Pensavamo di aver visto quel pomeriggio di domenica 1 agosto, pensavamo che un’emozione più grande non ci potesse essere. Ci sbagliavamo.
Sono le 16 in Italia, sono le 23 in Giappone di venerdì 6 agosto 2021. E’ una data entrata di diritto nella storia dello sport italiano ma è una data che deve entrare per sempre nella storia d’Italia.
A scuola tra 50 anni si dovrà raccontare che in un caldo pomeriggio di inizio Agosto, sotto il sacro fuoco di Olimpia e al cospetto di Zeus e degli Dei dell’Olimpia, l’ITALIA gridò al mondo: “SIAMO IL PAESE PIU’ VELOCE AL MONDO”.
Sono passate ormai 24 ore e ancora facciamo fatica a credere a ciò che abbiamo visto. PErchè puoi vincere i 100m se hai un campione, ma non vinci una staffetta. Vinci la staffetta quando hai un movimento vincente, cresciuto nel tempo e pronto per vincere anche nel futuro: un futuro che significa Europei a Monaco, mondiali a Eugene e Olimpiadi a Parigi.
E’ stata una gara di una pazzesca intensità emotiva, sono stati 40 secondi di sogni tramutati in realtà, di gioia tramutata in gloria olimpica.
E’ la prima frazione di un fantastico Lorenzo Patta che parte forte, sta davanti con i grandi della velocità e inizia la costruzione della magia olimpica; è la seconda frazione di un monumentale campione olimpico Marcell Jacobs che vola come un fulmine nella notte nipponica; è la terza frazione di uno splendido Fausto Desalu che riceve il testimone, esegue una curva perfetta e lascia il testimone in seconda posizione; e infine è la quarta frazione quella dell’eternità, quella del “per sempre”, quella che resterà nell’immaginario collettivo di tutta Italia, quella di Filippo Tortu che tramuta la storia in leggenda.
E’ 37”50, è un tempo clamoroso. Ma è quell’arrivo al fotofinish, è Tortu che si lancia sul traguardo e che capisce subito che nel libro dello sport italiano è stata scritta la pagina più bella, quella dell’immortalità.
Passano pochi secondi e i 4 azzurri sono tutti assieme, tutti abbracciati tutti vestiti di azzurro e tutti coperti di verde bianco e rosso, colori protagonisti di una folle estate italiana. Sono bellissimi, sono la faccia felice di un’Italia che a fatica riparte per tornare a sognare. Quello che hanno fatto questi ragazzi: due anni fa nessuno avrebbe scommesso una lira sulla staffetta italiana, loro invece hanno continuato a sudare, ad allenarsi, a far sacrifici, a rinunciare a cose, perchè è questo il primo segreto del successo. Poi c’è il talento, c’è l’ambiente, ci sono le infrastrutture, ma prima c’è il sacrificio degli atleti.
Sono i sacrifici di Lorenzo Patta, sardo di Oristano, 21 anni che ha iniziato a correre 5 anni fa: prima giocava a calcio poi grazie al tecnico Francesco Garau si è dedicato all’atletica. E da Oristano è arrivato in quella prima frazione di Tokyo coronando il sogno della sua vita e della sua famiglia.
E poi c’è Marcell JAcobs: ormai sappiamo tutto dell’oro olimpico dei 100m. E’ bellissimo vederlo così coinvolto anche nella staffetta, così solare e bello nelle interviste, così innamorato della sua Italia. Non osiamo immaginare cosa succederà a Desenzano al suo ritorno. Quanti allenamenti e quanti scatti nella pista di Malerbe prima di diventare l’uomo più veloce del mondo.
Sono i sacrifici di Fausto Desalu diventato italiano a 18 anni, figlio di genitori nigeriani. Come tanti ragazzini anche lui inizia nel calcio, ma poi capisce che il suo futuro è la velocità. Realizza record non omologati perchè non ha ancora cittadinanza poi, dopo i 18 anni, inizia il suo viaggio verso la gloria con allenamenti tra Bologna, Catania e Ortisei. Lui figlio di famiglia semplice, con la mamma che fa la badante e non può andar in tv, esempio bello che anche nella semplicià si può diventare grandi, si può diventare campioni olimpici. Una storia meravigliosa.
E infine sono le fatiche di Filippo Tortu: lui che scende sotto i 10”, lui il dopo Mennea, lui che soffre l’arrivo di Jacobs che gli toglie copertina, lui che nel momento più importante della storia sportiva italiana firma il capolavoro che profuma di eternità. Lui che inizia a correre a 8 anni in Brianza, lui allenato dal padre, lui che vuole Tokyo e sa che il sogno può diventare realtà. LE sue lacrime sono la storia più bella, la storia di una vittoria voluta, cercata, desiderata dopo anni difficili con qualche critica e qualche sconfitta. Semplicemente favoloso. In quei 100 metri percorre la sua vita e la sua storia. E noi quei 100 metri finali non li dimenticheremo mai.
E’ una storia pazzesca, è il momento più alto dello sport italiano. Ci sono altre imprese epiche, come l’oro nella staffetta a Lillehammer, ma questa, ci perdonino tutti, ma supera ogni speranza.
Chissà quante volte riguarderemo questa staffetta, chissà quante volte risentiremo Bragagna e Tilli, oppure Campagna e Panetta cantori della magia olimpica più grande della nostra storia sportiva. Chissà quante volte ripeteremo all’infinito questi nomi: Patta-Jacobs-Desalu-Tortu.
Come disse Bragagna qualche anno fa durante una finale olimpica “come non si immagina di sognare”
Tokyo, 6 agosto 2021, ore 23:00. Si è appena conclusa la staffetta 4×100 allo stadio olimpico e l’Italia ha vinto, l’Italia è il paese più veloce del mondo.
E allora GRAZIE PER SEMPRE a LORENZO PATTA, MARCELL JACOBS, FAUSTO DESALU e FILIPPO TORTU.
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Foto di copertina: ANSA -Sky Sport