Non poteva esserci spettacolo più bello per chiudere l’Olimpiade e per vincere la medaglia numero 40. Sono stati 4 minuti di rara intensità emotiva, 4 minuti con gli occhi incollati davanti allo schermo, incantati dall’eleganza e dalla leggiadria di una squadra meravigliosa.
E’ la ginnastica ritmica, sono le Farfalle d’Italia, una grande storia italiana.
E’ una storia nata nel 2004 quando ad Atene sei ragazze vinsero uno splendido argento: erano Elisa Santoni, Elisa Blanchi, Fabrizia D’Ottavio, Daniela Massironi, Marinella Falca e Laura Vernizzi. Quel giorno nasce il mito.
Oggi a Tokyo il mito è continuato in un modo commovente, unico, celestiale. Le Farfalle si erano qualificate alla finale con il terzo miglior punteggio dietro a Bulgaria e Russia e davanti alla grande rivale per il bronzo, quella Bielorussia qualificata con l’ultimo punteggio.
Poi nella notte italiana l’All Around finale: ci sono Martina Centofanti, Agnese Duranti, Alessia Maurelli, Daniela Mogurean e Martina Santandrea. Si inizia con l’esercizio con le cinque palle e il punteggio è 44.850: l’Italia è quarta dietro a Bulgaria, Russia e Bielorussia con un distacco dal bronzo di 9 decimi. Il bronzo sembra sfuggire: è chiaro a tutti che serve un’impresa memorabile, serve l’esercizio della vita.
Ed ecco l’esercizio della vita, quello che in fondo cambierà la vita a queste splendide ragazze. E’ l’esercizio con i tre cerchi e le quattro clavette. Le note sono quelle dell’Albero della vita, quella musica che scaldò le notti dell’Expo di Milano 2015, l’esercizio è qualcosa di incredibile per bellezza, perfezione, intensità. Ci si commuove davanti alla TV: le ragazze sono meravigliose.
Il punteggio è 42.850, il totale è 87.700. Ora non rimane che attendere la Bielorussia. E la Bielorussia sbaglia. L’Italia è bronzo, un bronzo che fa 40, ma un bronzo che è semplicemente arte e poesia.
Vince la Bulgaria con esercizi spettacolari davanti alla Russia.
Per le ragazze sono emozioni stupende. Sono 5 anni di lavoro, di sacrifici, di rinunce ed anche di lacrime e fatica. Perché per fare un esercizio come quello che abbiamo visto stanotte lo devi provare migliaia di volte e devi piangere centinaia di volte perchè l’esercizio non viene.
E’ il capolavoro della romana Martina Centofanti, dell’umbra Agnese Duranti, della capitana nata nel torinese ma trasferita a 6 anni nel rodigino Alessia Maurelli, della padovana, ma nata in Moldavia, Daniela Mogurean e della bolognese Martina Santandrea: 5 regioni diverse a dimostrare come la ritmica si possa praticare ovunque. Loro che dalle loro città hanno raggiunto Desio, in Brianza, il capoluogo della ritmica e da lì hanno costruito il loro sogno.
E poi è il capolavoro di Emanuela Maccarani, l’allenatrice più vincente d’Italia, un’icona dello sport italiano. A lei solo un immenso grazie per quanto fatto in Italia per questo sport meraviglioso.
E’ l’ultimo giorno di Tokyo 2020, è notte in Italia, è l’ultima notte Olimpica. Ed è una notte illuminata dalle farfalle della ritmica. Sono bellissime, sono eleganti, sono meravigliose. La loro esibizione è magica, il loro sogno diventa realtà. E’ la medaglia numero 40 dei Giochi Olimpici più belli della storia sportiva italiana. Le farfalle sono di bronzo.
E allora VOLATE FARFALLE! Volate nella storia dello sport italiano!
GRAZIE RAGAZZE