C’era una medaglia in tutto il programma olimpico che tutto il Giappone aspettava. Perchè è una medaglia che va oltre il valore sportivo, è una medaglia che trascende lo sport: perchè il karate è cultura e tradizione di questo meraviglioso popolo, perchè il kata ne è la sua essenza, perchè Rio KIYUNA è una campione infinito arrivato probabilmente alla sua ultima apparizione. Tutto ciò rende questa storia uno dei momenti olimpici più belli.
E’ il Nippon Budokan, il tempio delle arti marziali giapponese. E’ il kata, esercizio di karate che rappresenta un combattimento reale contro più avversari immaginari. C’è tutto il Giappone in questa sequenza di movimenti e spostamenti: c’è la tecnica, c’è la potenza, la contrazione muscolare, il ritmo e l’espressività.
E c’è Ryo Kiyuna con il suo eccezionale palmares fatto di 5 ori mondiali e 8 ori asiatici. Un’autentica leggenda. Ma c’è di più in Kiyuna: è nato ad Okinawa, ha vissuto e ha studiato a Okinawa. Si, proprio Okinawa, lì dove nacque la grande tradizione del karate.
Ryo arriva alla gara olimpica con la convinzione di esser il più forte, ma anche con la pressione di un evento unico: perchè è la prima volta del karate ai Giochi e perchè potrebbe essere l’ultima visto che a Parigi non ci sarà, poi si vedrà. E quindi la vittoria di Tokyo potrebbe esser davvero per sempre.
Ma Kiyuna è fin da subito splendido, emozionante, quasi commovente: i suoi movimenti, i suoi rumori, le sue urla nel vuoto del Budokan sono qualcosa che colpiscono il cuore. C’è arte, c’è cultura, c’è amore.
La media del round di qualificazione è la più alta: 28,33. Si arriva così al Ranking Round, quello che definisce le finali: è ancora magia, è 28’72.
Il Giappone è incollato alla tv: è la finale che forse più di tutte rappresenta la storia epica della terra del Sol Levante.
E’ tempo di finale contro lo spagnolo Quintero. Due esibizioni, una dello spagnolo e una del giapponese per decretare l’oro. E’ 27,66 per Quintero, è uno splendido 28”72 per Kiyuna nel suo “Ohan Dai”. E’ oro, è festa in Giappone.
E Kiyuna si commuove perchè voleva diventare il primo atleta di Okinawa a vincere un oro e a fare la storia e ce l’ha fatta. Nel podio c’è tempo anche per il ricordo della madre mancata da poco in un’immagine che diventerà iconica del Giappone e dello sport. Vincere l’oro era una promessa fatta alla mamma: amore, tristezza e vita in un momento di rara intensità.
Tokyo, Nippon Budokan, 6 agosto 2021, è l’anniversario di Hiroshima. E’ la storia di Ryo Kiyuna, l’oro più atteso del Giappone, l’oro che arriva da Okinawa, l’oro che potrebbe esser il primo e l’ultimo della storia olimpica del Kata. Una favola giapponese