E’ un oro che profuma di storia, è un oro che riporta in alto uno sport spettacolare in cui il mare e il vento sono elementi imprescindibili.
E’ l’oro di Ruggero Tita e Caterina Banti nella classe Nacra mixed, alla prima volta alle Olimpiadi. Oro che è storia perchè avviene 21 anni dopo l’oro individuale nel windsurf di Alessandra Sensini, perchè avviene 69 anni dopo l’oro di Tino Straulino e Nico Rode nella classe Star a Helsinki 1952 e perchè è il primo oro italiano in una categoria mista. Tanti motivi per portare Tita e Banti lassù, dove si trovano gli dei dello sport.
E’ stata una competizione dominata dagli azzurri dalla prima all’ultima regata: potremo definirla manifesta superiorità per usare termini pugilistici.
Ruggero e Caterina sono in testa già dopo la prima regata chiusa davanti Australia e Austria. Alla terza regata è ancora primo posto e un vantaggio che aumenta. La baia di Enoshima inizia a colorarsi d’azzurro.
Altre vittorie in altre due regate e primo posto con un vantaggio importante prima della Medal Race. Nell’ultima regata è sufficiente un sesto posto per vincere l’oro olimpico.
E anche nella Medal Race non c’è partita. Perché gli unici avversari sono i britannici e Ruggero e Caterina li marcano stretti, controllando ogni loro mossa, domando il mare e domando il vento.
Nulla può togliere l’oro all’Italia che chiude la Medal Race in sesta posizione dietro Gimson e Burnet che si devono accontentare dell’argento.
Il podio dice Italia 35, Gran Bretagna 45, Germania 63. E’ dominio azzurro a Enoshima, è inno di Mameli sotto il cielo del Sol Levante.
E’ la vittoria di due ragazzi d’oro che ai sacrifici dello sport e della vela hanno saputo unire anche le soddisfazioni degli studi universitari: un percorso che rende ancora più grandi i due velisti azzurri. Ruggero, trentino di Rovereto, è laureato in ingegneria informatica all’Università di Trento: ha provato altri sport prima della vela, poi si è innamorato del rumore del vento e ha deciso che era la sua strada. Aveva ragione. Poi c’è Caterina, lei è Romana, è laureata in Studi Orientali e parla cinque lingue oltre all’italiano. Anche lei ha scoperto la vela dopo aver provato altri sport ed anche lei, come Ruggero, quando l’ha scoperto non l’ha più lasciata.
E così, dall’amore di Ruggero e Caterina per la vela, è nata questa barca che negli ultimi anni ha dominato il mondo. Fino ad oggi, fino a Tokyo 2020, fino alla baia di Enoshima, fino al capolavoro olimpico di due ragazzi d’oro.
Perchè si può fare sport e si può studiare, e si può vincere un oro olimpico. Una storia da raccontare, una storia che deve ispirare.
Tokyo, 2 agosto 2021, baia di Enoshima. 4731 giorni dopo l’ultimo oro olimpico, Ruggero Tita e CAterina Banti vincono l’oro nella vela, specialità Nacra, riscrivendo la storia. Come nei libri più belli
GRAZIE RAGAZZI