due braccia, 127.5kg nello slancio a due braccia. Il totale è 492.5kg, l’estone Alfred Neuland chiude con 455.0kg, l’altro estone Jaan Kikkas con 450.0kg. Per Galimberti è oro, oro meritato, oro che corona i tanti sacrifici, i tanti allenamenti, le tante fatiche. E non solo, è anche record del mondo. Galimberti vince a Parigi e raccoglie gli applausi estasiati del pubblico francese: la sua classe e la sua forza, la sua eleganza e la sua determinazione non passano inosservati. Viene definito dai giornali francesi dell’epoca “il magnifico atleta italiano”; Luigi Ferrario in Gazzetta lo definì: “armonioso nelle linee, composto nello stile, atleta perfetto”. Una carriera che continua con l’argento ad Amsterdam 1928, dove Carlo fa da portabandiera, e l’argento di Los Angeles 1932. A questi vanno aggiunti due argenti europei e tantissime vittorie in gare internazionali.
E’ senza dubbio la storia del piu grande atleta di sollevamento pesi dello sport italiano. Una grande storia sportiva e poi il dramma che ne termina la sua vita. E’ il 1939 quando il pompiere Carlo Galimberti, che da poco ha vinto il suo ultimo titolo italiano, cerca l’impossibile per evitare lo scoppio di una caldaia a Milano che potrebbe distruggere un’intera fabbrica causando morte. Galimberti riesce a far evacaure tutte le persone, salvando tante vite, ma l’esplosione lo coglie ferendolo gravemente. Carlo morirà sei giorni dopo senza mai aver ripreso conoscenza.Se passate per Ospiate troverete una via che lo ricorda; a Bollate è invece il palazzetto dello sport che celebra il nome di questo campione. Se un giorno siete a Roma e passeggiate nella Walk of Fame del CONI al Foro Italico, fermatevi qualche minuto in più sopra il nome di Carlo Galimberti: perchè è stato un eccezionale campione dello sport, è stato un campione olimpico nel sollevamento pesi ed è stato una medaglia d’argento al valore civile. Uno dei grandi dello sport italiano
Foto di copertina: www.vigilidelfuoco.it