Le meravigliose note di Andrea Bocelli e quel “Con te partirò” che con la mente fa sognare viaggi e libertà, lo struggente esercizio di una meravigliosa Vanessa Ferrari, la gioia di una medaglia desiderata, voluta e raggiunta dopo una carriera infinita: è emozione pura all’Ariake Gymnastics Centre.
Vanessa Ferrari è la storia della ginnastica italiana e da ieri lo è ancora di più. Vany ha vinto l’argento al corpo libero portando una medaglia al femminile 93 anni dopo l’argento nel concorso a squadre ad Amsterdam 1928.
Ma questa medaglia è molto di più, è la chiusura di un cerchio iniziato 15 anni fa ad Aarhus in Danimarca. Erano i mondiali e la sedicenne bresciana conquistò un oro insperato, incredibile e per questo bellissimo. Nasceva così una grande storia.
Ma come tutte le grandi storie, anche quella di Vanessa incontrò difficoltà, sfortune, delusioni. E maledizioni, come quella delle Olimpiadi.
La storia olimpica di Vanessa inizia a PEchino dove una tendinite la tiene lontana dalle posizioni da podio, poi le due grandi beffe di Londra e Rio: due quarti posti a un nulla dal bronzo, due immense delusioni, due botte al morale che potrebbero anche portarti al ritiro. Ma non Vanessa.
Vanessa, carattere forte e sicuro, continua la sua rincorsa al sogno, nonostante le difficoltà, nonostante quel maledetto infortunio al tendine d’Achille del 2017. E non importa se Tokyo viene rinviata di un anno, e non importa se lei ha 30 anni e le avversarie sono ragazzine com’era lei ad Aarhus, lei a Tokyo vuole riprendersi quello che è suo.
Ed ecco finalmente l’Olimpiade, ecco l’Ariake Centre, ecco la finale del corpo libero. Manca Simone Biles, ma la competizione è comunque altissima.
Ed è subito una splendida statunitense Jade Carey che con 14,366 mette una seria ipoteca nell’oro: non è un esercizio spettacolare perchè Carey punta su acrobatica e difficoltà esercizio che arriva a 6.3. Vanessa scende in pedana per quinta: le note sono quelle magiche di “Con te partirò”.
E Vanessa non sbaglia: tre diagonali complesse, movimenti perfetti, un esercizio che coinvolge ed emoziona. Vanessa in questo esercizio mette la sua carriera, la sua vita, il suo amore: c’è tutto. C’è la poesia di un’atleta splendida e di una carriera fantastica.
Il punteggio è 8.3, meglio della Carey ma la difficoltà è 5.9. Vanessa chiude con 14,200, è seconda e si siede ad aspettare le altre. Andrade e Melnikova stanno dietro, Vanessa può iniziare a festeggiare. Al terzo posto giungono a pari merito la giapponese Murakami e la russa Melnikova con 14,166. Il cerchio è chiuso, è medaglia d’argento.
Lo dicevamo prima: l’esercizio di Vanessa è amore, è vita. Perchè Vanessa ha vissuto un amore infinito verso questo sport, un amore che le ha permesso di superare le tante difficoltà, gli infortuni, le paure ed anche l’età che avanza. Vanessa è stata più forte, anche del tempo. Una storia di sport meravigliosa.
Tokyo, Ariake Gymnastics Centre, 2 agosto 2021: Vanessa Ferrari chiude il cerchio di una carriera irripetibile. E’ argento olimpico nel corpo libero. Come direbbe Vasco Rossi, “come nelle favole”
GRAZIE VANY