Kerri Strug è stata una delle eroine di Atlanta 96 perchè con quel salto, con quel volteggio ha insegnato al mondo il valore dell’Olimpiade, il valore della squadra, il valore della bandiera. C‘è tutto in quel salto.
E’ il 23 luglio al Georgia Dome e va in scena la finale a squadre femminile di ginnastica artistica. È grande sfida tra gli USA di Amy Chow, Shannon Miller e Dominique Moceanu e la Russia di Svetlana Khorkina, Yevgenya Kusnetsova e Elena Grosheva. Quando si arriva all’ultima rotazione gli Stati Uniti sono in testa con un vantaggio di 9 decimi sulle russe: sembra fatta ma a volte l’emozione olimpica gioca brutti scherzi.
Usa al volteggio, Russia al corpo libero. E questa volta l’emozione olimpica colpisce la Muceanu che nel suo esercizio cade due volte dando l‘opportunità alla Russia di avvicinarsi all’oro.
All’ultimo turno dell’ultima rotazione tocca a Kerri Strug, una specialista del volteggio. Ha 19 anni, è la sua seconda olimpiade, in casa, con tanta attesa. E anche lei viene presa dalla paura di vincere e sbaglia: cadendo male sulla caviglia destra e si infortuna. Al Georgia Dome cala il silenzio: Kerri ha le lacrime dal dolore. E anche il punteggio è basso: 9,162. Strug è disperata e chiede al suo allenatore di non fare l’ultimo salto, troppo dolore. L’allenatore è un tale Bela Karolyi, colui che in passato aveva allenato Nadia Comaneci, il 10 perfetto, ma questa è un’altra storia. Bela si avvicina a Kerri dicendole che deve saltare un’altra volta per vincere la medaglia d’oro: per lei, per il suo paese, per le stelle e le strisce americane. “So che puoi farcela” dirà alla giovane Kerri. E Kerri va, sapendo quale sarà il dolore e sapendo che l’infortunio sarà ancora più grave: ma va, zoppicando, per la gloria olimpica. Rincorsa, yurchenko con avvitamento e mezzo e arrivo nel materassino: con una gamba sola. Stringe i denti, sorride al pubblico e alla giuria e poi si inginocchia in lacrime. Il pubblico è in delirio: 9,712, è oro Stati Uniti, è oro Kerri Strug. Bela Karolyi la prende in braccio e la porta in trionfo. L’infortunio di Kerri sarà molto grave, limitandone la carriera futura: distorsione di terzo grado.
Anche nel podio, Kerri non può andare da sola: la accompagna Bela. Kerri è nel gradino più alto del podio con la sua nazionale, quegli Stati Uniti chiamati “le magnifiche 7”. Kerri Strug diventa un eroina che ha sacrificato tanto di lei per quel volteggio meraviglioso che ha raccontato un momento iconico della storia sportiva americana. Kerri ha sofferto, ma ha raggiunto quel sogno che comincia da bambino, il sogno di essere campioni olimpici. E per diventare campioni olimpici servono tanti sacrifici, come quello di Kerri Strug, 19 anni, e del suo secondo volteggio di Atlanta 1996, una splendida pagina di sport
Foto di copertina: Credit: AP:Associated Press