Un torneo spettacolare, la finale più bella tra i due campioni più grandi, uno sport che non è solo sport ma è cultura, rispetto e tradizione e un oro splendido che rimarrà per sempre nella storia dell’Olimpismo italiano: Luigi Busà, siciliano di Avola, vive la giornata più bella della sua vita.
E’ il Nippon Budokan, è il kumite -75kg. E’ un torneo che inizia con un girone all’italiana in cui è necessario arrivare tra i primi due per entrare in semifinale. Busà è uno dei favoriti assieme all’azero Aghayev ma la pressione di un’Olimpiade si fa sentire. Busà inizia con un 5-0 contro l’australiano Yahiro, poi la sconfitta con il kazako Azhikanov complica tutto.
E’ il momento più difficile, è il momento in cui entra in gioco il tecnico Claudio Guazzaroni: è lui che continua a dare fiducia a Luigi, è lui che ci crede ancor più del suo atleta. E ha ragione.
Arriva la vittoria con il tedesco Bitsch, ma tutto si gioca nelle sfide tra il kazako a Aghayev e tra Busà e Aghayev. E tutto va per il verso giusto: Aghayev sconfigge Azhikanov, Busà sconfigge l’azero e l’accesso in semifinale e quindi alla medaglia è cosa fatta.
E’ semifinale quindi medaglia, è già storia. C’è l’ucraino Horuna ma Busà non sbaglia nulla: tre Yuko e 3-0. E’ finale. Ed è finale contro il grande rivale ma grande amico Aghayev. I due sono i più forti: è il meglio del meglio per una finale olimpica. Sono due campioni ma anche due uomini che vivono il karatè nel pieno rispetto della sua tradizione. Nel palmares dell’azero ci sono 5 mondiali e 14 europei, in quello di Busà ci sono 2 mondiali e 5 europei: storie di campioni infiniti.
E’ un incontro combattuto, come prevedibile: poi, dopo 1’40” ecco lo yuko che cambia la storia, è 1-0 per il gorilla di Avola. Rimangono 100 secondi, secondi eterni che non passano mai, secondi che ti separano dalla storia incancellabile di un oro olimpico. Sono cento secondi di rara intensità sportiva. E alla fine i secondi passano.
E’ oro olimpico, contro l’amico, contro il rivale, contro il più forte. Oggi il mondo decideva chi era il -75kg più forte al mondo nel kumite: e ha deciso che era il nostro campione di Avola. Un oro per la splendida terra di Sicilia.
Ed è gioia enorme, indescrivibile. Sono vent’anni di fatiche e sacrifici, vent’anni di rinunce, vent’anni di allenamenti, vent’anni di vita.
E sono vent’anni iniziati in una cucina di Avola quando papà Sebastiano, maestro di Karatè, dice al figlio Luigi che sarà un campione di karatè: una bella storia tra padre e figlio che continua poi nel tatami della palestra della cittadina siciliana.
“Non ci sto capendo niente” sono le parole di Luigi. Parole semplici che fanno capire tutto. E’ la bellezza di una vittoria per tutto un movimento, quello del karatè che dopo quest’edizione giapponese dei giochi, non sarà presente a Parigi e speriamo davvero torni a Los Angeles.
Tokyo, 6 agosto 2021: è storia dello sport italiano, è la medaglia numero 37, è oro nel karatè, specialità kumite. E’ Luigi Busà, per una fantastica pagina di sport