E’ un’Italia in pieno boom economico quella che ospita per la prima volta i Giochi Olimpici: ed è Cortina, la perla delle Dolomiti, la casa dei Giochi del 1956. Quattro anni dopo sarà ancora Italia, sarà Roma per l’edizione delle Olimpiadi estive. Sono giochi fortemente voluti dal conte Alberto Bonacossa: li voleva nel 1944 ma arrivò la guerra, li voleva nel 1948 e nel 1952 ma furono assegnati ad altre sedi, poi finalmente alla riunione del CIO del 1949 la scelta cadde su Cortina d’Ampezzo per l’edizione del 1956. Purtroppo il conte morì nel 1953 e non riuscì a vedere la realizzazione del suo sogno.
E’ il 26 Gennaio quando il fuoco di Olimpia si accende in Veneto, a Cortina. Ed è una bellissima visione dell’Italia al mondo intero: c’è la televisione e le immagini vengono trasmesse in diretta in tutto il mondo. E’ festa per l’Italia, è un caldo inverno italiano.
E c’è un nome che segna in modo indelebile l’Olimpiade ampezzana: è austriaco, è nato a Kitzbuhel, si chiama Toni Sailer e il suo è uno spettacolare show olimpico. Toni ha solo 21 anni ma ha già vinto qualche gara ed è stato scelto come portabandiera. E pensare che il padre lo voleva avviare alla carriera musicale, ma lui, nato a Kitzbuhel all’ombra della Streiff, non poteva non mettere gli sci ai piedi.
29 Gennaio 1956. E’ il giorno dello Slalom Gigante che si corre sulla pista Ilio Colli, sul monte Faloria. Toni Sailer scende con il numero 18 quando in testa c’è il connazionale Molterer. E’ una manche unica con 71 porte. La discesa di Sailer è spettacolare per forza, classe, eleganza: l’austriaco vola tra le porte dolomitiche incantando il pubblico presente e quello davanti alla televisione in mondovisione. Il suo tempo è 3’00”1: è oro. Al secondo posto Andreas Molterer staccato di ben 6”2, al terzo Walter Schuster a 7”1. Il primo oro, il primo passo verso qualcosa di leggendario
31 Gennaio 1956: Slalom Speciale nella pista di Col Drusciè. Sono due manche molto difficili: 79 porte la prima, 92 la seconda e tante insidie per gli sciatori olimpici. Già dopo la prima manche Sailer è al comando con un vantaggio di 0”3 sullo statunitense Dodge. Poi, la seconda manche, è una dimostrazione di manifesta superiorità: Toni Sailer stravince con il tempo totale di 3’14”7. E i distacchi sono ancora abissali: al secondo posto il giapponese Chiharu Igaya a 4”0, al terzo lo svedese Stig Sollader a 5”5. E’ il secondo oro. Ma la storia non finisce.
3 Febbraio 1956: è il giorno della Discesa Libera nella pista Olimpia-Tofana. E’ il giorno di coloro che molti anni dopo inizieranno ad esser chiamati uomini jet. Toni Sailer scende con il numero 14 e chiude con il tempo di 2’52”2: per gli avversari non rimane che lottare per il secondo posto. Troppo forte, troppo bello, troppo potente Toni Sailer che ormai è l’icona dei giochi di Cortina. La sua tuta nera sfreccia nella Tofana incantando il mondo intero. E’ ancora oro, è sempre oro. Al secondo posto è lo svizzero Raymond Fellay a 3”5, al terzo l’austriaco Anderl Molterer a 4”0. Mai nessuno aveva vinto tutte le gare dello Sci Alpino in un’edizione olimpica: riesce nell’impresa Toni Sailer. E poi ci riuscirà un tale Jean Claude Killy, ma questa è un’altra storia.
Toni Sailer, ora soprannominato “il lampo di Kitzbuhel” è l’assoluto protagonista dei Giochi: per tutti è l’inizio di una nuova era dominata dal fenomeno austriaco. Nessuno aveva mai visto un fenomeno simile, il mondo era estasiato e il futuro era tutto suo. E invece non sarà così: Toni sarà solo una splendida cometa dalla durata breve. Due anni dopo verrà accusato di professionismo, ma il suo interesse verso lo sci stava già decadendo: voleva altro, voleva palcoscenici ancora più prestigiosi. E così arrivò la musica e il cinema con discreti successi e discreta fama, ma forse la sua strada doveva esser per lungo tempo lo sci.
Toni Sailer morirà nel 2009 e quel giorno tutta l’Austria sportiva parteciperà ai funerali. Perchè Toni Sailer per la durata della sua carriera è stato una semplice stella cometa, per i successi e per il segno indelebile lasciato ai Giochi di Cortina 1956 è stato un’autentica leggenda sportiva. E’ il Re Toni Sailer, è il lampo di Kitzbuhel, oro nella discesa, oro in gigante, oro in slalom a Cortina. Semplicemente meraviglioso
Foto: corriere.it