Tokyo, Giochi Olimpici 1964. E’ il 22 Settembre, per il ciclismo è il giorno della prova su strada maschile. E’ un percorso non impegnativo quello giapponese, i km sono 194 e i velocisti sono i favoriti. E’ una gara di grandi nomi o meglio di nomi che diventeranno grandi tra i professionisti: ci sono un tale Eddy Merckx, ci sono Ole Ritter, Gosta Pettersson, Walter Godefroot e Felice Gimondi.
Per l’Italia il capitano è Gimondi. E poi c’è Mario Zanin, 24 anni, nato a Santa Lucia di Piave nel trevigiano e campione italiano in carica: lui deve entrare in tutte le fughe per fare il gioco del capitano Gimondi. E pensare che Mario Zanin aveva iniziato come calciatore, poi un infortunio lo ha fatto virare al ciclismo. E in fuga ci va subito, una lunga fuga iniziale che raggiunge in 3 minuti di vantaggio: Zanin non si sente in forma e così sta in coda al gruppo cercando di riposarsi per il finale di gara. La fuga ha termine e il gruppo torna compatto.
A pochi chilometri dal traguardo c’è l’attacco di Eddy Merckx che vuole andar a prendersi quell’oro: ma anche la fuga di Merckx viene neutralizzata a pochi chilometri dal traguardo. Ed ecco la volata, ed ecco il sogno olimpico di Mario Zanin che diventa realtà: la sua volata è perfetta, una volata tattica ma rabbiosa, una volata vincente. Mario Zanin è oro, davanti al danese Rodian e al belga Godefroot.
Quando Mario passerà al professionismo non avrà risultati di rilievo. E anche dopo il ritiro starà sempre fuori dal ciclismo: Mario non ama il caos, ama il silenzio, non ama i riflettori, preferisce aiutare la famiglia in una pellicceria di Conegliano.
Ma nessuno potrà dimenticare quella giornata giapponese quando con una volata perfetta Mario Zanin porterà l’oro numero 100 alla storia olimpica italiana: un motivo in più perchè il suo nome rimanga nella storia sportiva italiana. E’ il 22 Settembre 1964 e Mario Zanin è campione olimpico della prova su strada di ciclismo ed è 100 volte Italia
Foto di copertina: olympic.org