Dopo Saint Moritz, Oslo 1952. Per la prima volta i Giochi Olimpici Invernali vengono ospitati in una città e non in montagna: in Norvegia, uno dei paesi dalla più grande tradizione sportiva, è festa di pubblico e di passione. Fa freddo, ma il calore della gente scalda il paese del telemark. I giochi iniziano il 14 Febbraio, il giorno di San Valentino: la storia dell’amore tra la Norvegia e gli sport invernali. La storia dedicata da Pagine di Sport a questa edizione dei giochi è datata 16 Febbraio 1952, il giorno della discesa libera maschile.
E’ il 30 Giugno 1920, quando nasce all’Abetone Zeno Colò, una delle icone, uno dei miti, uno di quelli che hanno scritto la storia dello sci italiano. Zeno è lavoro e sacrificio: è questo che gli insegna il padre. E’ forte e coraggioso, dote che non può mancare a chi si lancia in discesa a folle velocità. Poi arrivò la guerra e la sua follia, ma Zeno si rifugia a Wengen, in Svizzera, continuando ad allenarsi e a gareggiare con il nome di Blitz. Il ritorno alla pace porta la prima grande impresa del nostro campione: è il 9 maggio 1947 quando, con sci di legno e senza lamine, Zeno raggiunge una velocità di quasi 160 Km/h. E’ il favorito a Saint Moritz ai primi giochi Olimpici del Dopoguerra ma si ritira in discesa e sbaglia gara in slalom.
E forse nasce qui il capolavoro di Zeno Colò che diventerà realtà quattro anni dopo a Oslo. Zeno torna sugli sci con resilienza, impegno, sacrificio e voglia di dimostrare che è il più forte. Ai mondiali del 1950 ad Aspen vince l’oro in Gigante ed in discesa, ma il suo obiettivo è a cinque cerchi.
E’ il 16 Febbraio 1952, un giorno da ricordare nella storia dello sport italiano. Fa freddo a Oslo, un freddo polare, la pista è ghiacciata. Zeno scende con il numero 5 e vola nella pista di Norefjell: ha studiato ogni dettaglio, ogni metro, ogni insidia di quella pista così difficile. E si vede, Zeno non sbaglia nulla. Taglia il traguardo con 2’30″8, ben cinque secondi meno del norvegese Hjeltnes. Rimangono gli austriaci Schneider e Pravda che però non possono impensierire l’italiano Colò e tagliano il traguardo con oltre un secondo di ritardo. Ancora peggio il francese Oreiller, il campione olimpico di Saint Moritz che giunge quattordicesimo con un ritardo oltre i dieci secondi. Vince Zeno Colò, secondo l’austriaco Othmar Schneider a 1”2, terzo l’altro austriaco Christian Pravda a 1”6.
Zeno ha vinto l’oro, quell’oro che sognava anche durante quegli anni svizzeri quando in Italia cadevano bombe che seminavano morte. Zeno non solo cambia la storia dello sci italiano, ma cambia molto anche nella tecnica: è lui a inventare quella posizione “a uovo” che con il tempo viene perfezionata. I norvegesi lo ribattezzano Il “falco di Oslo”: un animo rude, magari scontroso e poco simpatico, ma con cuore grande e tanto spirito di sacrificio e fatica.
Quello spirito che il 16 Febbraio 1952 lo porta a vincere l’oro olimpico in discesa libera, il primo oro dello sci italiano. Per attendere un nuovo oro in discesa abbiamo aspettato 66 anni, poi è arrivata Sofia Goggia, ma questa è un’altra storia.Oggi vogliamo ricordare Zeno Colò e il suo oro in discesa libera: era la sesta Olimpiade invernale, era Oslo 1952