Siamo a Barcellona, è lo stadio Olimpico del Montjuic, è la finale dei 400hs di Barcellona 1992. E’ il giorno dello statunitense Kevin Young: il suo passo, la sua eleganza nel passare gli ostacoli e il suo tempo. E’ 46”78, il record del leggendario Edwin Moses è battuto. C’è la percezione fin da subito che sarà un record destinato a rimanere là, fermo nel tempo.
E sarà proprio così: devono passare 29 anni perchè un norvegese dal nome vichingo batta quel record storico. E’ Karsten Warholm, ha un fisico normale, è nato in un’isoletta al largo di Oslo e ha iniziato a far atletica a soli 8 anni.
Un record battuto a casa sua, nel mitico Stadio di Oslo, dove tanti record sono caduti: è l’1 luglio 2021, è festa in Norvegia.
E con la storia arriviamo a oggi, allo stadio Olimpico di Tokyo. E’ la finale olimpica: Warholm è favorito, la pista è velocissima e c’è il sentore di un tempo impressionante. Ci sono Sibilio, Copello, McMaster, Benjamin, Warholm, Dos Santos, Samba e Magi: i più forti ci sono tutti, anche l’italiano Sibilio.
Warholm parte fortissimo: è impressionante la sua corsa e il passaggio all’ostacolo che sembra non modificare per nulla il suo stile e la sua velocità. Saltare oltre quegli ostacoli è la cosa più semplice del mondo. Ai 300 metri esce in testa ma vicino a lui c’è lo statunitense Benjamin: anche lui sta facendo una cosa mostruosa. Warholm lo vede e accelera ancora come un Dio vichingo.
Quando Karsten Warholm taglia il traguardo tutti si guardano quasi attoniti: il tempo è qualcosa di inconcepibile, qualcosa considerato non umanamente possibile. E invece è vero: il cronometro segna 45”94, è il primo uomo a scendere sotto la barriera impossibile dei 46 secondi. E anche il vichingo Karsten si lascia andare ad un’esultanza, un forte urlo che a molti ricorda il quadro dell’illustre connazionale Munch. E in Norvegia, terra di assordanti silenzi e paesaggi incontaminati che ti accompagnano alla fine del mondo, quando si urla lo si fa per qualcosa di grande. Come il 45”94 nei 400hs.
Lui stesso ha definito il tempo “una cosa folle”, lui che aveva mancato l’accesso alla finale di Rio e che si è allenato ininterrottamente per riscrivere la storia a Tokyo. E questa storia Karsten Warholm l’ha scritta e in modo indelebile. Come 29 anni fa a Barcellona c’è la sensazione che questo tempo durerà per molti anni, ma forse sarà lui stesso, sarà quel ragazzino nato nell’isola di Ulsteinvik a ritoccare ancora questo folle record.
Tokyo, 3 agosto 2021, Olympic Stadium. Karsten Warholm ritocca i limiti umani e corre 400hs in 45”94. Pazzesco.
Foto: Lapresse